Grillini
13 Novembre 2008di Filippo Faci per Il Giornale.it
Guarda le mie mani:
1) Per proporre un referendum devi raccogliere 500mila firme in tre mesi;
2) la legge dice anche che «Non può essere depositata richiesta di referendum nei sei mesi successivi alla data di convocazione delle elezioni», il che significa che da quando vengono indette le elezioni non puoi depositare firme per sei mesi;
3) le elezioni sono state indette il 6 febbraio 2008, il che significa che Grillo non avrebbe potuto depositare niente sino al 7 agosto;
4) ma le firme, appunto, doveva raccoglierle in tre mesi, e i tre mesi precedenti al 7 agosto partono dal 7 maggio, non prima;
5) Grillo invece ha raccolto il grosso delle firme durante il vaffa-day del 25 aprile: firme inutili che lui ha consegnato prima del tempo, in luglio, per non buttarle via. Ma restano buttate via;
6) per pararsi il sedere, Grillo ha strillato in un comizio: «I costituzionalisti troveranno un cavillo per dire che le firme non sono valide, ma non me ne frega se i servi del potere mi eliminano la validità di 2.500.000 persone che sono uscite di casa a mettere una firma». Forse però a loro, a te, qualcosa frega. Oltretutto i costituzionalisti non c’entrano: ha confuso la Consulta con la Cassazione. Inoltre il «cavillo» sarebbe la legge sui referendum del 1970. Ora: guarda il titolo di questa rubrica, e prova a sostituire la prima i con una u.
25 commenti presenti
si attende dignitosa replica di Travaglio…magari già stasera ad AnnoZero!
Scritto da Marco il 13 Nov 2008
Lo sapevano anche nei meetup (vedo se recupero la discussione) che sarebbero state invalidate, ma su rassicurazioni di Grillo si son rincuorati.
Per me questo è un segno evidente del danno che provoca quest’uomo nella società italiana già disintegrata dai soliti noti, si sanno le cose, ma se il capo dice it’s ok tacciono tutti…
Il post sul suo blog è embelmatico (come al solito i miei post son filtrati alla fonte e non ho potuto dirglielo):
“Mi rimetto alla decisione della Cassazione, non voglio neppure discuterla, ne prendo atto”
Strano che non ne voglia parlare… 😀
Proprio lui che parla sempre su queste cose 😀
Almeno non si è inventato una balla per giustificare la cosa, sta facendo passi in avanti…
Scritto da Francesco B il 13 Nov 2008
Ignorato assolutamente:
http://beppegrillo.meetup.com/284/messages/boards/thread/4518550
Qui dubbi non approffonditi, ma si cerca la conferma della validità da chi li ha organizzati (e poi parlano di informazione indipendente):
http://www.meetup.com/Meetup-Varese-Amici-di-Beppe-Grillo/it/boards/viewthread?thread=4338055&pager.offset=10
Scritto da Francesco B il 13 Nov 2008
Al di là delle firme (mi sembra che sia una sconfitta per tutta la collettività, per cui c’è poco da gioire..), mi preme riportare l’articolo di Peter Gomez di oggi:
“La politica si fa anche con i segnali. Con dei provvedimenti che non necessariamente portano un reale beneficio alla collettività, ma che dimostrano un’inversione di tendenza. Con delle scelte che, almeno dal punto di vista dell’immagine, riavvicinano i cittadini alle istituzioni.
Per esempio, se con durezza si interviene sui dipendenti pubblici per arginare i tassi di assenteismo e si finisce così per punire anche chi assenteista non è (pensate a quella maggioranza d’impiegati non fannulloni che oggi si vede decurtare lo stipendio in caso di malattia), è bene che chi fa le leggi dimostri di voler partecipare ai sacrifici. Solo così si può sperare che anche le persone cui si chiede di stringere la cinghia comprendano come, dietro le nuove norme, ci sia la volontà di tutelare il bene comune (la burocrazia dello Stato) e non quella di punire indiscriminatamente un’intera categoria. È necessario insomma essere credibili.
Da questo punto di vista, ieri il parlamento ha perso ancora una volta una buona occasione. L’Italia dei Valori, durante la discussione della finanziaria, ha proposto di abolire il doppio stipendio incassato da chi oltre che parlamentare è anche ministro, di cancellare le comunità montane e i rimborsi elettorali concessi per cinque anni ai partiti anche se la legislatura finisce in anticipo. Tutti e tre gli emendamenti sono stati bocciati da un voto contrario bipartisan e dall’astensione degli onorevoli prodiani e dellUdc.
Certo, riforme epocali di questo tipo è difficile immaginare di farle a colpi di emendamenti. Tagliare, come è giusto, i rimborsi elettorali che Udeur, Pdci, Verdi e Rifondazione (ma anche gli altri partiti) continueranno ad incassare sino 2011, nonostante non siano più presenti in parlamento, porterebbe alla definitiva scomparsa delle formazioni minori. E quindi si dovrebbe forse calibrare meglio una norma tanto drastica. Stesso discorso vale per le comunità montane. Sono quasi tutte inutili, ma non tutte. Bisognerebbe saper scegliere caso per caso.”
Non c’è da aggiungere altro. Le discussioni di Facci le faccia Facci. Qui ci stanno mangiando il futuro…
Saluti a tutti!
Sui doppi stipendi dei parlamentari che fanno anche i ministri, invece, non può esserci discussione di sorta. Un Berlusconi che, oltretutto, è già molto ricco di suo, perché deve ricevere una busta paga da premier e una da onorevole, quando alla Camera non ci mette mai piede? Intendiamoci, non che abolire le doppie retribuzioni finisca per incidere realmente sulle casse dello Stato. La spesa, dal punto di vista del debito complessivo, è minima. Ma non farlo incide sulla testa dei cittadini.
Insomma, con i dipendenti pubblici non si va per i sottile, si taglia con il machete e si finisce per punire anche chi ha sempre fatto il proprio dovere. Sui componenti della Casta, invece, non si interviene. Mai.
E allora tra gli elettori si fa sempre più strada un dubbio, che giorno dopo giorno, si trasforma in certezza. L’oligarchia sta cambiando strategia. Punta a creare il nemico individuando una serie di gruppi sociali già poco popolari per conto loro (i dipendenti pubblici, i piloti, gli immigrati, eccetera, eccetera) sui quali scaricare le colpe di tutti i mali. E non lo fa perché l’alternativa alla riforma dello Stato è la bancarotta. L’obiettivo primario è un altro: mantenere i consensi, sviando l’attenzione dai privilegi e i comportamenti di chi siede nelle istituzioni e in parlamento. Sperando, inutilmente, che nessuno se ne accorga
Scritto da matteo il 13 Nov 2008
errore nel copiaeincolla.
ecco di nuovo l’articolo
La politica si fa anche con i segnali. Con dei provvedimenti che non necessariamente portano un reale beneficio alla collettività, ma che dimostrano un’inversione di tendenza. Con delle scelte che, almeno dal punto di vista dell’immagine, riavvicinano i cittadini alle istituzioni.
Per esempio, se con durezza si interviene sui dipendenti pubblici per arginare i tassi di assenteismo e si finisce così per punire anche chi assenteista non è (pensate a quella maggioranza d’impiegati non fannulloni che oggi si vede decurtare lo stipendio in caso di malattia), è bene che chi fa le leggi dimostri di voler partecipare ai sacrifici. Solo così si può sperare che anche le persone cui si chiede di stringere la cinghia comprendano come, dietro le nuove norme, ci sia la volontà di tutelare il bene comune (la burocrazia dello Stato) e non quella di punire indiscriminatamente un’intera categoria. È necessario insomma essere credibili.
Da questo punto di vista, ieri il parlamento ha perso ancora una volta una buona occasione. L’Italia dei Valori, durante la discussione della finanziaria, ha proposto di abolire il doppio stipendio incassato da chi oltre che parlamentare è anche ministro, di cancellare le comunità montane e i rimborsi elettorali concessi per cinque anni ai partiti anche se la legislatura finisce in anticipo. Tutti e tre gli emendamenti sono stati bocciati da un voto contrario bipartisan e dall’astensione degli onorevoli prodiani e dellUdc.
Certo, riforme epocali di questo tipo è difficile immaginare di farle a colpi di emendamenti. Tagliare, come è giusto, i rimborsi elettorali che Udeur, Pdci, Verdi e Rifondazione (ma anche gli altri partiti) continueranno ad incassare sino 2011, nonostante non siano più presenti in parlamento, porterebbe alla definitiva scomparsa delle formazioni minori. E quindi si dovrebbe forse calibrare meglio una norma tanto drastica. Stesso discorso vale per le comunità montane. Sono quasi tutte inutili, ma non tutte. Bisognerebbe saper scegliere caso per caso.
Sui doppi stipendi dei parlamentari che fanno anche i ministri, invece, non può esserci discussione di sorta. Un Berlusconi che, oltretutto, è già molto ricco di suo, perché deve ricevere una busta paga da premier e una da onorevole, quando alla Camera non ci mette mai piede? Intendiamoci, non che abolire le doppie retribuzioni finisca per incidere realmente sulle casse dello Stato. La spesa, dal punto di vista del debito complessivo, è minima. Ma non farlo incide sulla testa dei cittadini.
Insomma, con i dipendenti pubblici non si va per i sottile, si taglia con il machete e si finisce per punire anche chi ha sempre fatto il proprio dovere. Sui componenti della Casta, invece, non si interviene. Mai.
E allora tra gli elettori si fa sempre più strada un dubbio, che giorno dopo giorno, si trasforma in certezza. L’oligarchia sta cambiando strategia. Punta a creare il nemico individuando una serie di gruppi sociali già poco popolari per conto loro (i dipendenti pubblici, i piloti, gli immigrati, eccetera, eccetera) sui quali scaricare le colpe di tutti i mali. E non lo fa perché l’alternativa alla riforma dello Stato è la bancarotta. L’obiettivo primario è un altro: mantenere i consensi, sviando l’attenzione dai privilegi e i comportamenti di chi siede nelle istituzioni e in parlamento. Sperando, inutilmente, che nessuno se ne accorga
Scritto da matteo il 13 Nov 2008
Questo è un Paese di cialtroni a tutti i livelli. Provinciale e senza speranza. Grillo ci ha presi tutti per il culo.
Scritto da Alberto Santangelo il 13 Nov 2008
Ancora non vi siete accorti di essere spettatori passivi di un “reality show” che si serve della politica e dell’informazione per attirare i “grullini”?
Forse sarebbe il caso di staccare la spina, per farli decedere, perché più si rivolge loro attenzione, più monetizzano. Come i “bond spazzatura”.
Scritto da Fabrizio Spinella il 13 Nov 2008
Facci dice cose giuste, ma cade in basso nella stoccata finale in cui dice che saremmo tutti dei grulli…
– Grullo e’ chi credeva di cambiare il mondo con un semplice referendum; chi ha firmato (come me) in piazza e’ rimasto semplicemente deluso, aveva riposto fiducia in un’iniziativa che gli sembrava buona, ma e’ sfumato tutto. “pazienza, me ne faro’ una ragione”
non e’ la prima volta che Facci offende (e non e’ satira), non mi piace questo suo atteggiamento, se vuole criticare qualcuno si rivolga a chi puo’ replicare attraverso i media, e non a quelli che come noi subiscono sempre
Scritto da emanuele il 14 Nov 2008
7) possibilmente avere Corrado Carnevale che giudichi la legittimità dei referndum.
Scritto da Charly il 14 Nov 2008
la storia delle firme Facci la disse già a Matrix tempo fa, potete vederlo su you tube, Di Pietro gli rispose che non potevano certo prevedere che il Governo sarebbe caduto nel bel mezzo dell’iniziativa.
Scritto da Tyler il 14 Nov 2008
La solita disinformazione fatta ad arte. I referendum non sono stati indetti dopo le elezioni, ma le elezioni sono cadute prima dei referendum perché il Governo è caduto. Cosa forse prevedibile ma non certa.
Il “cavillo” non mi pare sia stato invocato anzi. Sempre che Facci sappia leggere perché ora come ora ho qualche dubbio.
Ora che ho guardato le mani di Facci… vorrei che lui guardasse solo un dito… e che del suo cognome mettesse la a alla fine e la e come rimpiazzo. Questo è quello che penso di lui.
Scritto da Orlando il 14 Nov 2008
Grillo VI ha preso tutti per il culo: io che c’entro?
Più volte anche sul suo blog era stato scritto che le firme raccolte non erano valide, fin dall’inizio. I fedelissimi del Santone di Genova-Nervi hanno non solo ignorato gli avvertimenti, ma con il sistema della cancellazione dei commenti da parte degli utenti stessi hanno censurato quelli e tutti gli altri interventi critici.
Per non parlare di tutti i nick censurati e che non possono più scrivere. Sul fenomeno Grillo e sui suoi adepti ci sarà materia per scrivere molti saggi di socio-psicologici, in futuro.
Scritto da asdrubale il 14 Nov 2008
Facci qualche critica a chi ci governa ogni tanto?
Ah, già… difficile sputare nel piatto in cui si mangia….
Scritto da Beppe il 14 Nov 2008
Non si poteva prevedere la caduta del governo?
E allora si dica: abbiamo fatto una cazzata, io sapevo che le vostre firme erano inutili e vi ho preso per il culo per farmi un po’ di pubblicità, questo si deve dire se si spaeva già.
Io invece leggo comunicati di Grillo che difendono l’iniziativa e la validità del referendum datatati prima della polemica sulla validità…
E l’unica cosa che sa dire è “non entro nel merito”?
Voglio dire, ma il rispetto per chi ha creduto in questa cosa e ci ha lavorato ignari di tutto dov’è?
Perchè Grillo non rispetta i grillini?
Ma soprattutto perchè i grillini non si incazzano con lui del mancato rispetto nei loro confornti?
Quoto asdrubale, un saggio si potrebbe scrivere sui danni alla società che provocano certi personaggi e certi atteggiamenti di certi personaggi, si venderebbero però due copie 🙂
Scritto da Francesco B il 14 Nov 2008
Siete ancora su questa notizia? Oggi il riformista Filippo difende Brunetta dagli attacchi dell’espresso. Roba grossa. Pare non sappia fare altro che difendere chi comanda questo qui, che coraggio! Brunetta poi, consulente economico di chi ha mandato allo sfascio il bilancio nazionale prima di ripararae in Africa. Dà poi dello sciatto alle inchieste di Lillo, giornalista a cui il riformista non potrebbe nemmeno leccare le suole degli stivali.
Scritto da Charly il 14 Nov 2008
Stasera Capezzone vs. Travaglio a Ottoemezzo.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 14 Nov 2008
Charly.
Il ministro Brunetta si sa difendere da solo.
E non ne dubitavo.
BRUNETTA SU “INCHIESTA” DE L’ESPRESSO
«Apprendo, da anticipazioni di stampa, che il settimanale L’Espresso mi dedica la copertina e un’inchiesta. Questa attenzione non può che farmi piacere, il contenuto ancora di più.
L’inchiesta de “L’Espresso” fruga nella mia vita. Fruga nel mio patrimonio. Fruga nella mia carriera universitaria. Fruga nella mia attività politica e di consulente. Fa tutto questo da par suo, con malizia ed esagerazione. Alla fine, però, restituendo il ritratto di una persona per bene.
Le case me le sono pagate accendendo mutui, che L’Espresso si è preoccupato di controllare e confermare. Bravi. Aggiungo un particolare, che all’ottima redazione è sfuggito: per gli investimenti immobiliari ho anche usato i soldi del loro Gruppo, l’Editoriale L’Espresso, che mi sono stati consegnati non proprio spontaneamente, ma a seguito di una diffamazione riconosciuta come tale dalla giustizia italiana.
La carriera universitaria raccontata è quella di un figlio di venditore ambulante, che è diventato professore incaricato a 27 anni, professore associato a 33 anni e professore straordinario a 49. Debutto giovanile, ma carriera non certamente fulminante (il posto di professore associato l’ho avuto da una commissione presieduta da Paolo Sylos Labini, un grande maestro). Durante il concorso nazionale per diventare professore ordinario ho scontato il non essere parte del mondo dei baroni, il non avere protezioni, altro titolo di merito. Teramo, invece, non è stata una scelta, ma il rispetto della legge.
Per il Nobel l’indicazione originale è di Ricki Levi, che, negli anni ’80, pubblica sul Corriere della Sera un articolo candidando, per i futuri Nobel, me assieme a Alberto Alesina, Francesco Gavazzi, Nicola Rossi e Riccardo Faini. Pertanto, si rivolgano a lui, e gli portino i miei ancora validi ringraziamenti.
La consulenza non l’ho avuta a 25 anni, ma a 33 (ero già professore associato, a Padova) e detta attività si è svolta per cinque anni al Ministero del Lavoro, a titolo gratuito. Proprio questa mia consulenza mi ha procurato l’interessamento delle Brigate Rosse.
Vivo ancora sotto scorta, al punto che mi dispiace solo una cosa: che si siano pubblicati indirizzi, foto e mappe delle case dove risiedo, in questo modo rendendo un servizio non certo al postino, ed aumentando il peso del lavoro dei ragazzi cui è affidata la mia sicurezza. Per quanto si possa essere spiritosi, non riesco a riderne.
Al CNEL sono stato nominato dal Presidente della Repubblica e in quella sede ho presieduto la commissione più importante: quella per l’informazione.
Al Parlamento europeo, poi, sono stato relatore di una direttiva su accesso e interconnessione, direttiva fondamentale (e non “di indirizzo”) del pacchetto normativo sulle telecomunicazioni, e di un regolamento direttamente applicabile negli ordinamenti interni degli stati membri in materia di energia, oltre ad aver lavorato su altri dossier, come relatore ombra o per parere, ed aver interrogato le istituzioni comunitarie. Per quanto riguarda i voli low cost per raggiungere la sede di Strasburgo, ero in compagnia di tutta la delegazione di parlamentari europei italiani, con noi l’attuale Presidente della Repubblica.
E’ bene ricordare che il sistema elettorale per il Parlamento europeo prevede l’uso delle preferenze. Gli elettori, unici a dover valutare il lavoro degli eletti, sono stati ripetutamente generosi con me, il che non credo si debba al valore di una rete clientelare che non ho, che non avrei saputo e non saprei come alimentare. Ove gli ottimi giornalisti vogliano cimentarsi su questo tema, così come su tutto il resto, contino pure sulla mia collaborazione.
Inoltre, faccio osservare che i dati sulle presenze sono tratti dal mio sito, cioè resi pubblici da me. Attendo un’inchiesta su quanti si sottopongono alla medesima disciplina della trasparenza.
Sul mio sito ( http://www.renatobrunetta.it ) è già presente abbondante documentazione sull’attività, professionale e politica, svolta. Da domani sarà possibile consultare ogni cosa, relativa all’inchiesta dell’Espresso, compreso, naturalmente, il testo della sentenza che mi riconosce diffamato. Sono sicuro che il direttore del settimanale, così come quello del quotidiano La Repubblica, vorranno offrire un link ai loro lettori, e, magari, anche emularmi nel mettere in rete i loro meriti e le loro gesta. Senza reticenze.
Riassumendo: le case me le sono comprate con i mutui, e con i soldi dell’Espresso. La cattedra universitaria me la sono sudata. L’attività politica e di consulente sono frutto di una lunga gavetta.
Nell’insieme, quindi, ringrazio L’Espresso per l’attenzione dedicatami e per i risultati cui ha portato. Prima di tutto, però, li ringrazio perché trattando quei temi hanno dimostrato che altrimenti non si potrebbe attaccare il lavoro che sto conducendo, e che sono pronto ad illustrare, nel dettaglio, ai lettori del settimanale. La carta giocata, se capisco bene, suona più o meno così: le cose che dice Brunetta sono giuste, ma lui non è coerente ed il più pulito ha la rogna. Salvo che, leggendo, si scopre tanto la coerenza umana, culturale e politica, quanto la buona salute della mia epidermide. Grazie».
Renato Brunetta
Scritto da DeanKeaton il 14 Nov 2008
Ancora una cosa.
Leggetevi Antonio Di Pietro alle prese con i dubbi amletici sull’opportunità o meno della costituzione di una commissione d’inchiesta sui fatti del G8.
30 Ottobre 2007, dopo aver votato “no” con CdL e Mastella.
L’Italia dei valori, spiega Di Pietro, non è contraria a una commissione di inchiesta sui fatti del G8 di Genova a patto che essa «indaghi a 360 gradi sulle anomalie e le ingiustizie commesse da coloro che hanno provocato la rivolta e anche, viceversa, sugli abusi che ci sono stati da parte delle forze dell’ordine». Così Antonio Di Pietro prova a spiegare il «no» suo e del suo partito alla istituzione di una commissione di inchiesta sui fatti di Genova. «Se fosse una commissione a 360 gradi noi la votiamo domani mattina – ha sottolineato Di Pietro – ma se l’inchiesta deve indagare soltanto sugli abusi della polizia e non anche sulle illegittimità commesse da chi ha sfasciato le carrozze, le macchine e ha aggredito le forze dell’ordine, allora noi diciamo no. Perché sarebbe una giustizia a metà e non bisogna indagare soltanto quella metà dei fatti che fa comodo alla sinistra-sinistra-sinistra».
http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_30/commissione_inchiesta_g8.shtml
02 Novembre 2007, dopo aver subito il cazziatone di Marco Travaglio.
ROMA – Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ammette dalle colonne dell’Unità di avere sbagliato nella vicenda della Commissione d’inchiesta sul G8 di Genova. In una lettera inviata a Marco Travaglio, Di Pietro ringrazia il giornalista di avergli «aperto gli occhi»: «io e il mio partito ci siamo di fatto allineati sulle stesse posizioni del partito di Berlusconi e di quello di Mastella».
IL VOTO – Il leader dell’Idv riconosce di aver «sbagliato nel comunicare male e tardi» quelle che ritiene essere – «forse sbagliando ma certamente in buona fede» – «buone ragioni di merito». «Ho sbagliato – prosegue Di Pietro soprattutto nel non essere riuscito a trovare una soluzione politica nell’ambito della coalizione su materie che – con il dialogo e la reciproca comprensione – potevano trovare una giusta soluzione».
http://www.corriere.it/politica/07_novembre_02/dipietro_unita.shtml
14 Novembre 2008, dopo la sentenza ha fiutato odore di voti.
CHIETI – “Oggi, a sentenze emanate, si puo’ ragionare anche su una commissione di inchiesta parlamentare per accertare le responsabilita’ politiche”. Lo ha detto il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in merito alla sentenza sulla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. ”Una cosa sono le responsabilita’ politiche e una cosa sono le responsabilita’ giudiziarie – ha spiegato Di Pietro – Io rispetto le sentenze e non le commento: so pero’ che una responsabilita’ politica enorme come una casa c’e’. Perche’ chi e’ andato a fare l’irruzione alla Diaz non ci e’ andato perche’ si e’ alzato col mal di stomaco, ma perche’ qualcuno ce lo ha mandato e ha fatto quella cosa in quanto si sentiva coperto”.
http://www.corriere.it/ultima_ora/notizie.jsp?id={5BE5D12D-4A1A-40E4-9AF1-E4E9C2D5BBB5}
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 14 Nov 2008
ho letto l’articolo di facci cui faceva riferimento Charly e devo dire che facci è una conferma costante(mente negativa)!
Scritto da matteo il 14 Nov 2008
ma perchè si contesta solo il contestatore?
Scritto da Francesco B il 14 Nov 2008
La faccenda era chiarissima anche in quei giorni, ma i grillini forzavano la legge, la lingua italiana, la razionalità e il buonsenso pur di non vedere come stavano le cose.
Per fortuna per informarmi non dovetti fare affidamento a un plotone di signori nessuno sul web: andai sul sito di radio radicale, ascoltai il loro approfondimento e mi feci la mia idea. Grazie ad un lavoro giornalistico serio.
Sarebbe bello che l’ordine dei giornalisti fungesse da garante che quello che ci si trova davanti è sempre un lavoro giornalistico serio, o almeno onesto.
Scritto da Fabio il 14 Nov 2008
“Aggiungo un particolare, che all’ottima redazione è sfuggito: per gli investimenti immobiliari ho anche usato i soldi del loro Gruppo, l’Editoriale L’Espresso, che mi sono stati consegnati non proprio spontaneamente, ma a seguito di una diffamazione riconosciuta come tale dalla giustizia italiana.”
Brunetta come Di Pietro? Si è comprato le case con i soldi dei risarcimenti. Divertente
“(il posto di professore associato l’ho avuto da una commissione presieduta da Paolo Sylos Labini, un grande maestro)”
Paolo Sylos Labini, colui che testimoniò al processo contro Andreotti a Palermo?
Colui che nel 1975, membro del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero del Bilancio, alla nomina quale sottosegretario di Salvo Lima, disse che la sua presenza era incompatibile con quella di Lima?
Ed ovviamente la scelta fu a favore di Lima e Paolo Sylos Labini si dimise.
Concordo con Brunetta.
Grande Maestro. Purtroppo dimenticato e non molto ascoltato.
Saluti.
Scritto da tequilero il 14 Nov 2008
beppegrillo.it
I condannati in Parlamento hanno raggiunto la maggiore età. Hanno compiuto infatti il 18esimo pregiudicato. Il risultato è stato reso possibile grazie alle prestazioni di Giulio Camber, senatore del PDL, condannato a otto mesi di carcere con conferma in Cassazione lo scorso settembre per millantato credito. Un reato che ci mancava nella raccolta delle figurine.
Finora in Parlamento erano presenti soltanto condannati per:
– falso
– corruzione di pubblico ufficiale
– abuso d’ufficio
– lesioni personali
– resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale
– favoreggiamento
– false fatturazioni
– frode fiscale
– falsa testimonianza
– ricettazione fallimentare
– banda armata
– favoreggiamento
– tentata concussione
– incendio aggravato
– finanziamento illecito
– corruzione
– concorso in bancarotta
Belin, questi fanno paura persino ai Casalesi. Per stargli dietro mi sto studiando il codice penale.
Le firme raccolte per Parlamento Pulito sono state giudicate valide. La Commissione Affari Costituzionali del Senato sta esaminando l’iniziativa di legge popolare. Tre proposte: nessun condannato in Parlamento, solo due legislature per parlamentare, votazione diretta del candidato.
La Commissione è presieduta da Vizzini (PDL) e composta da Benedetti Valentini (PDL), Incostante (PD), Adamo (PD), Bodega (LNP), Bastico (PDL), Battaglia (PDL), Belisario (IDV), Bianco (PD), Boscetto (PDL), Ceccanti (PD), Cossiga (UDC-SVP-Aut), De Sena (PD), Fazzone (PDL), Lauro (PDL), Malan (PDL), Marino (PD), Mauro (LNP), Nespoli (PDL), Pardi (IDV), Pastore (PDL), Pistorio (Misto), Procacci (PD), Saltamartini (PDL), Sanna (PD), Saro (PDL), Sarro (PDL), Vitali (PD).
Chiedo ai componenti della Commissione se vogliono esprimere pubblicamente la loro opinione personale con una lettera o un’intervista al blog sulla proposta di legge in esame. Nessuno di loro è tra i condannati in via definitiva ed è un buon punto di partenza.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?), noi neppure.
Scritto da Tyler il 14 Nov 2008
grillini=grullini.
pensavano che un guitto di avanspettacolo fosse diventato il leader maximo. ne conosco un paio che erano i primi a fare anticamera moooolto bipartisan per avere “facilitazioni”nella carriera.siccome sono stati trombati (evidentemente la politica bipartisan li ha giudicati inidonei) e adesso vanno in giro a parlare male della politica, che bisogna moralizzare, w grillo, w dipietro ecc ecc. Nel vangelo sono definiti sepolcri imbiancati. Chi conosce grillo sa anch echi sono i suoi consulenti, molti interni al “sistema” e ci si chiede per esempio perchè non intervengano personalmente (le loro cariche istituzionali in molti casi lo prevederebbero) invece di mandare avanti il comico. lanciare il sasso e nascondere la mano è una grande virtù italica.
Scritto da bardo33 il 15 Nov 2008
Grillo, il 15 ottobre 2007, pubblicava nel suo blog una prestigiosa conferma della sua fama e della sua giustezza: Noam Chomsky, il più acclamato intellettuale dissidente del mondo, gli aveva rilasciato un’intervista sul suo V-day, con toni di grande approvazione. Grillo ne era entusiasta, assieme alle masse dei suoi seguaci. Bel colpo signor Beppe, peccato che fosse falsato. Peccato davvero per chi si apprestava a fare un secondo V-day sull’informazione mendace.
Grillo scrive testualmente: “Noam Chomsky mi ha rilasciato un’intervista sul V-day e sulle reazioni dei partiti e dei media”.
Chomsky due giorni dopo scrive a me: “I don’t have a record of the interview, but my recollection is that I was asked about, and talked about, the concept of populism, the nature of functioning democracy, elite attitudes towards democracy, the current struggle over freedom of the internet, and topics like that. I doubt that there could have been more than a sentence or two in answer to a question about Grillo and V-day…”.
(Non ho una copia dell’intervista, ma ricordo che mi fu chiesto, e che parlai di, concetti come il populismo, la natura di una democrazia funzionale, gli atteggiamenti delle elite nei riguardi della democrazia, l’attuale lotta per la libertà di Internet e cose del genere. Dubito che ci possa essere stata più di una frase o due in risposta a una domanda su Grillo e V-day…”)
E’ piuttosto singolare che in un’intervista rilasciata a Grillo da Chomsky sul V-day vi sia stata una sola domanda sul comico e sulla sua manifestazione. L’intellettuale americano lo dice chiaramente: l’intervista era su ben altro, e non “sul V-day e sulle reazioni dei partiti e dei media”; e di sfuggita vi fu un accenno al V-day di Grillo. Risulta chiaro che quell’intervista non fu rilasciata al blog di Beppe Grillo per i fini dichiarati dall’istrione di genova, Chomsky l’avrebbe ricordato senza problemi. Non proprio quello che Grillo dichiarò ai suoi seguaci.
Traete ora le vostre conclusioni sull’affidabilità e dintorni, tenendo sempre in considerazione che Beppe Grillo è visto da centinaia di migliaia di italiani come un punto fermo del riscatto civico e dell’informazione pulita di questo Paese. E non, come dovrebbe essere, semplicemente una fonte da prendere con molta cautela. Come tutte le fonti.
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=55
Scritto da Francesco B il 15 Nov 2008