NEL 2011 FALLIMENTO PER 11.615 AZIENDE
1 Aprile 2012Nel 2011 ben 11.615 aziende hanno chiuso i battenti per fallimento, un dato mai toccato in questi ultimi 4 anni di grave crisi economica. Un record che segnala quanto siano in difficolta’ le imprese italiane, soprattutto quelle di piccole dimensioni: e’ l’allarme delle Cgia di Mestre. ”La stretta creditizia, i ritardi nei pagamenti e il forte calo della domanda interna – segnala il segretario Giuseppe Bortolussi – sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli a portare i libri in Tribunale. Purtroppo, questo dramma non e’ stato vissuto solo da questi datori di lavoro, ma anche dai loro dipendenti che, secondo una nostra prima stima, in almeno 50.000 hanno perso il posto di lavoro”. Ma, ricordano dalla Cgia, il fallimento di un imprenditore non e’ solo economico, spesso viene vissuto da queste persone anche come un fallimento personale che, in casi estremi, ha portato decine e decine di piccoli imprenditori a togliersi la vita.
Un commento presente
L’Italia, il Paese, non è una SpA, nel senso che dovendone redigere un bilancio, parlando dell’aspetto patrimoniale si parla solo del debito diretto dello Stato e non anche di quello delle sue Spa (perchè mai, poi?) e non anche dell’attivo (ad esempio, degli immobili di sua proprietà, quali ad esempio le faraoniche sedi della Banca D’Italia, che ormai, grazie alla possibilità di trasmettere dati via computer, sono diventate solo un costosissimo ed inutile status symbol). Imoltre, nel redigere quel bilancio, si può anche prescindere anche dall’aspetto economico, ovvero, vi sono “cose” da fare anche se non producono utili economici diretti riscontrabili a bilancio, quali le relazioni internazionali, l’assistenza agli anziani, la mobilità, la difesa del teritorio dalle calamità naturali (che poi sono umane, in quanto ad esempio in Via Fereggiano è l’uomo che ha violentato la natura, e non viceversa). Resta un bilancio finanziario, che poi bilancio non è bensì un propsetto fonti-impieghi, cioè una situazione finanziaria. Ma lasciamo perdere. Tuttavia gli interventi dell’attuale Governo sono quasi “aziendali” nel senso che sono finanziari e pongono le basi per una “Pianificazione Aziendale” di medio termine. Bene però. Infatti nel frattempo, oltre che della macroeconomia e macrofinanza, ci si dovrebbe occupare anche della microeconomia e della microfinanza: come fa la gente ad arrivare a fine mese? E le piccole imprese a non chiudere? Quali e quante piccole iniziative nel campo del turismo, della microagricoltura, dell’arte, potrebbero essere attivate “subito” (!) , magari attraverso cooperative di giovani guidate da qualche persona un po’ meno giovane ma con tanta esperienza in più? Se andate in Austria, a chi decide di “mettersi in agricoltura”, viene finanziato il terreno, la casa, gli oneri dell’avviamento … e da noi? Un esempio: prendete il Delta del Po, affidatene la promozione turistica e la gestione ad una cooperativa del tipo di cui sopra, finanziatene l’onere di avviamento, e poi vedrete quante decine di migliaia di turisti in più arriverebbero a visitare il sito e a spendervi euri.
Nessuno è perfetto, tanto meno il Governo Monti: il maggiore difetto che gli attribuisco è di essere composto solo da persone “ricche” che ormai vivono su un piano diverso da quello della gente che ricca non è.
Equità: quante resistenze per far fare il preventivo agli avvocati o per liberalizzare la’cquyisto del carburante da parte dei gestori delle pompe! Ma quante di meno per mettere in conorrenza gli edicolanti (se ne sentiva il bisogno!!??) E il tetto alle super retribuzioni? E la cancellazione del cumulo di super pensioni, super stipendi, super incarichi, super benefit? Dice … non sarebbe bastato … ok, ma intanto noi “povera gente” avremmo ingoiato l’amaro calice con più convinzione e serenità. E invece no … possiamo solo consolarci che non tutti noi ci troviamo nelle condizioni peggiori: ci sono sempre gli immmigrati … E poi, di che lamentarsi? Pensate un po’ quanto sono stati delicati: le nuove tasse sulla casa si pagano a giugno e a dicembre, così abbiamo i soldi: basta non andare in vacanza e destinarvi le tredicesime! Aveva ragione Berlusconi (eravamo ni che non avevamo capito!)quando affermava che la crisi italiana non è come quella greca, che qui i ristoranti sono pieni! Infatti basterà non andare più al ristorante ed ecco che saltano fuori i soldi per far fronte ad una nuova tassa. (P.S.: io non faccio politica attiva e tanto meno nei partiti che sono all’opposizione dell’attuale governo. Faccio politica diffondendo e difendendo le mie idee. Tutto qui.)
Scritto da Riccardo il 5 Apr 2012