L’ITALIA: UN’IMMENSA CASA DA GIOCO
14 Ottobre 2012di Gianluigi De Marchi
Fra i tanti progetti di “riforme strutturali” annunciati dal Governo uno spicca per incoerenza totale: facciamo riferimento al tentativo di regolare le “sale giochi”, collocandole a “distanza di sicurezza” da luoghi come scuole, chiese o circoli culturali. In questo modo, nella mente del legislatore, si dovrebbe ottenere il risultato di non indurre in tentazione anime sante che, non passando vicino a vetrine in cui scintillanti slot machine o accattivanti messaggi pubblicitari, resterebbero immuni dal vizio del gioco.
Obiettivo sacrosanto, ma penosamente in contrasto con una tendenza opposta alimentata dallo Stato stesso, che mai come negli ultimi dieci anni si è scatenato nel diffondere, alimentare e reclamizzare con tutti i mezzi il gioco in tutte le sue forme, da quelle “morbide” (gratta e vinci, lotterie, tomboloni o bingo che dir si voglia) a quello più “hard” (slot machine, poker elettronici, roulette via Internet, eccetera).
Pensiamo che nel solo Piemonte nel 2011 sono stati bruciati dal gioco nelle sue varie forme oltre 5 miliardi di euro (per capirci meglio: 10.000 MILIARDI DI LIRE!!!). Poiché a tale cifra occorre aggiungere tutto il giro vorticoso delle scommesse e delle giocate “on line” (in primis il poker), non è certo confortante sapere che tutto questo denaro esce dalle tasche di poveretti che si illudono di diventare ricchi con un colpo fortunato, entrando nelle rapaci tasche di società che stimolano in tutti i modi il gioco d’azzardo. Ma davvero qualcuno si illude, giocando a poker su Internet, di poter vincere contro avversari misteriosi quasi sicuramente inesistenti perché le carte sono in mano al gestore del sito? E davvero qualcuno si illude, puntando sul 36 in un casinò on line, che quel numero esca?
La cosa più sconcertante è che lo Stato vieta la costituzione di casinò oltre i pochi esistenti (Saint Vincent, Sanremo, Campione, Venezia e Taormina) ma poi dà facilmente l’autorizzazione ad una società per gestire un casinò dalle regole quanto meno incerte che opera solo on line.
Consiglio per Monti ed i suoi ministri: cancellate al più presto questo mondo mostruoso, rinunciate ai lauti proventi del gioco, fate in modo che chi sogna di diventare ricco con un colpo di fortuna possa lavorare. L’Italia ne trarrà sicuramente giovamento, perché non è copiando Las Vegas che possiamo crescere, ma copiando Detroit o la Silicon Valley…
Un commento presente
Ma via, siamo seri … vabbè che c’è (voce del verbo c’essere)bisogno di soldi, ma che lo Stato sia il gestore del gioco d’azzardo, l’avvelenatore con fumo ed alcool … mancano le case chiuse statali e la droga opesante di stato e poi siamo al completo! case chiuse … o marciapiedi riservati all’organizzazione statale, così come nei porti ci sono banchine riservate ai mezzi delle Forze dell’ordine. Atlantis, società con sede alle Bahamas, sicuramente senza certificato antiomafia (chissà perchè!? Il nome “Signor Corallo”, vi dice nulla?) ha vinto la gare per gestire il 90% delle macchinette mangiasoldi. Per ogni ora di scollegamento di ogni macchinetta dalla Centrale della Guardia di Finanza matura €50 di multa. Nel complesso di multe ne ha maturate per 700 milioni, salvo “concordare” poi per 700 mila euro! Eppoi, chi mi sa dire dove posso andare io per concordate il mio 740?Atlantis ottenne fidejussioni milionarie a suo favore dalla Banca Popolare di Milano il cui past president oggi è indagato. De Marchi, tu che sei bravo “con le banche” nel senso che te ne intendi, riprendi questo tema!
Scritto da Riccardo il 18 Ott 2012