IL CORAGGIO DI TORNARE AL PASSATO
5 Settembre 2017di Gianluigi De Marchi
Tutti i politici ripetono come un mantra che occorre guardare al futuro.
Vero, ma non è un totem intoccabile ed adattabile a tutti nostri comportamenti, ci sono casi in cui riesaminare il passato e rivalutare quanto di buono è stato fatto può essere più utile per la collettività che non correre sconsideratamente in avanti…
E’ il caso della legge bancaria, rimaneggiata infinite volte per renderla più “moderna” con risultati che oggi possiamo definire deludenti e dannosi (basti pensare alle decine di casi di insolvenze che noi cittadini abbiamo dovuto coprire con i nostri soldi per “salvare il sistema”).
La legge base, sulla quale si sono innestate le varie “riforme migliorative” è quella emanata nel 1936; legge che, a rileggerla oggi, è straordinariamente attuale moderna, e, soprattutto, rispettosa del principio fondamentale (fissato nella Costituzione) di “tutela del risparmio in tutte le sue forme”.
Purtroppo quella legge ha un difetto insanabile: è stata approvata nel 1936, quindi è una “legge fascista”…
Proviamo a rileggerla senza i paraocchi politici.
Il principio fondamentale alla base era quello della netta separazione tra sistema bancario e sistema industriale. E’ un principio statuito dopo la grave crisi del 1929, quando le strette commistioni tra banche ed aziende crearono un crack spaventoso; dopo di allora, alle banche fu proibito avere partecipazioni in imprese, cui potevano solo erogare prestiti; insomma chi eroga credito non può sedere nel consiglio di amministrazione del finanziato. Principio oggi cancellato dalle varie “riforme” che consentono ad un a banca di detenere azioni (addirittura in misura tale da pervenire al controllo societario) di imprese in difficoltà. Si pensi al caso di Alitalia “salvata” con l’intervento della Cassa depositi e prestiti che, ricordiamolo, raccoglie i depositi delle Poste: i nostri padri ed i nostri nonni che fiduciosamente hanno accumulato i loro sudati risparmi allo sportello postale sotto casa sanno che i soldi sono evaporati nella fornace della compagnia aerea?
L’incesto banche-aziende si realizza non solo attraverso la partecipazione delle banche al capitale delle imprese, ma anche attraverso la partecipazione di aziende al capitale delle banche: un intreccio d’interessi potenzialmente esplosivo (come si fa a negare un prestito ad una società in difficoltà che detiene il 5% del capitale della banca ed ha magari due consiglieri d’amministrazione?).
Un secondo principio era quello della separazione tra banche “ordinarie” (dedite alla raccolta del risparmio ed all’erogazione di prestiti a breve termine) ed istituti di credito specializzati (dedicati alla raccolta di risparmi a lungo termine attraverso obbligazioni ed all’erogazione di mutui a lungo termine): una stretta correlazione tra la durata delle contrapposte operazioni, al fine di garantire sempre la liquidità dei depositi. Principio oggi cancellato dalle varie “riforme” che hanno creato il modello di “banca universale” e che consentono alle banche di fare operazioni a lungo termine, emettere obbligazioni anche subordinate, impegnare parti consistenti dei depositi (che sono per loro natura “a vista”) in finanziamenti a 20-30 anni!
Un terzo principio era quello del controllo sull’attività creditizia, affidato alla Banca d’Italia (istituita appena dieci anni prima, nel 1926). Controllo stretto, che andava dall’esame dei bilanci al potere ispettivo, dalla regolamentazione dell’apertura di nuovi sportelli all’autorizzazione alle fusioni tra banche. In sostanza attuava una politica di disciplina e di vera e propria tutela nei riguardi di tutte le istituzioni creditizie e, indirettamente, nei riguardi del risparmio in genere.
I tre pricipi-cardine della legge del 1936 hanno salvaguardato l’Italia dalle spaventose conseguenze della crisi del 1929; se la classe politica avesse il coraggio di ripristinarli forse potrebbero salvarci dalle gravi conseguenze della crisi del 2008 (esplosa per l’eccesso di finanza speculativa!).
Speriamo che si abbia il coraggio di andare verso il futuro tornando al passato…