Grillo No Nukes – Clamoroso: Beppe Grillo salva la vertenza anti-nucleare
11 Giugno 2009Ventimila euro sono una bella cifretta per le persone normali. Per Beppe Grillo questo importo assume un’altra dimensione, seppure non irrilevante. E così ha deciso di metterli a disposizione delle associazioni che si stanno battendo contro la discarica nucleare prevista alle porte di Alessandria, per far fronte alle spese legali del ricorso presentato al Consiglio di Stato. In passato questo blog non ha esitato a criticare Grillo quando ne abbiamo ravvisato l’opportunità, in questo caso salutiamo il bel gesto del comico genovese, riportando l’articolo relativo tratto da www.libreidee.org. Da sottolineare anche il totale silenzio mediatico sulla vicenda della discarica. (sf)
«Una notizia fantastica». Così Lino Balza di “Medicina democratica”, animatore della vertenza contro la prima “discarica nucleare abusiva” d’Italia a Bosco Marengo, alle porte di Alessandria, commenta la svolta delle ultime ore nel drammatico braccio di ferro con il governo: il 16 giugno gli ecologisti potranno sostenere il ricorso al Consiglio di Stato, grazie al clamoroso intervento personale di Beppe Grillo, che garantisce la copertura dei 20.000 euro necessari alle spese legali. Scoglio che fino a ieri pareva insormontabile, vista la scadenza ravvicinata e i tempi necessari per una nuova sottoscrizione popolare a sostegno del ricorso.
Svanita quindi la grande preoccupazione degli oppositori, così come il loro isolamento. Ai volontari delle associazioni ambientaliste, a lungo rimasti completamente soli nella battaglia contro quello che ritengono un cavallo di Troia (abusivo) per il ritorno del nucleare in Italia, erano occorse settimane per raccogliere faticosamente i 4.000 euro necessari a presentare il primo ricorso, al Tar del Piemonte, che ha accolto le osservazioni avanzate: creare un deposito di scorie radioattive a Bosco Marengo sarebbe pericoloso e illegittimo, perché in contrasto con la legge del 2003 che impone lo stoccaggio di materiali radioattivi in un unico sito nazionale protetto, che ancora non è stato individuato.
Di fronte al primo (inatteso) successo degli ambientalisti alessandrini, sostenuti da associazioni come Medicina Democratica, Legambiente, Pro Natura e Movimento per la Decrescita Felice, il governo ha ottenuto facilmente il trasferimento del giudizio a Roma: il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta formulata dalla Sogin, ex Fabbricazioni Nucleari (Enea), società che gestisce il sito di Bosco Marengo dove sono stoccati 550 fusti di materiale radioattivo. «Una decisione così repentina ci aveva messo in difficoltà», ammette Lino Balza: «Si trattava di trovare 20.000 euro in pochi giorni, per poter sostenere anche a Roma le nostre ragioni, peraltro già confortate dal giudizio del Tar del Piemonte, a noi favorevole».
Così, dopo un appello via Internet per riaprire le sottoscrizioni, è arrivato l’intervento risolutivo di Beppe Grillo, «vero salvatore della patria», dice Balza. «Quando abbiamo lanciato la seconda sottoscrizione popolare, senza soldi, eravamo col culo per terra come chi è stato scippato per strada», spiegano gli ambientalisti di Alessandria. «C’è stata una ribellione generale: non è giusto, è intollerabile la prepotenza del potere». Ma non si è solo gridato, sono riprese anche le sottoscrizioni. «Fra tutte, risolutiva in questo momento, è stata quella che abbiamo cercato e trovato: quella di Beppe Grillo».
La partita è quindi riaperta: contro ogni pronostico, il 16 giugno gli ecologisti saranno in grado di affidare le loro ragioni all’avvocato Mattia Crucioli di fronte al Consiglio di Stato, per cercare di bloccare i lavori di smantellamento della Sogin di Bosco Marengo, che il governo (con il consenso del Comune, della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria) vorrebbe trasformare nella prima discarica nucleare d’Italia, anche se l’impianto non ha le caratteristiche previste dalla legge, che impone che le scorie radioattive siano “sepolte” in assoluta sicurezza in un deposito speciale, che in Italia non è ancora stato trovato.
«La partita che si gioca a Bosco Marengo, infatti, non è su un campetto di periferia ma condizionerà il rilancio del nucleare in Italia», avverte Balza. «L’hanno capito le popolazioni degli ex impianti nucleari e delle nuove sedi ipotizzate, gli antinuclearisti italiani tutti». Proprio per la pericolosità relativa del materiale custodito dalla Sogin, affermano gli ecologisti, si conta di abilitare Bosco Marengo in modo abbastanza agevole, trasformando l’impianto in discarica nucleare autorizzata, ancorché “temporanea“, in attesa del sito nazionale per lo stoccaggio atomico.
«Un escamotage – accusano gli ambientalisti – per rinunciare per sempre al sito nazionale idoneo e, intanto, una volta superata la prova di Bosco Marengo, legalizzare come “discariche temporanee” gli altri siti nucleari italiani: cosa che permetterebbe il ritorno dell’Italia alla produzione di energia nucleare, mediante un cavillo burocratico». Un “cavillo”, per di più, nascosto tra i faldoni di un piccolo dossier, che testimonia una controversia apparentemente minuscola e provinciale, lontana dai media e dall’agenda politica nazionale.
Condizioni ideali, denunciano Balza e compagni, per tentare un “golpe legale”, ovvero una sorta di “soffocamento burocratico” del problema: niente soldi, niente ricorso; e senza il secondo ricorso, il governo (attraverso la Sogin) avrebbe avuto più facilmente via libera: Bosco Marengo trasformato in discarica nucleare e quindi, a ruota, tutti gli altri siti nucleari italiani, nessuno dei quali rispondente ai criteri che la legge, dal 2003, prescrive per le discariche radioattive. Tutto questo, nel silenzio mediadico generale, se si esclude un ampio reportage del “Secolo XIX”, il quotidiano di Genova.
Ora, invece, tutto cambia: il guastafeste Beppe Grillo, uno dei più noti blogger del mondo, reduce dall’audizione al Senato nella quale ha accusato i parlamentari di essere condannati dalla storia, proponendo un disegno di legge per la “bonifica” delle Camere dalla presenza di individui nei guai con la giustizia, è sceso in campo personalmente per salvare la vertenza anti-nucleare che, partendo in sordina da Alessandria, in realtà coinvolge l’intera questione del ritorno del nucleare in Italia.
Doppio risultato, dunque: la possibilità di continuare a combattere la battaglia legale per l’ambiente, affrontando il “secondo round” del 16 giugno al Consiglio di Stato dopo la prima vittoria al Tar del Piemonte, e l’opportunità concreta di ottenere finalmente la giusta visibilità, grazie all’impegno diretto del più importante mattatore mediadico italiano. «Auspichiamo che ora Beppe Grillo, che ha salvato la nostra battaglia, si ponga alla guida di questa vertenza nazionale: col suo riscontro mediatico è una garanzia, anche in prospettiva», dice Lino Balza. «Intanto, continuiamo a contare anche sulle nostre forze, raccogliendo versamenti. E nel frattempo, ci auguriamo che anche i grandi partiti e le associazioni nazionali, che a parole si dicono contro il nucleare, passino dalle parole ai fatti».
3 commenti presenti
E bravo Bepùn, ultimamente ne fa di azzeccate come il dare delle zoccole alle parlamentari l’altro giorno…
Si beccherà una querela e poi per difendersi sarà costretto a portare come prova le intercettazioni della carfagna, e altre prove varie secretate…
😀
Scritto da Francesco B il 12 Giu 2009
Ti piacerebbe che dessero della zoccola a tua sorella? Ma che progressisti del c…o, tanto per rimanere in tema e nello stesso stile, quelli che promossero la liberazione sessuale delle donne (“La fica è mia e me la gestisco io”), l’appropriazione da parte delle donne di spazi tradizionalmente maschili, et similia! Che uno sfatto e un po’ ‘mbriacone come lui, in difficoltà con la costruzione di un discorso lineare, per giunta vestito per l’occasione con un orribile completo nero stile pappone, sia entrato in un’aula parlamentare per ripetere sconcezze che nemmeno a via Prè…, beh, questo è il segno dei tempi. Ha fatto bene la presidente PD della Commissione a dirgli in faccia: “Guardi, se vogliamo insultarci usciamo fuori e ci insultiamo” (sottintendendo: te le sbatterò io in faccia un po’ di parolacce sulla tua figura). Il poveretto, che si è reinventato il mestiere di giullare (ricordate? Era stato accusato di sfruttare giovani collaboratori, senza pagare loro i contributi, tirchio della malora), dovrebbe essere accompagnato in una casa di rieducazione e costretto a vedere continuamente le videoproiezioni delle sue carnavalate, come si fa con i pornomani.
Scritto da Giovanni il 12 Giu 2009
ma chi lo ha detto che Grillo è progressita? Per me è un comico non classificabile politicamente, mica un politico. Io mi preoccuperei dei politici che “zoccola” lo dicono ai pseudo congressi di partito
Scritto da Sergio Fornasini il 12 Giu 2009