Lettera aperta al ministro Tremonti
1 Aprile 2011Gentile ministro,
prima di tutto perdoni il mio ardire nell’indirizzarle direttamente questa nota. Intendo portare alla Sua attenzione un paio di personali considerazioni sull’evasione fiscale, a quanto pare una piaga sempre più pesante per il nostro Paese. Diciamo che sono suggerimenti, forse banali, a proposito di situazioni a Lei probabilmente ben note, dato il Suo alto incarico.
Prima osservazione: mentre mi trovavo in fila alle casse del supermercato, mi è successo abbastanza spesso di notare persone particolarmente spendaccione, con uno o addirittura due carrelli colmi fino all’inverosimile. E fin qui nulla di strano, se non fosse per il fatto che alcuni sembrano acquirenti seriali di pochi articoli. Che so, diversi pacchi di Coca Cola in bottiglia grande, decine di confezioni di Crodino, dozzine di passate di pomodoro, liquori a volontà e molte confezioni di pasta, tutte dello stesso tipo.
Un giorno mi sono trovato vivino a due tizi che facevano la fila nella cassa accanto, entrambi con carrelli stracarichi di merce. Erano due buontemponi, stavano ridendo e scherzando tra loro a voce alta e involontariamente ho captato qualche frammento di conversazione. Da quanto ho recepito, si trattava di due gestori di bar venuti all’ipermercato per rifornirsi di merce in nero, pagamento in contanti alla cassa senza richiedere alcuna fattura. Erano così allegri e consapevoli mentre frodavano il fisco che a un certo punto uno ha fatto all’altro: “Se mi vengono a fare un controllo che gli racconto? Mi risultano si e no cento euro di merce in magazzino”, e giù risate. L’altro, per non essere da meno: “E a me allora? Ne avrò venti di euro in magazzino”, e via a riderne. Poi si sono allontanati giovialmente con i loro carrelli di crodini e bevande assortite. Hanno caricato la merce su di un furgone bianco, per motivi pratici sono venuti con un mezzo adeguato per fare una spesa così voluminosa. Da allora sono portato a notare sempre più compratori seriali di grandi quantità di merce. Deduco inoltre che quando la prevalenza degli acquisti è a favore delle bevande si tratta probabilmente di gestori di bar, se fanno scorta di pasta, passate di pomodoro e farina magari hanno un ristorante, una pizzeria oppure un agriturismo, chissà.
Mi perdoni se Le pongo una questione gentile ministro: se mi posso accorgere io di questi strani movimenti, non sarebbe utile se qualche addetto all’Agenzia delle Entrate o della Finanza si appostasse talvolta nei pressi degli ipermercati, magari annotandosi la targa di questi grandi compratori di grosse quantità di pochi articoli, per poi effettuare una verifica una volta accertato l’esercizio commerciale che gestiscono? Magari potrebbe anche saltar fuori che non emettono abitualmente scontrini e ricevute fiscali, non potendo giustificare il fatturato attivo a fronte degli esigui acquisti di merce regolarmente registrata.
Seconda osservazione: la maggior parte dei contribuenti ufficialmente censiti dal fisco dichiara un reddito medio al limite della sopravvivenza. Esiste tutta una serie di persone che apparentemente se la passa alla grande: hanno belle case, guidano SUV e macchine di lusso, ecc ma poi dichiarano redditi imponibili assolutamente ridicoli. Poi ci sono i c.d. “evasori totali”, si parla molto di loro a mezzo stampa ogni volta che ne salta fuori qualcuno. Capisco come le poche risorse a Sua disposizione non possano riuscire facilmente ad individuare i furbetti, questi sono talmente tanti da rendere difficile scovarli tutti. Mi chiedevo allora se non esistano metodi alternativi, oltre all’anagrafe fiscale e l’incrocio di vari dati che già dovrebbero facilitare di molto il gravoso compito.
E qui arriva il suggerimento, scusi se risulterà banale data la mia infinita ingenuità. Mi son detto, se queste persone dispongono di parecchi soldi sui quali non pagano le tasse, forse non vivono proprio da pezzenti. Quando vanno in vacanza, ad esempio, a loro giustamente piacerà fare soggiorni comodi e confortevoli. Mi domandavo allora se non fosse il caso di utilizzare i dati relativi ai soggiorni negli alberghi, in particolare quelli di lusso, raccolti usualmente dal ministero dell’Interno attraverso l’autorità di P.S.
Mi spiego meglio: se il Sig. Rossi ad esempio soggiorna per una settimana in un costoso albergo di Cortina d’Ampezzo con la famiglia, spende diciamo 8.000 euro (magari detraendoli dalle tasse), poi se ne torna a casa sua e dichiara 12.000 euro di imponibile l’anno, secondo Lei è proprio tutto normale?
E qui finisce la mia lettera gentile ministro Tremonti, mi piacerebbe venisse letta da Lei o da un suo collaboratore e che potesse contribuire in maniera infinitesimale alla lotta dell’evasione fiscale. Se è vero quanto si legge in giro, l’ammontare della stessa è sui 300 miliardi l’anno quindi anche una piccolissima frazione di recupero è sempre una bella cifretta, nessuno meglio di Lei sa quanto abbiamo tutti bisogno di far pagare le tasse a tutti. Leggendo i giornali mi sembrerebbe però che per Lei questa non sia una questione assolutamente prioritaria, ma probabilmente leggo la stampa sbagliata.
Distinti saluti
Sergio Fornasini (blogger)
(copia inviata all’ufficio stampa del ministro Tremonti – ufficio.stampa@tesoro.it – ed al sito ufficiale www.giuliotremonti.it)