LO STATO DI SALUTE DI BERLUSCONI NEI SONDAGGI – TUTTI I DATI A CONFRONTO
30 Giugno 2009di Natascia Turato da www.clandestinoweb.com
Il lungo blocco di 4 settimane dei sondaggi ha coinciso con fortissime polemiche che hanno coinvolto il prima persona Silvio Berlusconi, le foto delle feste in Sardegna e in particolare le inchieste di Bari a cui si deve aggiungere naturalmente le due tornate amministrative, le elezioni europee e il referendum.
Bene, tutto questo come ha impattato sul consenso del Premier?
Gli istituti che si sono pronunciati ad oggi sono solo 4 e danno interpretazioni molto diverse, la più severa e quella del Premier, probabilmente riconducibili ad Euromedia . Infatti qualche giorno fa Berlusconi ha dichiarato di essere attestato al 61%, risultato ragguardevole soprattutto se confrontato con i capi di governo europei. Ma solo un mese fa lo stesso Berlusconi si attribuiva il 74.4%. Quindi dobbiamo registrare un crollo di ben 14 punti percentuali in poco più di un mese.
Stesso scenario ci viene consegnato da Crespi ricerche anche se con un calo meno marcato, 9% punti in meno passando dal 60% di fine maggio al 51% di fine giugno
11 commenti presenti
La salute di Berlusconi non sembra poi così cattiva, mentre quella della giunta regionale pugliese sembra essere messa molto peggio, tant’è vero che non esiste più. Anche la dirigente dell’Asl di Bari è stata sospesa da Vendola. Ci sarà qualche giornale che se ne accorgerà o tutto rimarrà nelle pagine regionali?
ma di queste tangenti poi, ci diranno qualcosa? possibile che dalla procura escono indiscrezioni solo sulle docce del cavaliere?
Scritto da asdrubale il 30 Giu 2009
Se tangenti sono state, ce lo diranno i giudici.
Io farei comunque a meno delle indiscrezioni della procura anche in questa circostanza, obbiettivamente più rilevante della condotta del premier.
Curioso comunque che, mentre la Fnsi proclama una giornata di sciopero contro il ddl Alfano, considerato “un bavaglio per la stampa al fine di impedire di dar conto delle notizie sulle indagini giudiziarie negli organi d’informazione”, nella homepage di Repubblica la vicenda pugliese trovi spazio solo dopo Noemi e che venga riportata così:
“Via la direttrice della Asl di Bari, legata al pd e in stretti rapporti con l’imprenditore Tarantini, amico di Berlusconi. Tutti gli assessori rimettono il mandato”.
Si può così notare che certi giornalisti il bavaglio se lo mettono da soli quando fa comodo, senza bisogno dell’aiuto del ministro della Giustizia.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 1 Lug 2009
Citazione… repubblichina: “Via la direttrice della Asl di Bari, legata al pd e in stretti rapporti con l’imprenditore Tarantini, amico di Berlusconi. Tutti gli assessori rimettono il mandato”.
Ma non si è saputo che anche D’Alema ha presenziato ad una festa del “reprobo”?
Scritto da gentile il 1 Lug 2009
“Ma non si è saputo che anche D’Alema ha presenziato ad una festa del “reprobo”?”
Sono contento per D’Alema.
Ora deve solo dichiarare:
– di essere andato casualmente alla festa, che non aveva idea di chi fossero le persone presenti (anche se è meglio che sul punto cambi versione almento 6,7 volte);
– che è un complotto eversivo orchestrato dalle toghe azzurre e dal gruppo editoriale il giornale-panorama, ovviamente con l’aiuto dei sevizi segreti esteri;
– che si tratta solo di spazzatura.
Così sarebbe pronto per essere il perfetto Presidente del Consiglio.
Scritto da tequilero il 1 Lug 2009
Fornasini, legga la lettera di un galantuomo. (Ma Di Pietro, con chi cena?)
Ecco il testo integrale della lettera aperta a Berlusconi scritta dal giudice costituzionale Luigi Mazzella.
“Caro Presidente, caro Silvio, ti scrivo una lettera aperta perché cominciando seriamente a dubitare del fatto che le pratiche dell’Ovra (la polizia segreta fascista, ndr) siano definitivamente cessate con la caduta del fascismo, non voglio cadere nel tranello di essere accusato, da parte di chi necessariamente ne ignorerà il contenuto, di averti inviato una missiva ‘carbonara e piduista’, secondo il colorito linguaggio di un parlamentare. Ritenevo in buona fede di essere un uomo libero in un Paese ancora libero e di avere il diritto ‘umano’ di invitare a casa mia un amico di vecchia data quale tu sei”.
“Ho sempre intrattenuto con te – scrive Mazzella – rapporti di grande civiltà e di reciproca e rispettosa stima. Vederti in compagnia di persone a me altrettanto care e conversare tutti assieme in tranquilla amicizia non mi era sembrato un misfatto. A casa mia, come tu sai per vecchia consuetudine, la cena è sempre curata da una domestica fidata (e basta!). Non vi sono cioé possibili ‘spioni’, come li avrebbe definiti Totò. Chi abbia potuto raccontare un fantasioso contenuto delle nostre conversazioni a tavola inventandosi tutto di sana pianta – è sottolineato nella lettera – resta un mistero che i grandi inquisitori del nostro Paese dovrebbero approfondire prima di lanciare accuse e anatemi. La libertà di cronaca è una cosa, la licenza di raccontare frottole ad ignari lettori è ben altra! Soprattutto quando il fine non è proprio nobile”.
“Caro Silvio, a parte il fatto che non era quella la prima volta che venivi a casa mia e che non sarà certo l’ultima fino al momento in cui un nuovo totalitarismo malauguratamente dovesse privarci delle nostre libertà personali, mi sembra doveroso dirti per correttezza che la prassi delle cene con persone di riguardo in casa di persone perbene non è stata certo inaugurata da me ma ha lunga data nella storia civile del nostro Paese. Molti miei attuali ed emeriti colleghi della Corte Costituzionale hanno sempre ricevuto nelle loro case, come è giusto che sia, alte personalità dello Stato e potrei fartene un elenco chilometrico”. “Caro presidente – conclude la lettera -, l’amore per la libertà e la fiducia nella intelligenza e nella grande civiltà degli italiani che entrambi nutriamo ci consente di guardare alla barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni con sereno distacco. L’Italia continuerà ad essere, ne sono sicuro, il Paese civile in cui una persona perbene potrà invitare alla sua tavola un amico stimato. Con questa fiducia, un caro saluto”.
Scritto da giovanni il 1 Lug 2009
ahooo e pensate se jarregalava un mercedes
Scritto da romoletto er fruttarolo il 2 Lug 2009
Tequilero, mi piace il tuo stile… 😀
Scritto da emanuele il 2 Lug 2009
Immaginiamoci la stessa lettera a dir poco “disinvolta” di Mazzella, se fosse stata scritta dalla Gandus a, che ne so, ad un Franceschini per esempio o ad un Di Pietro dopo gli attachi e insulti ricevuti durante il processo Mills e successivamente alla condanna di primo grado..che ne dice Giovanni?
Per la mia personale opinione i giudici Mazzella e Napolitano devono togliere il disturbo ed anche in fretta.
Scritto da Candidus il 2 Lug 2009
Candidus, adesso che vuol fare? Il buttafuori? Stia attento che non la buttino dentro, per via di qualche cena…
Scritto da giovanni il 2 Lug 2009
Giovanni, confermo la mia opinione in merito ai 2 giudici costituzionalisti confortata dalla lettera che lo stesso Mazzella invia a Berlusconi, nella quale fa trapelare il suo orientamento riguardo a come voterà sulla costituzionalità del lodo alfano (meglio chiamarlo dolo) diventando di fatto giudice parziale: si devono dimettere.
Ricordo che il lodo (dolo) Alfano riguarda solo ed esclusivamente Silvio Berlusconi, attualmente Presidente del Consiglio, unico beneficiario della legge (anche se ne possono usufruire le altre 3 cariche dello stato) che gli permette di non essere processabile, mantenendo l’impunità.
Scritto da Candidus il 3 Lug 2009
E chi glielo dice che domani non sorga uno come al solito ben informato che inguaia le altre tre cariche dello Stato? Sa che le dico, Candidus? Ch’era migliore il sistema della Prima Repubblica, con l’immunità semplicemente stabilita costituzionalmente. Ciò non impedì alla Commissione per l’autorizzazione a procedere e al Tribunale dei Ministri di mettere in stato di accusa ad esempio Tanassi (che poi fu condannato). E poi, Candidus, sa che cosa le dico inoltre? Prima che entrasse in politica, Berlusconi faceva i suoi affari e nessun procuratore metteva il becco (anzi, qualcuno si raccomandava per un appartamento nei suoi centri residenziali). Appena varcato il soglio della politica, una regia eterodiretta (non fingiamo di non saperlo) ha dato la stura a molti filoni d’inchiesta, con una rapidità inconsueta mai usata verso altri capitani d’industria (non parliamo poi dell’intoccabile per eccellenza Giovanni Agnelli, che si parava dietro Romiti, poi ricompensato per questo con una superliquidazione). Sono quindici anni e le ipotesi dei procuratori sono stati smentite nei casi più plateali dai giudizi, e lasciamo perdere le prescrizioni e le leggi ad personam che a questo punto sono state dettate dalla legittima difesa non solo per l’imputato Berlusconi pur capace di dispiegare un collegio di difesa di alto livello giuridico ma anche per quanti (e mi ci metto anch’io, per versi mediatici) non avendo gli stessi mezzi almeno hanno visto ridursi l’arbitrio dei procuratori. I quali non possono spendere l’alibi della obbligatorietà dell’azione penale, perché se veramente seguissero la prassi cronologica delle iscrizioni di reato i procedimenti contro Berlusconi avrebbero visto la luce dopo la morte del presunto reo, viste le giacenze di arretrati delle procure. Fatto sta che come mi diceva un alto magistrato in realtà s’impone la discrezionalità del procuratore non l’obbligatorietà, il che genera malessere non soltanto in Berlusconi ma in centinaia di migliaia di cittadini a diverso titolo investiti anche da accuse poi smentite da sentenze. Troppo difficile capire ciò?
Scritto da giovanni il 4 Lug 2009