Il sogno di Montezemolo, la scomparsa di Grillo e il Vaticano dell’Udc: intervista a Rodolfo Brancoli
28 Novembre 2008“Perchè, ci sono ancora Grillo e la Casta? Sono scomparsi dall’orizzonte. In Italia le indignazioni durano poco.” Si conclude con queste parole l’intervista a Rodolfo Brancoli, politologo, scrittore, editorialista e collaboratore di Romano Prodi tra il 2004 e il 2008. Ce n’è per tutti in questa intervista, non solo per Grillo. Da blogsfere.it (sf)
“Fine corsa” per Rodolfo Brancoli, collaboratore di Romano Prodi tra il 2004 e il 2008: Garzanti ha pubblicato il suo memoriale sulle sinistre italiane, dal governo al suicidio. Un breviario indispensabile per capire il declino dei riformismi nostrani e del Partito Democratico, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi con Diego Bianchi.
Abbiamo discusso insieme dei colpi bassi di D’Alema, di Montezemolo in politica e dell’influenza dei cattolici alle urne.
Unico neo, le domande a cui Brancoli non ha risposto: la prima riguardava il nome del principale avversario di Romano Prodi nella scorsa legislatura e la seconda consisteva nel gioco della torre fra esponenti politici bipartisan. Di seguito trovate l’intervista e al termine, in corsivo, i quesiti su cui ha sorvolato.
Il Partito Democratico, che dovrebbe essere la realizzazione dell’ambizione prodiana di riunire i riformismi italiani, vede forti correnti al suo interno e un leader impegnato soltanto a parare i colpi di D’Alema. L’Italia non è ancora matura per un unico partito della sinistra riformista?
L’Italia è matura dalle elezioni europee del 2004, quando la lista unica prese il 30,1 per cento in una competizione interamente proporzionale e senza l’aiutino del “voto utile”. Se il Pd fosse nato nel 2005, forse la storia del governo dell’Unione sarebbe stata diversa. Il problema non è la base popolare ma il suo gruppo dirigente. D’Alema e Veltroni ridussero i Ds al 16 per cento (elezioni 2001) e, se continuano a ruota libera, ridurranno il Pd allo stesso modo. Certo non da soli, ci vuole anche l’aiuto degli altri.
Vaticano e voti elettorali. I cattolici sono ancora determinanti per la vittoria di una coalizione o la loro influenza è sopravvalutata?
Diciamo che l’Udc, unico partito identitario alle elezioni del 2008, incoraggiato e appoggiato da una parte almeno della Gerarchia, ha preso poco più del 5 per cento dei voti.
Scrive che i rapporti personali tra Montezemolo e Romano Prodi siano sempre stati ottimi e che l’ex Presidente di Confindustria non sia entrato in politica perchè “non si è mai verificata la costellazione propizia”. Cosa significa e chi sarebbero quelli della costellazione?
L’espressione non è mia, credo non si siamo realizzate le condizioni. Forse si immaginava un percorso che doveva portare allo smantellamento delle due coalizioni del 2006, al compattarsi di uno schieramento centrale, e all’eventuale emergere di una leadership non riconducibile direttamente alle forze impegnate nell’operazione. Più che una costellazione era un sogno. Molto velleitario.
Commissione di Vigilanza Rai, Villari non intende mollare. Prima dichiara di rispettare le decisoni del partito e poi rimane al suo posto, perchè nominato dal Parlamento. Siamo dinanzi a un nuovo Mastella?
Non conosco un altro paese in cui le vicende dell’ente televisivo pubblico occupino uno spazio così centrale nella politica e assorbano così tante energie. La Rai è diventata un fattore di inquinamento della vita pubblica, soprattutto per colpa dei politici. Perciò non riesco a indignarmi per il comportamento di Villari: so che quando c’è di mezzo la Rai i politici danno sempre il peggio di sé. E qualcuno lo avrà pure messo in lista garantendogli prima l’elezione a parlamentare, poi nella commissione di Vigilanza. O no?
Durante la scorsa legislatura il governo tremava per l’insorgere dell’antipolitica da Grillo alla Casta, che, in realtà, non ha determinato nessun cambio di rotta nella condotta del Palazzo. Perchè gli elettori non reagiscono agli sprechi e ai privilegi della classe politica?
Perchè, ci sono ancora Grillo e la Casta? Sono scomparsi dall’orizzonte. In Italia le indignazioni durano poco.
articolo tratto da politicaesocieta.blogsfere.it
2 commenti presenti
Il PD è un partito unico? le cose sarebbero andate “meglio” se ci fosse stato il PD nel 2006?
Riporto l’articolo di oggi di Fabio Martini per “La stampa” da cui si evince quanto è unico questo partito.
“Chiunque componga lo 06-67111, numero di telefono del mitico centralino del Pci, poi ereditato dai Pds-Ds, si sentirà rispondere: «Direzione Ds». Ma come? Proprio come ai bei tempi, quando da Botteghe Oscure rispondevano «Direzione del Pci»? E comunque, senza tornare troppo indietro, i Ds non si erano sciolti dentro il Pd? Arcano destinato ad infittirsi, se subito dopo si provasse a digitare lo 06-695321 , un tempo centralino della Margherita.
In questo caso risponde una voce in automatico: «Democrazia e Libertà-La Margherita, i nostri operatori sono momentaneamente occupati, vi preghiamo di attendere…». Bizzarrie con un perché: dietro quei centralinisti ci sono ancora due partiti, due palazzi, decine di funzionari e un fiume di denaro pubblico che alimenta la doppia vita di due formazioni politiche che sono ex fino ad un certo punto.
Nei giorni scorsi aveva fatto un certo scalpore la notizia: lunedì a Madrid Piero Fassino, ex segretario dei Ds, sottoscriverà assieme agli altri leader socialisti, il manifesto del Pse in vista delle elezioni europee. Ha spiegato Fassino: «Firmerò il Manifesto perché sono tra coloro che a suo tempo furono incaricati di redigerlo». Si può capire quanto l’ex leader Ds sia affettivamente e politicamente legato a quel manifesto, ma le motivazioni addotte non sciolgono la contraddizione: Fassino è uno dei massimi dirigenti di un partito, il Pd, che ha deliberatamente deciso di non aderire a nessuno dei partiti europei.
E proprio in queste ore Massimo D’Alema sta tornando da una missione in America centrale, dove ha partecipato ai lavori dell’Internazionale Socialista, di cui l’ex premier ds è uno dei vicepresidenti. Prima di partire, durante la festa di inaugurazione di RedTv, D’Alema scherzava: «Se nei prossimi giorni andrò in Messico i giornali scriveranno che sono andato per fare uno sgarbo a Veltroni, ma anche se non andrò, scriveranno la stessa cosa! Tanto vale andare, farò un viaggio in una zona interessante del mondo…».
Battute simpatiche che non sciolgono, anche in questo caso, la contraddizione: il Pd ha scelto di non aderire all’Internazionale socialista, di cui il democratico D’Alema resta uno dei più autorevoli dirigenti. E da par loro, non scherzano quelli della ex Margherita: il 4 e 5 dicembre si terrà a Bruxelles il congresso del Partito democratico europeo, al quale parteciperà Francesco Rutelli e al termine del quale sarà approvato un manifesto in vista delle elezioni europee. Ha detto Rutelli: «Quando abbiamo sciolto la Margherita, non lo facevamo per ritrovarci nel Pse». Ma neppure nel Pde.
Certo, dal Pd non sono venuti «divieti», ma intanto in giro per il mondo Ds e Margherita continuano a vivere e a lottare. Una contraddizione alimentata da un fiume di denaro. Ds e Margherita, per quanto confluiti nel Pd, continuano a ricevere separatamente palate di finanziamento pubblico: per il 2007 circa 35 milioni di euro sono andati alla Quercia e 25 ai Dl, per un totale di quasi 120 miliardi di vecchie lire. I due partiti ricevono soldi per una legislatura (la passata) che politicamente è defunta nell’aprile del 2008, ma che finanziariamente proseguirà sino alla conclusione teorica, il 2011. A questi soldi vanno aggiunti quelli che Ds e Margherita continuano a ricevere per le Europee (2004-2009) e per le Regionali (2005-2010).
All’inizio del 2008 il cassiere del Pd, Mauro Agostini, a nome di Veltroni, bussò alla porta del tesoriere ds Ugo Sposetti e a quello della Margherita Luigi Lusi, proponendo la stessa domanda: «Ci date una parte del vostro finanziamento?». La risposta fu la medesima: «Non se ne parla». Dunque, i vecchi partiti si terranno i loro soldini sino al 2011. Serviranno ad alimentare mai sopite vocazioni autarchiche? I Ds dicono che i soldi aiuteranno a colmare lo storico debito accumulato nel corso dei decenni da papà-Pci. La Margherita – guidata da Rutelli, amministrata da Lusi e controllata da un’Assemblea federale alla quale l’ultima volta hanno partecipato una quindicina di superstiti – deciderà via via l’uso di quegli ingenti fondi pubblici”.
Scritto da Reiser il 28 Nov 2008