Gomorra in TV con Blu Notte
31 Ottobre 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Carlo Lucarelli ci ha abituato a serate televisive cariche di memoria spesso dimenticata, alla ricerca dell’essenza di vicende molto note ma non per questo chiarite a sufficienza dalle cronache. Devo dire che quella di ieri sera è stata una particolare puntata del suo programma Blu Notte, dedicato alla camorra e centrato sul clan dei casalesi, famigerati protagonisti di affari a largo spettro.
La trasmissione ha evidenziato in maniera spietata il peso e la capillarità della mafia campana, meglio conosciuta come camorra, anche ben oltre i confini del territorio di origine. Ha giustamente denunciato come in realtà l’argomento non venga mai trattato in maniera adeguata dai mass media e dalla stampa nazionale. Tanto per fare un esempio: quanti hanno letto articoli sul processo Spartacus e quanti del maxiprocesso di Palermo? L’ultimo è stato largamente seguito dalla stampa, mentre il primo è pressoché sconosciuto, seppure coinvolga un numero impressionante di imputati per una serie enorme di crimini. A dispetto di tutto ciò, non se ne è parlato e si continua tranquillamente con il silenzio, se non sulla stampa locale. Un circolo di affari loschi che va ben oltre l’ambito territoriale, anzi lasciando in Campania solo rifiuti tossici e radioattivi. Con tutte le relative conseguenze per la salute di quegli stessi che tollerano, rispettano e difendono i boss.
Su questo argomento, nella trasmissione non poteva mancare il contributo di Roberto Saviano, che proprio per aver quasi incautamente pubblicato un libro sulla camorra si è ritrovato proiettato alla notorietà. Saviano fra le altre cose ha raccontato come nemmeno lui stesso avesse l’aspettativa del grande successo di “Gomorra”: ha semplicemente scritto un libro uscito in duemila copie, augurandosi di venderne abbastanza. Poi tutti sanno come è andata a finire. Seppure non sia stato il primo a pubblicare uno scritto sulla mafia campana, Saviano è un ottimo narratore ed ha saputo cogliere il modo giusto di raccontare l’atmosfera pesante che si respira da quelle parti. Il successo editoriale non è stato particolarmente gradito dai malavitosi, non amano la notorietà. Da qui le minacce, la scorta e la vita stravolta dello scrittore.
Una buona trasmissione, che per gli argomenti trattati ed il taglio giornalistico per una sera ha restituito dignità al servizio pubblico.
Mi permetto di criticare un particolare tecnico: la scarsa accuratezza adottata nelle ricostruzioni filmate. Appare francamente ridicola la narrazione di un omicidio commesso “a colpi di pallettoni”, quindi notoriamente con una munizione utilizzabile solo nei fucili, mentre nel filmato gli attori usano esclusivamente pistole. Non si tratta purtroppo di un caso isolato: nella ricostruzione di un omicidio “a colpi di kalashnikov”, arma automatica tristemente ed anche visivamente molto nota, si vede l’attore impugnare una mitraglietta che ha tutto l’aspetto di essere un MP5 H&K, normalmente in uso ai corpi speciali. E per finire, ma chissà quanti particolari del genere mi saranno sfuggiti, un omicidio a colpi di pistola, che viene descritta come una calibro 7,65, viene interpretato utilizzando una automatica Glock, che non ha mai prodotto pistole in quel calibro. Queste potrebbero sembrare tecnicismi superflui, ritengo invece che si tratti di particolari non all’altezza dell’ottima trasmissione di Carlo Lucarelli.
Per chi si fosse perso la puntata, a breve sarà disponibile in streaming al sito www.blunotte.rai.it