INVESTIRE IN IRLANDA E’ CONVENIENTE (MA SOLO PER LE BANCHE!)
15 Novembre 2011di Gianluigi De Marchi
La settimana scorsa abbiamo parlato delle obbligazioni irlandesi che stanno provocando pesanti perdite ai risparmiatori che le hanno sottoscritte su consiglio delle banche.
Il rapporto con l’Irlanda è purtroppo ben più ampio di quanto si possa credere sulla base del fallimento della bank of Ireland, perché sono oltre 175 miliardi di euro i capitali investiti in Irlanda dai risparmiatori italiani. Parliamo della sottoscrizione di fondi comuni con sede a Dublino che per oltre 10 anni hanno conosciuto un successo straordinario nel nostro Paese grazie alla pressante azione di vendita da parte degli sportelli bancari italiani.
Perché questo interesse per “l’isola verde?” I gestori di fondi irlandesi sono così bravi da surclassare quelli del resto dell’Europa? Danno risultati migliori?
Niente di tutto questo. Il fatto è che investire in Irlanda è interessante, sì, ma solo per le banche che vi hanno costituito le società di gestione dei fondi. I gestori sono italiani, i titoli acquistati sono uguali a quelli acquistati per conto dei fondi italiani equivalenti distribuiti in Italia, i risultati sono uguali; ma le tasse pagate in Irlanda sono molto, ma molto più basse. I risparmiatori pagano meno? Nooo, le banche pagano meno: le società di gestione “irlandesi” come sede (ma italianissime come sostanza) pagano imposte pari al 10% degli utili, una miseria rispetto al 45-50% che pagherebbero in Italia. I loro guadagni sono tassati pochissimo, mentre quelli dei sottoscrittori italiani pagano esattamente le stesse aliquote di quelle che pagherebbero con un fondo nazionale. Ecco allora il pullulare di società definite “esterovestite” create esclusivamente per far beneficiare le banche di un trattamento fiscale agevolato. Se almeno dividessero il beneficio con i loro clienti (ad esempio facendo pagare basse commissioni di gestione) questo comportamento elusivo avrebbe un senso; invece, nel loro abituale egoismo, le banche pagano meno tasse (depauperando così le casse dello Stato italiano…), gonfiano di utili i loro bilanci e pagano bonus enormi ai loro dirigenti che hanno inventato questo sistema…
Consiglio per i lettori: non solo per motivi nazionalistici, ma anche perché la legislazione italiana sui fondi comuni è molto più efficace di quella europea sotto il profilo della tutela dei diritti dei sottoscrittori, liquidate i fondi irlandesi che vi hanno consigliato, e prendetevi un fondo analogo ma italiano. I risultati (per voi) saranno gli stessi, ma almeno le banche pagheranno più tasse, chissà, voi ne pagherete di meno…