Il generale Speciale prosciolto dalla Corte dei Conti – Da ora in avanti i parenti e le spigole si possono trasportare sugli ATR-42 di servizio, purché «per motivi istituzionali»
11 Agosto 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Nessuna perdita per l’erario: dare un passaggio in aereo alla moglie non costituisce danno, purché il viaggio venga effettuato «per motivi istituzionali». Secondo la sentenza della Corte dei Conti n. 1537 del 30 luglio 2009, la stessa situazione si verifica quando viene disposto un volo di ATR-42 da Pratica di Mare a Bolzano, ufficialmente per “trasporto autorità”: il pilota attende tranquillo gli ospiti ed invece a salire la scaletta non si sono presentati passeggeri importanti bensì casse di pesce.
Finisce così, almeno per la parte amministrativa (è in corso anche un procedimento penale con l’accusa di peculato), la storia che ha visto al centro di feroci polemiche l’ex comandante della Guardia di Finanza, Generale Roberto Speciale, attualmente parlamentare eletto nelle liste del PdL. Ne da notizia due giorni fa il quotidiano Alto Adige, la notizia è stata ripresa ieri con evidente soddisfazione da libero-news.it e da ilgiornale.it, oltre ad essere riportata dal corriere.it. Il Tempo online lo dà per “riabilitato”, seppure il procedimento penale per peculato stia andando avanti. Stranamente ma non troppo, repubblica.it non pubblica nulla su questo fatto, seppure Alto Adige appartenga allo stesso gruppo editoriale e nonostante che in passato la redazione di Repubblica abbia ampiamente trattato la vicenda.
Dunque per la Corte dei Conti nessun illecito nel trasportare con voli di servizio moglie e “carico” personale, purché si utilizzi un volo definito “ufficiale”. Questa non è una grossa novità, ormai abbiamo fatto il callo a Mastella che porta il figlio a vedere il gran premio a Monza e ad Apicella che va a strimpellare in Sardegna utilizzando i voli di Stato, insieme ad altri “accompagnatori” ed “accompagnatrici”.
Nel leggere la sentenza sul caso di Speciale, il proscioglimento sulla faccenda delle spigole appare un pochino forzato, quasi benevolo. Secondo le indagini condotte dal PM, il vice Procuratore Generale dott. Massimo Di Stefano, quel 26 agosto del 2005 la «Centrale Operativa del Comando generale GdF aveva autorizzato (con messaggio n. 6257/R del 24 agosto 2005 dal Comando Generale GdF al Comando Operativo Aeronavale GdF, in atti) un volo Pratica di Mare/Bolzano nei giorni 26 e 27 agosto 2005 per ‘trasferimento autorità’». Quando il comandante dell’aereo, il Maggiore Aldo Venditti, «si accorse che doveva trasportare delle casse di pesce, e non persone» manifestò le proprie rimostranze. La validazione dell’ordine arrivò personalmente da parte del Gen. Baielli, all’epoca comandante del gruppo aeronavale della Gdf e oggi in pensione: seppure i piloti non dipendessero da lui per scala gerarchica come enunciato nella sentenza, alla fine riuscì nel persuaderli a decollare.
In realtà il viaggio si interruppe: a causa delle avverse condizioni meteo (smentite dalla difesa di Baielli) l’aereo fu costretto ad atterrare a Verona, facendo ritorno a Pratica di Mare il giorno stesso. Questi benedetti branzini insomma non arrivarono a destinazione per l’ora di pranzo, stando all’esposizione della prima parte della sentenza.
La memoria dei difensori del Generale Speciale riporta che il pesce arrivò la sera stessa a destinazione, seppure l’ATR-42 della GdF che lo aveva imbarcato non fosse mai atterrato a Bolzano. Come si scopre scorrendo la sentenza (pag. 10 del documento in pdf allegato a questo post) il trasporto Verona-Bolzano fu effettuato via terra, senza specificare se su un automezzo della stessa GdF o di terze parti. Secondo GrNet, il carico a quel punto fu preso in consegna da una pattuglia di baschi verdi.
Scorrendo ancora il documento (pagg. 9-10), si evince che la colpa di tutto questo pataracchio alla fine fu del Maggiore Venditti, che non essendo il pilota originariamente assegnato a quel volo si trovava a non avere ordini scritti e dettagliati. «Si è rifiutato di partire senza ordine scritto che giustificasse il cambiamento del titolo di volo (trasporto di merce invece che di persone)». A quel punto è intervenuto il Gen. Baielli che, per cercare di convincere il perplesso Maggiore Venditti, suggerendo di utilizzare il viaggio «per attività addestrativa» (pag. 10). Insomma decidetevi, era un volo di servizio o doveva essere un addestramento? Di certo c’è soltanto che le benedette spigole dovevano assolutamente arrivare a destinazione.
Quindi prosciolto Speciale, che stando alla sentenza non era a conoscenza dell’andirivieni dell’aereo il giorno 26 agosto. Il vero spreco, secondo i giudici, fu nel costringere un altro velivolo a svolgere il servizio per il rientro della comitiva il giorno seguente, essendosi verificato che il volo del 26 rimanesse finalizzato al solo trasporto di casse di pesce fino a Verona.
Avvisaglia di guai quindi per il maggiore Venditti, per non avere eseguito l’ordine di portare l’aereo a Bolzano e di rimanerci fino al giorno dopo. La presunta disobbedienza del pilota viene indicata come «in palese
violazione di obblighi di legge (art. 16 del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3, applicabile al personale militare in quanto espressamente escluso dalla privatizzazione del rapporto di impiego prevista dal d.lgs. n. 29/1993)» (pag. 6 della sentenza).
In realtà il recalcitrante pilota ha fatto un grosso favore a Speciale, facilitandone il proscioglimento. Si legge infatti nella sentenza, a pag. 9: «La circostanza del volo per il trasporto ittico non integra, dunque, alcuna illiceità della spesa, come sarebbe avvenuto, ad esempio, se la partita di pesce fosse stata consumata dal Comandante e dai suoi accompagnatori». Ne consegue che se l’aereo fosse arrivato alla scuola alpina della Guardia di Finanza di Predazzo per l’ora di pranzo del 26 agosto 2005 come da programma originale, le spigole avrebbero allietato la tavola del comandante in capo della GdF e del suo seguito. Secondo quanto scritto nelle motivazioni della sentenza, allora si che sarebbero stai guai per il Generale.
Pittoresca la giustificazione dell’invio delle spigole via aereo di servizio: «l’uso dell’aereo militare era stato, peraltro, suggerito dalla circostanza che il fornitore del pesce era stato impossibilitato alla consegna personale e che l’uso di un aereo civile avrebbe compromesso la conservazione del pesce». È tutto scritto nero su bianco, la sentenza è consultabile sul sito della Corte dei Conti e nell’allegata stampa in pdf .
A margine, notare come la sentenza sia scritto in un italiano alquanto approssimativo in alcune parti: “rischiaramento” anziché “rischieramento”, poi c’è questo generale che non si riesce a capire se si chiama Baielli o Barelli, ed altro ancora.