La strada per il Quirinale
15 Aprile 2013Nella puntata di Servizio Pubblico andata in onda giovedì scorso, Marco Travaglio ha cercato di demolire alcuni di coloro che in questi giorni vengono indicati come potenziali successori di Giorgio Napolitano. Il vicedirettore del Fatto ha mischiato come al solito giornalismo e satira e il risultato che si è avuto non ha dunque sorpreso : giudizi sommari, valutazioni superficiali e qualche tentativo veramente goffo di gettare discredito. Ripropongo il totoquirinale travagliano a modo mio, attenendomi allo stesso ordine seguito nello studio di Servizio Pubblico.
Giorgio Napolitano – Un Presidente scelto da una risicata maggioranza scaturita dalla seduta comune del Parlamento nella primavera del 2006, che si è guadagnato apprezzamenti bipartisan ed una grande popolarità presso l’opinione pubblica. Da taluni è stata percepita una deviazione della forma di governo italiana in senso presidenzialistico, da altri è stata lamentata inerzia davanti alle forzature della maggioranza berlusconiana. Persona di grande saggezza ed equilibrio che ha risolutamente escluso la possibilità di ricoprire ancora il massimo ufficio della Repubblica. Ai tanti che lo implorano di non abbandonare il Paese in un momento tanto drammatico bisognerebbe rammentare che alle soglie dei 90 anni si impongono valutazioni di ordine più biologico che politico.
Paola Severino – Non capisco cosa ci sia di male nell’aver assistito grandi gruppi e personaggi pubblici di entrambi gli schieramenti ( “entrambi” quando c’era il bipolarismo, ahimè ! ). Me lo spiega Dott. Travaglio ?
Gianni Letta – Figura sfuggente e di poche parole, il volto maggiormente istituzionale del berlusconismo, l’uomo dei ponti e della diplomazia più o meno sotterranea. Credo che sarebbe impeccabile come Presidente della Repubblica ma ho paura che da tanti sarebbe considerato un’emanazione di Berlusconi.
Giuliano Amato – Soprannominato da Travaglio “presidente di larghe natiche “ per aver cumulato un gran numero di incarichi, il prof. Amato viene evocato ogni volta che c’è da mettere in circolo una buona dose di patriottismo repubblicano. E’ idoneo politicamente ( essendo moderato e garantista ) e tecnicamente ( avendo alle spalle una brillante carriera universitaria ), ma in un’epoca in cui i cittadini aspirano ad un radicale rinnovamento riproporre una vecchia gloria della prima repubblica potrebbe essere un errore mortale.
Emma Bonino – A metà strada fra il sistema e l’antisistema, ha le qualità per ridare una parvenza di civiltà davanti al mondo ad un Paese imbarbarito. Unico freno la sua incompatibilità con il mondo cattolico.
Romano Prodi – La persona assolutamente meno indicata per il ruolo di Presidente della Repubblica. Ha presieduto due esecutivi per un totale di 4 anni ed è stato a lungo la guida politica e morale del centrosinistra, ossia il punto di riferimento di una delle due fazioni che si sono contese il governo del Paese negli ultimi 17 anni. Proprio per questo non potrebbe mai rappresentare unità, concordia e armonia, perché sarebbe osteggiato da una consistente frazione del paese. Stupisce l’interesse che riscuote nel MoVimento, non essendo propriamente uno che si è distinto per i tentativi di scardinare il sistema.
Massimo D’Alema, Franco Marini, Luciano Violante – Anche per costoro sussiste lo stesso rischio che ho segnalato a proposito di Amato, con la controindicazione ulteriore che essendo democratici il Colle si confermerebbe per altri sette anni una roccaforte inespugnabile del centrosinistra. E’ auspicabile replicare il metodo Grasso-Boldrini e lasciarli dove sono.
Pietro Grasso – Un procuratore consapevole di quanto sia grande e potenzialmente devastante il potere della pubblica accusa e che per giunta si dimette irrevocabilmente dalla magistratura una volta deciso di compiere il salto in politica è qualcosa che oltrepassa la comprensione del vicedirettore del Fatto.
Giancarlo Caselli, Ilda Boccassini, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Gino Strada – Valgono le parole dette da Massimo Cacciari a proposito del programma del M5S :” Ma stiamo scherzando ???”
Silvio Berlusconi – A parte il fatto che questo Parlamento non lo eleggerebbe mai e che quindi la possibilità che sia il successore di Napolitano non esiste, è di tutta evidenza quale scenario di devastazione si profilerebbe se venisse scelto lui. Valgono le considerazioni espresse su Prodi, magari elevate ad una potenza da compresa tra 2 e infinito.
Tirando le somme emerge come la lista dei nomi sia decisamente deludente. Manca uno sforzo di fantasia, non si riesce a tratteggiare il contorno di una personalità in grado di essere un presidente di garanzia e allo stesso tempo abbastanza esterna da non essere criticabile per aver passato tutta la vita nell’arena politica.
Il primo comma dell’art.87 della Costituzione statuisce che “Il Presidente della repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale “. Di quanto straordinario prestigio sarebbe dotato un Presidente espressione del mondo della cultura e della civiltà italiana ? Quanto sarebbe civica, patriottica e unitaria la scelta di un uomo o di una donna proveniente finalmente dal mondo dei saperi più alti, perfetti e metapolitici come la scienza o la musica ? Due nomi che da soli valgono più di tutti quelli elencati qua sono stati fatti recentemente da Vittorio Sgarbi : Umberto Veronesi e Riccardo Muti. Sfortunatamente il grande oncologo ribattezzato ignobilmente da Grillo “Cancronesi” è fuori dai giochi per l’età troppo avanzata ed il grande direttore d’orchestra non credo sarà nemmeno lontanamente preso in considerazione dai grandi elettori. Mi permetto di fare altri due nomi e sfido chicchessia a trovare validi argomenti contro : Piero Angela e Carlo Rubbia. Il primo è il più grande divulgatore di conoscenza che ci sia in Italia, noto per la misura e la continenza, il secondo è uno dei maggiori scienziati italiani viventi.
Naturalmente non nutro speranze. Sono convinto che alla fine il Parlamento sceglierà una figura di compromesso e di sintesi tra le varie anime politiche. Un risultato che sarebbe accettabile ma in ogni caso non corrispondente a quel vero e proprio balzo ad un livello superiore di civiltà che ho provato a indicare.
Francesco Ginanneschi