NONSOLOSOLDI. Il crac americano: una lezione inutile? L’esperto De Marchi: “Le banche hanno dato mutui a cani e porci”
23 Settembre 2008di Gianluigi De Marchi per www.dituttounblog.com
E’ bastato che il Governo statunitense, d’intesa con il tesoro e la FED cedesse al ricatto dei grandi “banchieri speculatori” firmando un assegno da un trilione di dollari, per far esplodere l’entusiasmo sui mercati e dare l’impressione che, come per incanto, lo spettro del baratro finanziario in cui i mercati si trovavano sia svanito nel nulla.
Le Borse hanno prontamente recepito il forte messaggio di disponibilità a cancellare le responsabilità di chi ha creato, ancora una volta, l’illusione che la finanza sia onnipotente. E così i listini mondiali, schiacciati dal peso di un sistema bancario incagliatosi nella mina vagante dei mutui immobiliari ad alto rischio concessi a piene mani anche a chi non aveva alcuna potenzialità di rimborso (e poi rapidamente sparpagliati nei portafogli di tutto il mondo attraverso le famigerate “cartolarizzazioni”) hanno ripreso fiato.
Se il problema è stato risolto lo capiremo solo nelle prossime settimane (un rimbalzo, lo sanno bene gli esperti, “non fa primavera…”); ma anche se così fosse, il cessato allarme non deve assolutamente far dimenticare le enormi responsabilità di chi ha provocato questo terremoto.
E che per ora se ne sta beatamente al suo posto, pronto a ripetere, magari in altre forme, altri sconquassi finanziari…
Proviamo ad esaminare un po’ di chi è la colpa del “quasi crack”.
Le banche che hanno erogato mutui a cani e porci, per cominciare.
E’ il punto d’inizio della tragedia. Si ha un bel dire che la casa è il sogno di tutti (alcuni dicono addirittura che è un “diritto”!). Ma senza soldi non si può comprare, si può solo affittarla. E per comprarla senza soldi, bisogna avere almeno la “capacità di esdebitamento”, cioè un reddito sufficiente per pagare le rate di rimborso e gli interessi senza ridursi alla fame. Per secoli è stato così, poi alcuni giovanotti con il master e gli occhialini colorati hanno detto che l’importante per le banche non era “consigliare ed assistere”, ma era “vendere”. E allora ecco i mutui concessi non più al 50-60% del valore (per avere una garanzia sufficiente, in caso di insolvenza), ma al 90-100%. Ecco, subito dopo, i mutui concessi al 130% (valore della casa più costo di ristrutturazione); ecco i mutui agli immigrati ed ai lavoratori a termine. Per carità, tutta brava gente, ma la valutazione del rischio ed il rapporto capacità di reddito/oneri finanziari dove lo mettiamo?
In un mondo finanziario “normale” le insolvenze sarebbero restate circoscritte alle banche temerarie, punto e basta.
Ma ecco la seconda trovata dei giovanotti col master e gli occhialini colorati: diamo mutui a tutti, poi scarichiamo il rischio su altri, vendendo i crediti ad istituzioni finanziarie in cerca di rendimenti elevati, che a loro volta li collocano sul mercato sotto forma di obbligazioni (le “cartolarizzazioni”). Due gravissime colpe delle banche: aver effettuato operazioni di finanziamento a rischio altissimo ed aver ceduto a terzi il rischio, ricominciando il giochino daccapo con la nuova liquidità raccolta.
Le agenzie di rating sono state al gioco; e sono colpevoli.
I contratti a rischio (i famosi subprime) diventavano innocui crediti di altissimo standing grazie all’ombrello offerto dall’emittente delle obbligazioni: se era un colosso, le sue obbligazioni ricevevano automaticamente il massimo livello di affidabilità (tripla A) anche se alla base c’erano crediti rischiosissimi: et voilà, il gioco è fatto, un junk bond diventa un’obbligazione pregiata…
Solo dopo mesi, quando la frittata era ormai fatta, Moody’s e S&P si sono affannando ad abbassare i rating; ma i buoi (malati!) sono scappati, sono stati catturati dai banditi, macellati, venduti e già mangiati da altri che adesso hanno il mal di pancia. Colpa loro o di chi ha certificato che i buoi erano sanissimi?
I gestori di fondi e di assicurazioni sono stati al gioco; e sono colpevoli.
Nell’ansia di battere il benchmark, l’odiato benchmark che non riescono mai a superare perché le loro commissioni sono esose e, specie nel settore obbligazionario, azzerano i rendimenti netti dei portafogli, ecco la soluzione magica: comprare obbligazioni legate ai subprime. E così gestori con il master e gli occhialini colorati responsabili di fondi di liquidità (quelli, per intenderci, che dovrebbero investire solo in titoli con 12 mesi di vita residua e ad alta sicurezza) han comprato quelle obbligazioni anziché titoli di Stato e le hanno messe in pancia ai fondi, pavoneggiandosi per i rendimenti. Stessa cosa hanno fatto i gestori delle compagnie di assicurazione, con l’aggravante che hanno messo in circolazione le famigerate “index linked” vendute con l’illusione del “capitale garantito”; garantito, si badi bene, non dalla compagnia (come crede il 99% degli ignari sottoscrittori, fiduciosi che Generali, SAI o Mediolanum rimborsino comunque quanto investito) ma da una banca! Che mondo quello in cui una compagnia di assicurazione non assicura nulla ed una banca prende il suo posto…
I responsabili delle agenzie bancarie sono stati al gioco; e sono colpevoli.
Ansiosi di farsi belli con i loro superiori e (soprattutto) di incassare i pingui bonus per le “vendite” e l’incremento del conto economico, hanno collocato obbligazioni strutturate, derivati, fondi a rischio camuffati da sicuri, index linked seguendo pedissequamente gli ordini delle direzioni generali, senza minimamente curarsi degli interessi dei clienti (quelli che, in base al Testo Unico sulla Finanza, le banche dovrebbero tutelare!).
Riepiloghiamo.
Centinaia di migliaia di colpevoli sono a piede libero in tutto il mondo, rimanendo saldamente al loro posto, incassando stipendi come se fossero Schumaker o Ronaldinho (che almeno fanno appassionare il pubblico!) e progettando nuovi, diabolici sistemi per tosare i risparmiatori.
Sarebbe ora che Governi ed autorità monetarie, anziché lanciare appelli alla calma, spiegare che tutto va bene, gettare la croce addosso ad ignoti “speculatori”, facessero tabula rasa di consigli di amministrazione, direzioni generali e direzioni commerciali, bloccando stipendi e liquidazioni dei giovanotti con il master e gli occhialini colorati, per metterli a disposizione dei risparmiatori beffati e danneggiati.
Se non si darà un messaggio “forte” il provvedimento adottato dall’amministrazione Bush si rivelerà un patetico “brodino al moribondo”, una patata bollente in mano al prossimo Presidente ed a tutti coloro che, nel mondo, avranno solo carta straccia in mano. Requisire le ricchezze accumulate in anni di forsennate operazioni sulla pelle degli ignari risparmiatori e metterle a disposizione dei danneggiati: questa sì che è giustizia, questo sì che è “voltare pagina” questo sì che è assicurare che in futuro non ci saranno più operazioni simili….
Un commento presente
Fossero solo i mutui facili il problema ci si ritroverebbe in una situazione difficile, ma circoscritta ad un settore e risolvibile, pagando il giusto pezzo. Ai mutui si aggiunge invece il problema di un mercato ormai lontanissimo dall’economia reale, basato su contratti su eventi futuri che possono essere acuistati anche con pochi soldi, mediante l’uso della “leva finanziaria” non solo da enti finanziari, ma anche da privati, che a fronte del versamento di poche migliaia di euro possono muovere contratti per cifre enormi. In pratica si è data a chiunque la possibilità di comprare, ma quel che è peggio anche di vendere allo scoperto, prodotti finanziari senza tirare fuori un centesimo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, un mercato azionario impazzito, in balia degli scommettitori.
Se molti scommetteranno sul prezzo del petrolio a 200 dollari entro l’anno, la possibilità che ci arrivi davvero sono altissime, al di là di ogni considerazione di carattere economico.
Una pazzia che ha in passato gonfiato i portafogli di quelle banche sulle quali è tornato oggi come un boomerang. Facile indovinare che, come sempre, Pantalone pagherà per tutti.
Scritto da Asdrubale il 23 Set 2008