Il quoziente culinario di Lynn
18 Febbraio 2010Pensavo che i docenti emeriti di psicologia all’università irlandese del nord, come Richard Lynn, possedessero una intelligenza almeno pari alla loro esibita carriera. Devo ricredermi, dopo aver letto la strampalata teoria di Lynn sul quoziente intellettivo dei meridionali italiani che secondo lui sarebbe inferiore a quello dei loro connazionali del nord.
Ma non mi preoccupa tanto questa sciocca affermazione, quanto la sua convinzione che il presunto ritardo mentale dei meridionali sarebbe causato dalla scadente qualità del cibo nel sud Italia. E qui ci si potrebbe confrontare a tavola con Lynn, giacché è un dato di fatto che le famiglie del nord, in cui è più diffuso il lavoro di fabbrica e maggiori le distanze casa-lavoro, hanno minor tempo disponibile per l’attività culinaria e perciò ingurgitano di più precotti, scatolame e merendine, piene di conservanti, mentre invece al sud, per tradizione e per tempo libero, le donne hanno una maggiore familiarità quotidiana con le buone pietanze (basta pensare ai ragù e agli impasti, alle parmigiane e ai minestroni di verdura), seguendo perlopiù una dieta mediterranea, cibando quindi bene i propri figlioli con alimenti freschi e naturali e arance sanguigne a portata di mano.
Ma si potrebbe anche spiegare al povero Lynn che la grande distribuzione dei prodotti alimentari è la stessa, al sud dove abbondano supermercati come al nord con le stesse marche, e che comunque è più facile morire di fame o soffrire di avitaminosi nelle città del nord che nei paesi del sud, dove il sistema parentale e comunitario funziona in caso di bisogno soprattutto a tavola, senza mense per poveri.
Ma perfino stare qui a ribattere a un rincoglionito seguace tardivo di de Gobineau è una perdita di tempo, mentre al sud, senza distinzione economica, in questo periodo trionfa a tavola il carnevale…
Fabrizio Spinella
5 commenti presenti
Errore nel titolo: “Il quoziente culinario di Lynn”, e non Flynn (James Robert Flynn), anche se lo scambio di cognomi dipende da un lapsus opportuno: infatti Flynn ipotizzò l’influenza di diversi fattori (tra i quali anche l’alimentazione) sull’aumento del quoziente intellettivo in diversi Paesi. Si parla appunto di “effetto Flynn”, ma ciò non ha nessuna validità scientifica, basandosi la ricerca su una rilevazione di dati statistici da cui sono derivate delle ipotesi facilmente confutabili. È veramente curioso che nessuno, nei grandi giornali affollati di collaboratori specializzati, abbia fatto cenno sulla “fonte” dell’affermazione di Lynn.
C’è un nuovo “nazismo” che, come l’originale, si ciba di siffatte teorie (legittime nel campo della ricerca antropologica), e si sa che si comincia sempre con una teoria e si finisce col prendere le misure dei nasi e dei crani, ma guardacaso mai delle teste di c..zo che usano il metro del razzismo.
Scritto da Fabrizio Spinella il 18 Feb 2010
James Robert Flynn, “What is intelligence?: beyond the Flynn effect”, Cambridge University Press, 2007)
Scritto da Fabrizio Spinella il 18 Feb 2010
Scusi Spinella,
errore anche mio: prima pubblico un post su Lynn e subito dopo metto in linea il suo, copincollando e senza verificare. Sono un pochino sottotono e stanco in questi giorni
Scritto da Sergio Fornasini il 18 Feb 2010
Sono venuto a sapere della ricerca di Lynn per caso, e naturalmente mi
aspettavo le polemiche e le critiche che ora leggo nei forum: da una nazione
arretrata e senza cultura scientifica come l’Italia é una cosa naturale.
Lynn aveva giá pubblicato, anni fa un libro “il QI e la ricchezza delle nazioni”
dove dimostrava statisticamente che il benessere di ogni nazione dipenda
dal QI medio dei propri abitanti.
In realtá queste teorie esistono da quando esiste il test per il quoziente di
intelligenza: semplicemente si mette in relazione il quoziente di intelligenza
medio con il grado di sviluppo di una nazione, la qualitá della vita, la scolaritá,
la mortalitá infatile ed i risultati parlano da soli:
La carta della ricchezza, della prosperita’, della civilta’ e’ sovrapponibile alla carta delle popolazioni bianche.
In quasi tutte le nazioni del mondo abbiamo, a seconda delle popolazioni :
bianchi al 100% stato ricco e civile
meticci stato povero ed instabile
negri stato poverissimo e totalmente instabile
Il cosiddetto “razzismo”cioé il considerare le razze umane diverse in
abilitá e mettere in relazione il diverso sviluppo e la produzione
culturale dei diversi popoli é semplicemente una conclusione logica,
basata su concetti scientifici:
Le differenze tra sviluppo, reddito e qualitá della vita tra diverse
nazioni sono correlate DIRETTAMENTE tra le differenze di Q.I.
medio tra i diversi abitanti, fatto dimostrato statisticamente. (Lynn)
La differenza tra il Q.I tra negri, africani ed afroamericani e bianchi
esiste, ha base genetica e, statisticamente va dai 15 ai 30 punti (!)
(Eysenck, Hernstein, Pearson, Jensen, Brand, Rushton,Murray,
Watson ed innumerevoli altri)
Il fatto che il test per il QI possa dare una spiegazione razionale, scientifica
e verosimile al problema delle grandi differenze tra popoli e razze puó essere
contestato ma, sicuramente, dimostra che una spiegazione scientifica per il
fenomeno esiste (contrariamente a quanto per anni affermato in certe
pubblicazioni politico-ideologiche) e, dato che le loro spiegazioni
“sociologiche” e psicologiche non sono mai state verificate, né sono
verificabili, fornisce la più probabile e semplice spiegazione alternativa a
quella politico-ideologico-paranormale degli antirazzisti catto-comunisti.
Nonostante tutto ciò, c’è ancora chi si ostina a definire “razziste” queste
teorie, ed a rifiutarle.
Ma questo punto tutte le prove esaminate portano a concludere che i “razzisti”
abbiano pienamente ragione, e che le differenze tra le diverse civilizzazioni,
cosí come le differenze tra diversi popoli possano, semplicemente essere
spiegati come differenze di abilitá, e che le differenze tra “paesi ricchi” e
“terzo mondo” possano essere spiegati in chiave meritocratica, con i popoli
piú intelligenti e capaci in testa, i popoli meno intelligenti in coda ed i popoli
meticci, prevedibilmente a metá strada, a sottolineare lo stretto legame tra
razza ed abilitá.
Chi sostiene il contrario, è cioè che la spiegazione sia paranormale, ufologica
o dovuta a fenomeni culturali e sociali direttamente mutuati dal loro ben noto
trito e ritrito bagaglio politico-ideologico, se vuole essere creduto deve portare
prove convincenti a sostegno delle proprie affermazioni .
http://prometheus.greatnow.com
Scritto da Romeo Caudan il 22 Feb 2010
@ Romeo Caudan:
come c’è scritto nel suo sito, Lynn dice: “Se stiamo parlando di credere all’esistenza di differenze genetiche tra le razze, sono
decisamente un razzista scientifico”. Se si da del razzista da solo, credo possano farlo anche altri
Scritto da Sergio Fornasini il 22 Feb 2010