MISTERI, SU ALDO MORO E LA P2 ANCORA MOLTO DA SCOPRIRE
25 Agosto 2009A Soveria Mannelli (Cz) inedite rivelazioni nel corso del dibattito sui misteri d’Italia. Rosario Priore e Aldo Mola rivelano inediti retroscena – Grazie a Fabrizio Spinella che ci ha girato questa nota inviatagli da Mario Caligiuri
SOVERIA MANNELLI (23.8.2009) – “I 150 anni della storia d’Italia sono caratterizzati da un rosario di questioni irrisolte, dal processo unitario al fascismo, dalla resistenza al terrorismo, dalla P2 a tangentopoli”. È quanto ha affermato Mario Caligiuri, professore universitario e sindaco di Soveria Mannelli, introducendo il convegno “Il prezzo della democrazia. Di Moro, Gelli e altre storie”, che si è tenuto a Soveria Mannelli con il giudice Rosario Priore e lo storico Aldo Mola.
Per Rosario Priore, i servizi di informazione francesi, e non solo quelli, erano a conoscenza almeno dal febbraio del 1978 che si sarebbe tentato nelle settimane successive il rapimento di un importante uomo politico democristiano.
Il giudice ha poi evidenziato che, nei giorni immediatamente precedenti all’assassinio, il figlio di Moro, Giovanni, chiese in tutta fretta il rilascio di un passaporto per recarsi nello Yemen del Sud, dove allora aveva una sede il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. “Questioni ancora da chiarire e che riportano ad inediti interrogativi sul ruolo dei servizi segreti occidentali, mediorientali e del blocco sovietico durante l’intera vicenda”, ha concluso Priore.
Aldo Mola ha invece ricordato l’affermazione del Gran Maestro Ennio Battelli che, scorrendo al lista degli iscritti alla P2 rinvenuta nel marzo del 1981 a Castiglion Fibocchi affermò che mancavano i nominativi dei comunisti. Lo storico, che ha recentemente pubblicato un documentato libro sull’argomento, ha evidenziato che Licio Gelli lascia perplessi quando afferma di avere distrutto il suo archivio a Montevideo, e ha aggiunto che “dovrebbe esistere almeno in parte in qualche altro luogo”. Infine, Mola, riportando una dichiarazione di Giovanni Agnelli, ha ricordato come la Fiat finanziasse regolarmente anche il Grande Oriente d’Italia ed ha pure evidenziato che “Carlo De Benedetti si fece iniziare alla massoneria”.
“Di questi aspetti si preferisce ancora tacere, forse perché i santuari politici ed imprenditoriali sono rimasti gli stessi”, ha concluso lo storico.
Com’è noto Rosario Priore nel corso della sua carriera ha indagato su molti dei cosiddetti misteri d’Italia, dal caso Ustica alla scomparsa di Emanuela Orlandi, dall’attentato a Giovanni Paolo II al rapimento di Aldo Moro.
Aldo Mola, storico e docente universitario, ha scritto fra l’altro un’importante “Storia della Massoneria italiana”, biografie su Giolitti e Carducci e recentemente il libro “Gelli e la P2 fra cronaca e storia”.
Un commento presente
È verosimile supporre che ai “servizi” fosse arrivata qualche informativa sul tipo di quella citata. C’è da chiedersi allora quali misure aggiuntive per la sicurezza fossero state adottate, soprattutto SE sono state adottate. Lo sapremo forse quando saranno finalmente liberati dal segreto i famosi faldoni ai quali stava dando la caccia Mastellarini?
Meno credibile la mancanza dei nominativi dei comunisti nell’elenco degli iscritti alla P2, non vedo per quale motivo Gelli o chi per lui li avrebbero fatti sparire. Il maestro venerabile non è stato mai amico dei compagni. A meno che, gli elenchi sequestrati non fossero che situazioni parziali, nel qual caso tutti i comunisti sono andati a finire nei “fuori elenco”. Che culo eh?
Scritto da Sergio Fornasini il 25 Ago 2009