LA LOBBY DELLE ASSICURAZIONI VINCE ANCORA…
3 Giugno 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
Quando si parla di “poteri forti” si fa sempre riferimento a chi gestisce capitali enormi e, grazie a questo fatto, può ottenere dal governo tangibili benefici. Parliamo, ovviamente, di banche ed assicurazioni, le cui organizzazioni esercitano quella che (con un termine pudicamente inglese per non farsi capire) è definita “lobby”, cioè azione di pressione finalizzata appunto ad ottenere leggi e provvedimenti vantaggiosi per sé.
L’ultimo esempio è costituito dall’abolizione di una delle cosiddette “lenzuolate” liberistiche (uno dei pochi provvedimenti positivi del precedente governo), che prevedeva che i contratti assicurativi del settore “danni” non potevano essere pluriennali ma annuali. Il motivo del provvedimento era chiaro: impedire alle compagnie di obbligare i clienti a restare vincolati per 5 o 10 anni alla società, impedendogli di recedere dal contratto perché aveva trovato condizioni migliori da un’altra parte. Se si pensa che la polizza pluriennale obbliga in maniera drastica a pagare i premi anche se, per assurdo, la copertura non servisse più, si capisce quanto la liberalizzazione sia utile. Se si pensa che chi non paga premi pluriennali può rischiare il pignoramento dei beni per violazione contrattuale, si capisce quanto la liberalizzazione sia utile. Ebbene, la “lobby”, dopo aver combattuto la “lenzuolata”, ha vinto e così ritorna la polizza pluriennale (è in corso di approvazione il disegno di legge governativo).
Perché tanto astio contro le polizze annuali e tanto accanimento per reintrodurre i contratti pluriennali? Semplice, motivi d’interesse, di cassetta, di provvigioni. Pochi sanno (e tutti dovrebbero sapere) che un contratto decennale frutta all’agente provvigioni immediate per 10 anni, che la compagnia anticipa alla firma del contratto. Chi si copre contro malattie o infortuni per 10 anni paga (senza saperlo) commissioni al venditore che incassa, all’atto della vendita, un importo pari, in certi casi, all’intero premio versato. E’ la compagnia di assicurazione che anticipa tutto quello che dovrebbe pagare nel tempo, in modo da stimolare il collocamento dei vari prodotti. Teoricamente, trattandosi di un anticipo, se il cliente revoca la polizza, la compagnia dovrebbe pretendere il rimborso delle commissioni, che sono un suo credito; ma non lo fa per accordi con i sindacati degli agenti e preferisce appellarsi alle norme contrattuali e perseguire il povero assicurato pretendendo l’adempimento del contratto.
Il cosiddetto “precontato” è il vero motivo che impone le polizze pluriennali e che spinge la “lobby” a combattere le polizze annuali; quando i “poteri forti” capiranno che solo comportandosi correttamente potranno sperare di avere buoni rapporti con i clienti?
3 commenti presenti
SAREBBE IMPORTANTE PUNTALIZZARE COSA NE SARA’ DEI CONTRATTI DANNI PLURIENNALI STIPULATI DOPO L’ENTRATA INVIGORE DEL DECRETO BERSANI PER IL QUALE COMUNQUE POTEVANO ESSERE DISDETTATI ANNUALMENTE ANCHE SE LA DURATA CONTRATTUALE INDICATA IN PLIZZA ERA DECENNALE.
UNA VOLTA ENTRATO IN VIGORE IL NUOVO DECRETO QUESTI CONTRATTI POTRANNO ESSERE ANCORA ANNUALMENTE DISDETTATI O DOVRANNO SOTTOSTARE ALLA NUOVA DURATA MINIMA QUINQUENNALE????
Scritto da STEFANIA il 22 Lug 2009
non è ancora chiaro, ma temo proprio che la nuova norma inchioderà i clienti, come vogliono le compagnie.
meglio però chiederlo con urgenza all’agenzia assicurativa e farselo scrivere!
Scritto da gianluigi il 17 Set 2009
non cambieranno mai, sono una casta come quella dei politici e dei banchieri, ai danni di noi cittadini presi in giro e pressati sempre di piu.
Scritto da simone il 20 Dic 2011