Newsweek: verso la stampa Berlusconi è come Mussolini
20 Ottobre 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Sembra proprio terminato l’idillio fra il magazine d’oltreoceano e Silvio Berlusconi. Newsweek ad agosto scorso pubblicava un articolo di Jacopo Barigazzi dal titolo “Miracolo in 100 giorni – Come Berlusconi mette ordine nella caotica Italia“. Il pezzo provocò una serie di critiche all’autore, la più clamorosa da parte di Furio Colombo che arrivò a negare l’esistenza fisica del giornalista, ne abbiamo parlato in questo articolo del blog.
Le cose sono molto cambiate, ora Newsweek mette Berlusconi nel mirino. Viene dedicata una intera copertina al premier con un titolo eloquente rivolto agli italiani (Dump Berlusconi – Scaricate Berlusconi) oltre ad un articolo online dal titolo: “Silvio, è tempo di andare – L’Italia non può più permettersi le buffonate del suo Playboy in capo“.
Ma non finisce qui, la testata americana rileva anche l’annunciata task force “anti detrattori” che verrà curata dal Ministro per il Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Dell’argomento hanno parlato (poco ed in modo acritico) un paio di importanti testate italiane, il Corriere ed il Tempo. In particolare a quest’ultimo la rossa ministra aveva dichiarato che per salvaguardare l’immagine dell’Italia verranno inviate notizie «”vere” a tutti i mezzi di comunicazione, i direttori di tv e giornali le riceveranno direttamente sul loro tavolo». Tutto a fin di bene ovviamente, giusto per contrastare le “falsità” e la “fantascienza” come vengono pubblicate dai media.
Non so a voi, a me questa situazione ricorda alcune leggi promulgate nel dicembre 1925 da Mussolini. All’epoca venne disposta l’obbligarietà per ogni giornale di avere un direttore responsabile inserito nel partito fascista e che il giornale stesso, prima di essere pubblicato, fosse sottoposto a controllo. Nacque così l’Ordine dei Giornalisti, i cui membri all’epoca dovevano far parte del partito fascista. Mussolini creò inoltre l’Ufficio Stampa, destinato a divenire nel 1937 il Ministero Della Cultura Popolare (Min.Cul.Pop.). Questo dicastero controllava ogni pubblicazione, diffondeva i cosiddetti “ordini di stampa” (dette anche “veline”) per mezzo dei quali s’impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli, l’importanza dei titoli e la loro grandezza. Ovviamente il Ministero provvedeva a sequestrare tutti i documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime.
Newsweek a quanto pare si ricorda della Storia, in un articolo dal titolo “Incolpare il messaggero – Canali italiani Berlusconi Mussolini, stretta sulla stampa” il parallelo con le gesta del Duce viene ampiamente evidenziato. Di questo pezzo della rivista americana però non se ne parla molto in rete. Ma che strano: solo i miracoli fanno notizia sulla stampa nostrana.
L’articolo è del 14 ottobre a firma di Barbie Nadeau, niente Barigazzi coinvolti questa volta. Ne riporto la prima parte, perdonate la traduzione fatta in casa.
«Nel 1925, il dittatore italiano Benito Mussolini ha creato una unità di propaganda volta a controllare quello che scrivono i giornalisti, a disseminare informazioni positive circa il suo regime e censurare quelle negative. Ottantaquattro anni più tardi, il Primo Ministro Silvio Berlusconi sembra prendere una pagina dal manuale di Mussolini.
Berlusconi, i cui scandali sessuali sono stati in prima pagina dei giornali per mesi, inaugurerà una “media task force” il prossimo mese nel tentativo di controllare non solo la stampa italiana, ma anche i media stranieri che parlano dell’Italia. Il suo obiettivo, dice, è quello di debellare “cattive notizie” e sostituirle con “veritiere buone notizie”, secondo il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, una ex modella ed un tempo starlet dei canali privati televisivi di Mediaset, di proprietà di Berlusconi.
“Il nostro primo compito sarà quello di monitorare tutta la stampa estera, tra cui quotidiani, periodici, e la televisione in ogni latitudine, dal Giappone al Perù”, ha detto all’inizio di questa settimana. “Poi bombarderemo quelle redazioni con notizie veritiere e positive“. (“Then we will bombard those newsrooms with truthful and positive news.”)
Nessuna azione analoga annunciata nei riguardi dei media italiani. Probabilmente non se ne ravvisa alcuna necessità: che vuoi bombardare, sono già rasi al suolo!
Michela Vittoria, se continua così verrà presto chiamata la bombardiera. Per chiudere, ecco una sua significatica foto ed un video dei suoi esordi televisivi.
29 commenti presenti
Che è successo Fornasini? Mi cade così sull’antiberlusconismo e mi scivola nel comunismo?
🙂
L’Italia è un paese che potrebbe campare di turismo per il 50% se non di più. E ci siamo ridotti ad avere un omonimo ministero che invece di promuoverlo il turismo, si occupa totalmente d’altro, di annientare le notizie sgradite al ducetto col tacco rialzato.
E questa opposizione che fa? niente…assente..nothing..niet..atmosfera 0.
Ho un’idea…al congresso pd bisognerebbe buttare qualche gavettone di acqua gelata…vediamo se qualcuno si sveglia.
Scritto da Candidus il 20 Ott 2009
@ Candidus:
macché, riporto solo dei fatti e degli articoli completamente trascurati. Mi sembra evidente il cambio di giudizio su Berlusconi da parte di Newsweek, che poco più di un anno fa elogiava Silvio. Nemmeno i “nemici” di Repubblica arrivano a pubblicare frasi così pesanti. Non mi sembra proprio una cosa da poco che soltanto una parte della stampa italiana continui a tessere elogi sull’operato del premier. A parte la TV, quella è da un pezzo che nega le evidenze
A proposito di fatti, ma il Fatto che dice al riguardo? A me sembra che di questa stupidaggine della task force dell’informazione ne parli solo qualche blog qua e là
Scritto da Sergio Fornasini il 20 Ott 2009
Detto fatto 🙂
“Il Fatto Q.” – Martedì 13 Ott. – pag. 3
L’imbarazzo degli ambasciatori
“Da Madrid a Londra, ancora difese d’ufficio del governo: rischiamo di essere di parte”
di Stefano Citati
“Come da circolare gli ambasciatori d’Italia continuano a impegnarsi a difendere il governo dagli attacchi, sempre più pressanti e continui, della stampa estera. Ennesimo caso l’altro giorno quello del rappresentante della Repubblica italiana a Londra, Giancarlo Aragona che ha risposto all’articolo del Times (proprietà del magnate australiano Ruperth Murdoch) dal titolo: “Berlusconi si deve dimettere”, considerandolo un’ingerenza agli affari interni del Paese. Un mese fa toccò a Giovanni Caracciolo di Vietri, ambasciatore a Parigi, mandare una lettera – titolata “smettetela di calunniare l’Italia!” – al quotidiano di sinistra Libération per controbattere alle critiche mosse contro lo strapotere mediatico del presidente del Consiglio. Ancora prima era stato Ganni Castellaneta, il primo dei nostri ambasciatori (sede Washington) a rispondere agli attacchi della stampa americana. Poi era toccato a Pasquale Terracciano a prendersela con i media spagnoli per la loro copertura delle vicende italiane.
Insomma, sono finora state coinvolte le principali sedi diplomatiche: Washington, Parigi, Londra, Madrid. Difese d’ufficio, perché prima una lettera del ministro degli Esteri Frattini e poi una circolare interna – datata luglio 2008 – spronavano i titolari delle ambasciate a una maggiore reattività nella promozione dell’immagine dell’Italia e a un puntiglioso controllo delle notizie pubblicate sui media per eventuali risposte e puntualizzazioni.
Ma ora la difesa a oltranza del governo italiano mostra piccole crepe, che si rivelano nel linguaggio diplomatico e nelle gesta misurate proprie degli ambasciatori (ovvero nulla di ufficiale, solo un ragionamento sottovoce): “Rappresentiamo il paese, l’intero Stato italiano e non solo una parte; nel caso difendiamo le istituzioni, tutte le istituzioni e non solo il governo; se per caso si verificasse uno scontro tra due cariche istituzionali, chi dovremmo difendere? Se finissimo con l’appiattirci su una parte, non saremmo più rappresentativi dell’intero paese e capaci di difenderne un’altra”, questo il pensiero di esponenti della Farnesina. La difesa della reputazione e del buon nome dell’Italia è certo fra i primi compiti dei diplomatici, ma non può divenire un impegno a tempo pieno e sempre per un solo motivo, rintuzzare gli attacchi anti-governativi. E così anche dentro la Farnesina ci sarebbe chi crede in questa linea ed è pronto a una difesa a oltranza, chi invece si limita (o trova il caso) di seguire appieno alla direttiva tecnica diramata l’estate scorsa e chi invece è critico e si ritrova sempre meno nel gran lavoro diplomatico di contenimento dei media internazionali.
È forse anche per questo che la Farnesina potrebbe non essere più l’unico ministero a occuparsi della strategia di risposta e Michela Vittoria Brambilla starebbe creando una task-force al ministero del Turismo (coma ai tempi della crisi dei rifiuti campani e composta da giornalisti ed esperti di comunicazione, tutti under-trenta ) per monitorare i media e ribattere colpo su colpo al deterioramento dell’immagine del Bel-paese, in modo da limitare i danni sull’industria del turismo. Operazione in due fasi: prima la difesa individuando le testate e gli articoli denigratori; poi l’attacco, mandando in risposta “comunicazioni veritiere e positive” del nostro paese.”
Scritto da Candidus il 20 Ott 2009
Grazie Candidus.
Mi permetta di commentare l’articolo: e questi qua sarebbero tra i principali oppositori di Berlusconi? Allora Silvio può davvero dormire sonni tranquilli, almeno finché Travaglio & C. scrivono articoli in punta di manicure. Roba di largo consumo che non fa male, tipo l’aranciata insomma, un soft drink. E quando mai arriveranno a scrivere qualcosa del tipo “L’Italia non può più permettersi le buffonate del suo Playboy in capo” come ha fatto Newsweek?
Scritto da Sergio Fornasini il 20 Ott 2009
Ma s’è poi scoperto se Barigazzi esiste?
Scritto da asdrubale il 20 Ott 2009
Si, l’articolo è effettivamente “moscio”, si limita a dare solo la notizia. Se non ricordo male però Travaglio aveva fatto una spalla dove aveva ripreso l’argomento…o forse mi confondo con qualcos’altro..forse passa parola.
Scritto da Candidus il 20 Ott 2009
@ asdrubale:
certo che esiste, per saperne di più basta cercare in dituttounblog: http://dituttounblog.com/?s=barigazzi
Scritto da Sergio Fornasini il 20 Ott 2009
Fornasini, ma lei è sicuro di quello che dice? Riguardo a Travaglio basta leggersi anche saltuariamente il suo blog per capire quanto ci va giù pesante con Berlusconi. Gli da a volte direttamente a volte implicitamente del: puttaniere, corruttore, mafioso, picchiatore mediatico, fascista, latrin lover di hardcore…. nonno porcello, ducetto etc.
Quanto al “Fatto Quotidiano” nelle sue poche settimane di vita ha già combattuto almeno 3 battaglie molto serie…. la prima è quella della trattativa tra Mafia e politica nel periodo delle stragi, quando pochissimi ancora ne parlavano (con il coinvolgimento del Cavaliere e di dell’Utri!!!!!!). Poi c’è la serrata battaglia sul lodo Alfano ed il pronunciamento della Corte Costituzionale, ed ora quello sul Killeraggio mediatico nei confronti dei suoi oppositori e critici. A questo proposito segnalo l’articolo di oggi di Luca Telese “La saga del giornalismo vendicativo” http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578
Scritto da Diego Rivera il 20 Ott 2009
Fornasini, era una domanda retorica, che casomai sottindendeva la necessità di un urgente commento all’articolo da parte di Furio Colombo, che sembra invece essere scomparso da un po’.
Scritto da asdrubale il 20 Ott 2009
@ Diego Rivera:
abbiamo punti di vista decisamente diversi a riguardo dell’efficacia delle critiche da cabarettista del soggetto da lei apprezzato. Chiamare il premier Al Tappone o Psiconano (per citare anche qualcun’altro) e prendersela con i difetti fisici (veri o presunti) è robetta da avanspettacolo e lascia il tempo che trova. Può essere divertente agli occhi dei detrattori, non vuol certo dire fare informazione corretta e veramente incisiva. Serve invece a gratificare il proprio pubblico, esattamente per gli stessi scopi di chi interpreta una parte a teatro, scarsamente per informare e persuadere delle proprie tesi chi la pensa in maniera diversa. Questo secondo il mio punto di vista, naturalmente
Tanto per fare un esempio, è da un po’ che sto seguendo l’iter di un certo disegno di legge. Leggendone il testo viene da domandarsi per quale motivo la cosidetta stampa riconducibile all’opposizione non ha ancora scatenato i propri strali, sottolineando i perversi meccanismi che deriverebbero da una cosa simile qualora divenisse legge. Seppure facendo un mestiere che mi tiene impegnato diverse ore al giorno, sono riuscito a leggere il testo ed intravederne i pericoli. Mi domandavo: ma se ci sono riuscito io con il poco tempo che ho a disposizione, quelli che fanno informazione per mestiere perché non ne hanno fatto parola? Le risposte possono essere molteplici, vanno da – non gliene frega niente – a – non se ne sono neppure accorti -. Ovvero nessuno ne parla, e se una cosa non si conosce è molto difficile che questa classe di giornalisti arrivi a scoprirla.
Forse lo farà qualcuno in rete, forse ne parlerò io. Stavo pensando di buttare giù un pezzo sull’argomento di cui sopra, non faccio anticipazioni per non essere plagiato e non venire neppure citato. Continui a leggerci caro Diego, potrebbe trovare qui qualcosa non trattata dal Fatto o da altri
p.s. le cose che lei definisce “battaglie molto serie” sono in effetti argomenti serissimi, di cui giusto il Tg Nebbia di Minzolini e roba simile riesce ad ignorare. Per il resto della stampa, mi sembra che anche molti altri se ne stiano occupando. Direi che il Fatto non sta conducendo una campagna solitaria
Scritto da Sergio Fornasini il 20 Ott 2009
Rispetto la sua opinione Fornasini e tra l’altro tempo addietro, lei probabilmente non ricorderà, abbiamo già avuto modo di confrontarci su questo argomento.
Io comunque ho fatto esempi differenti da quelli che ha fatto lei, che comunque ritengo diano anch’essi un tocco di ironia ai pezzi e rendano un pò + digeribili argomenti che a volte sono lunghi, cavillosi ed estremamente tecnici. (Grillo e Travaglio non sono proprio la stessa cosa….. io infatti il suo blog lo leggo di rado)
Credo anche che dopo 15 anni di questo teatrino farsesco a cui assistiamo quotidianamente, in cui si è ormai saputo sul Cavaliere di tutto e di +, chi voleva capire ha capito e chi non ha capito vuol dire che non vuole o non gli interessa capire……
Ci sono tanti testi di legge “pericolosi” che sono stati segnalati in questi anni. Purtroppo i giornalisti bravi, che fanno il loro dovere fino in fondo, sono in estinzione e non possono arrivare dappertutto. Può darsi che lei in questo caso è stato + bravo degli altri ed ha trovato qualcosa sfuggito a tutti, tipo la “salvamanager” scovata l’anno scorso dalla Gabbanelli…..
Di solito non ho tempo di scrivere, va a periodi…. in ogni caso un’occhiata al vostro blog la do spesso, ormai da + di un anno 😉
Scritto da Diego Rivera il 20 Ott 2009
@ Diego:
grazie per la pazienza e la costanza.
Per quanto riguarda Berlusconi, le rispondo con le parole di Nanni Moretti: “Quello che si doveva sapere si sa. Chi sa sa, chi vuole sapere lo scopra. Chi non vuole vedere è inutile che sappia”
Scritto da Sergio Fornasini il 20 Ott 2009
Per quello che riguarda la la trattativa con la mafia nessun giornale nazionale ne parlava. Ha cominciato “Il Fatto” poi ne ha parlato “Anno Zero” e poi sono venuti dietro tutti gli altri, ma fino a quel momento tutti tacevano….
Riguardo gli altri argomenti, come lei ben sa, il punto non è solo parlarne…. bisogna vedere il come, il quanto, il quando etc. Io le facevo degli esempi per rispondere al suo commento sull’opposizione da ” punta di manicure” fatta da Travaglio & C.
Scritto da Diego Rivera il 20 Ott 2009
@ Sergio, detto da Nanni Moretti ha lo stesso significato di quello che ho detto io…. ma non ho ancora capito come veramente lei la pensa in proposito.
Scritto da Diego Rivera il 20 Ott 2009
la penso esattamente come Moretti: se ci si vuole informare ci sono i mezzi per farlo, se si preferisce ignorare la realtà non serve a nulla sapere. Chi invece ha fatto la sua scelta in senso critico sta rischiando di diventare una minoranza perennemente astiosa. Altro esempio: oggi l’articolo su quanto pubblicato da Newsweek non è stato il più letto di questo blog. Ergo, quello degli attacchi del premier alla stampa ed il parallelo con Mussolini non è un argomento di particolare interesse per i lettori, bisogna prenderne atto.
Io sono per giudicare i fatti concreti man mano che si verificano
Va dato atto a il Fatto ed Annozero di aver accentuato i toni, ma della riapertura delle indagini sulle stragi del ’92 era da tempo che altri ne stavano già parlando. E secondo me qualcuno anche in un’ottica distorta, dando risalto a quanto dichiarato da Toto’ Riina che non vedeva l’ora di trovare una sponda sulla quale far sentire il suo parere
Scritto da Sergio Fornasini il 20 Ott 2009
Grazie, avevo capito cosa intendeva Moretti…. ma è quella parolina “realtà” che fa tutta la differenza del mondo, quale realta?
Il film di Nanni “il Caimano” quella realtà ritengo la descriva molto bene e non è certo lusinghiera ne nei confronti di Berlusconi ne verso gli italiani in generale…..
Non credo comunque che Moretti “veda” Berlusconi in maniera diversa da come lo percepisco io e molte altre persone (in minoranza) in questo paese…. e cioè che è un mascalzone ed una persona indegna di guidarci e di rappresentarci nel mondo.
Poi si possono scrivere fiumi di parole sull’opposizione che non c’è, sul modo di criticarlo, sui tranelli, sui comunisti rancorosi, il giustizialismo, le possibili alternative etc. Se però si parte da un presupposto diverso, vale quello che dicevo poc’anzi: chi non ha inteso fino ad ora che personaggio ha davanti, non capirà mai e probabilmente lo rimpiangerà anche di fronte ad una condanna da parte del giudice supremo, non quello “antropologicamente diverso”, ma la storia.
Scritto da Diego Rivera il 20 Ott 2009
“Io sono per giudicare i fatti concreti man mano che si verificano”
Mi sembra un punto importante e sono d’accordo con lei. Però la memoria serve proprio a questo, quando si verificano una serie di fatti attinenti l’uno con l’altro, li si mette a confronto e ci si fa un ragionamento sopra. Si cominciano ad avere idee e giudizi, ed i fatti successivi possono servire per confermare o modificare i propri convincimenti. Questo per dire che Il beneficio del dubbio era lecito riconoscerlo 17 anni fa, ora mi sembra passato un periodo abbastanza lungo per avere chiarezza sui fatti in questione, ed è un peccato che gran parte dei media non rammenti alla gente quasi mai alcuni episodi chiave avvenuti in questi abbondanti 3 lustri.
Scritto da Diego Rivera il 20 Ott 2009
Mi inserisco brevemente, visto che si parla anche della trattativa tra mafia e stato.
Travaglio è più di un anno che ne parla nel suo spettacolo teatrale “Promemoria” (e non solo) che vidi più di un anno fa. Esattamente parla del papello di Riina, delle trattative, del colonnello Mori, del capitano “Ultimo”, del covo di Riina che i ROS si erano “dimenticati” di perquisire, e molto altro.
Scritto da Candidus il 20 Ott 2009
La solita cronachetta italiana, si invoca sempre l’intervento dello straniero. Perché non siam popolo, perché siam divisi…
Newsweek, ma che precisione! La dottoressa (in lettere e filosofia) Brambilla, di una vecchia famiglia di imprenditori dell’acciaio, amministratrice di società produttive e in attivo che danno lavoro, già giornalista di politica estera, ridotta dal cronista anglosassone (‘sti c..zi) a modella (per una sua vecchia esperienza di lavoro giovanile) e a “stellina” di spettacolo.
E poi, l’articolo “su commissione” contro Berlusconi, con la solita tiritera sessuale, mentre invece Obama spera nel suo aiuto per durare in Afghanistan e Putin lo invita ad un summit riservato.
Il blog come “eco della stampa” straniera, perché se no di Newsweek chi se n’impipa? E il puntuale Candidus, brontolone, se no di cosa dovrebbe fare il sunto?
Caro Fornasini, vado anch’io in Russia, magari ti scriverò da una dacia.
Scritto da fabrizio spinella il 20 Ott 2009
@ Candidus:
fra le altre cose, del capitano Ultimo avrebbe potuto parlare anche molto più correttamente, non crede?
Scritto da Sergio Fornasini il 21 Ott 2009
@ Spinella:
lei è libero di manifestare il suo pensiero, ci mancherebbe. Io sono altrettanto libero di far notare come un periodico estero metta in evidenza alcuni particolari sfuggiti misteriosamente alla stampa indigena. Però mi faccia un piacere, la prego: non si spenda nella difesa di una ex mediocre starlette proiettata al ruolo di ministro, con investitura postuma. Io ignoro i meriti speciali che hanno determinato la sua elevazione. Lei mi sembra troppo intelligente per difendere una tipa così
Scritto da Sergio Fornasini il 21 Ott 2009
Nessuno si è “dimenticato” di perquisire il covo di Riina: lo attesta una sentenza del Tribunale, non del Fatto Quotidiano. Travaglio, pertanto, se è vero ciò che scrive Candidus, dovrebbe cambiare il titolo del suo spettacolo di cabaret da “Promemoria” in “Post-It” perchè evidentemente se ne è scollato uno ed è scivolato solo il tavolo.
Delle bufale dei papelli pubblicati dalla stampa (sono due, non se ne è accorto Candidus?) credo invece che avremo occasione di parlare molto presto.
ps: al capitano Ultimo, che non scrive per Repubblica, hanno levato la scorta. Magari, se si presenta a qualche festival del cinema, gli renderanno ciò che dovrebbe essere un suo diritto.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 21 Ott 2009
@Dean Keaton
Se Lei fosse più attento e leggesse un po di più invece di parlare per partito preso, saprebbe benissimo che i papelli sono più di uno perchè , oltre a quello di Riina, c’è anche quello rivisto e corretto di Vito Ciancimino che quando lesse la versione di Riina disse (a quanto pare) “Quelli sono delle teste di minchia!”.
Peccato che la sentenza del tribunale arrivò a quella conclusione (sulla perquisizione) sulla base del teorema che non c’era stata nessuna trattativa tra mafia stato.
E adesso che a qualcuno sta miracolosamente tornando la memoria su quella criminale trattativa? Sulla base di tutto quello che sta uscendo adesso non è logico porre dei forti dubbi sulla storia della perquisizione (e non solo)?
Gli interrogativi sono tantissimi, speriamo che la procura di Palermo li chiarisca tutti ed anche in fretta.
Scritto da Candidus il 21 Ott 2009
Candidus.
Nella sentenza del 20 febbraio 2006 si legge che il dott. Caselli “assunse la decisione, concordandola con tutti gli altri colleghi, di rinviare la perquisizione”.
Quindi secondo lei l’ex procuratore di Palermo trattò con la mafia per favorirla? Questa è la sua conclusione? Non mi faccia ridere e non si faccia querelare, per l’amor del Cielo.
ps: se un papello esiste ed è in mano ai magistrati, non è sicuramente alcuno di quelli pubblicati dalla stampa, a cui possono credere giusto i lettori di Travaglio.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 21 Ott 2009
Lirio Abbate
articolo fresco fresco ..
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/tra-mafia-e-stato/2112777/
Scritto da Candidus il 21 Ott 2009
@Dean Keaton
http://www.youtube.com/watch?v=q13Vy6LvKes
Riporto da Wikipedia sul Capitano Ultimo:
‘Il processo si concluse con l’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”: la corte ha stabilito la sussistenza di una erronea valutazione dei propri spazi di intervento da parte degli imputati, di gravi responsabilità disciplinari per non aver comunicato alla procura la propria intenzione di sospendere la sorveglianza e si legge che “l’omessa perquisizione della casa” in cui il boss mafioso Riina aveva vissuto gli ultimi anni della sua latitanza, insieme con la sua famiglia, e “l’abbandono del sito sino ad allora sorvegliato” hanno “comportato il rischio di devianza delle indagini che, difatti, si è verificato, stando alle manifestazioni di sollievo e di gioia manifestate da Bernardo Provenzano e da Benedetto Spera’
Scritto da Candidus il 21 Ott 2009
Il come abbiano improvvisamente ritrovato tutti la memoria ha qualcosa di meraviglioso. Tutti adesso parlano di fatti accaduti una quindicina di anni fa come se fossero occorsi solo ieri l’altro. Tutti tranne Di Pietro, che di solito mostra una memoria di ferro ma che stavolta è colto da amnesie.
Che poi tutti dicano la verità è arduo stabilirlo. Di sicuro ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino.
L’unica cosa certa è che le indagini, i processi e le condanne di quegli anni sono stati dei flop clamorosi, ma nessuno sembra farci caso. Eppure non è, non dovrebbe essere, una cosa di poco conto.
Scritto da asdrubale il 21 Ott 2009
Candidus.
Qui si sale troppo di livello. Addirittura una citazione da Wikipedia che condensa 116 pagine di motivazioni in quattro righe, tre delle quali riportano le dichiarazioni di un pentito.
Come si fa a non credere a questa meravigliosa e libera enciclopedia?
Il bello, poi, sta nel fatto che lei, come immagino molti altri, non si è preso nemmeno la briga di leggersi le note a cui Wikipedia rimanda, che dimostrano appunto esattamente il contrario di quello che si vuol far credere nella voce da lei citata.
Una di queste note, e qui siamo ai limiti dell’assurdo, rimanda al sito censurati.it nel quale troviamo l’ottimo pezzo di Antonella Serafini, fiera sostenitrice dell’operato del Capitano Ultimo e assolutamente convinta della sua innocenza.
In pratica questa indispensabile enciclopedia smentisce se stessa, forse nella segreta speranza che siano tutti troppo pigri o stupidi per cliccare i numerini a margine e leggere le fonti, metodo peraltro utilizzato anche da alcuni dei più acclamati giornalisti nostrani.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 22 Ott 2009
Keaton, strano che non ci sia stato nessuno ad “intimare” a wikipedia di correggere quello che lei reputa uno strafalcione, visto che ultimamente sono tutti dediti alla querela facile, senza contare che, facendo una rapida ricerca, la quasi totalità dei siti che riportano la notizia indicano si l’assoluzione ma anche la vicenda della mancata perquisizione e del mancato monitoraggio del covo, inclusa azione disciplinare a carico del colonnello e del capitano auspicata nella sentenza.
Scritto da Candidus il 22 Ott 2009