NAZIONALIZZIAMO LE BANCHE!
29 Luglio 2012di Gianluigi De Marchi
Dal fallimento della Lehman Brothers (la madre di tutti i guai attuali del mondo) sono passati 4 anni. Quel maledetto giorno si levarono forti voci a favore di un radicale cambiamento della finanza, che da un decennio era sfuggita di mano alle autorità per colpa dello sciagurato “Deregulation act” americano del 1998: una legge che aveva cancellato in un sol colpo tutte le regole del mercato, lasciando mano libera ai banchieri di fare tutto quello che volevano. Scomparsa ogni distinzione tra banche commerciali (quelle che per natura raccolgono risparmio e lo prestano ad aziende e privati: in parole povere, le uniche banche vere…) e banche globali (quelle che gestiscono risparmi, fanno compravendite in Borsa, speculano sulle materie prime, creano derivati eccetera…).
I banchieri hanno immediatamente approfittato dell’occasione nella maniera che purtroppo ben conosciamo, lanciando operazioni spericolate, inizialmente per “conto proprio” ma successivamente (per ampliare il giro d’affari, incrementare gli utili e moltiplicare i loro faraonici bonus) vendendo contratti derivati alla clientela. Nessun interesse per i clienti, nessun interesse per la collettività, solo l’esasperata ricerca del profitto aziendale e personale.
Tutto questo ha portato allo sfascio, inizialmente del sistema bancario (non si contano più le banche salvate dagli stati per evitare guai maggiori: l’ultimo esempio eclatante è quello della Spagna) e successivamente dell’intero sistema economico, strozzato per l’improvvisa rarefazione dei crediti. Anche le enormi somme erogate dalla banca centrale europea (all’Italia la bellezza di 100 miliardi di euro, mica bruscolini…) sono state inghiottite dal sistema: qualche azienda ha ricevuto 10.000 di quei 100 miliardi?
A questo punto non c’è che una soluzione: nazionalizzare le banche (tanto finanziariamente sono già “pubbliche” dato che i soldi li hanno ricevuti dagli stati!), eliminare i managers che per decenni si sono intascate somme enormi senza produrre benefici per la collettività, sostituirli con tecnici forse più modesti e meno fantasiosi ma più attenti alle esigenze della collettività e naturalmente reintrodurre le vecchie norme che vietavano alle banche di speculare sui mercati.
La legge del 1936 era semplicemente perfetta; è stata abolita nel nostro paese generando mostri che hanno perso la loro natura originaria.
Torniamo al passato per poter costruire un futuro migliore!
2 commenti presenti
Le banche “nazionalizzate” le avevamo: Comit, Credit e Banco di Roma erano dell’IRI e le abbiamo privatizzate. Avevamo le banche specializzate ed abbiamo voluto la banca universale ma ora sembrerebbe meglio tornare alla specializzazione. Avevamo il controllo di Bankitalia sull’apertura di banche e sportelli, e lo abbiamo eliminato, ed ora siamo a tre banche in 50 metri di marciapiede. Piccolo è bello, e fondavamo tante piccole nuove banche, poi grande è bello e le fondiamo. Politica del credito, della finanza o parossismo, improvvisazione, protagonismo del momento o peggio?
Scritto da Riccardo Lucatti il 26 Ago 2012
Va nazionalizzata la moneta, solo in Europa e alcuni paesi del terzo mondo non hanno una moneta sovrana, senza parlare di signoraggio, è un altro discorso
Scritto da Francesco Beato il 5 Nov 2012