Odio il Natale. Però tanti auguri a tutti lo stesso.
25 Dicembre 2011La mia repulsione per la regina delle feste non è iniziata di colpo. Anzi, i miei ricordi sono popolati da molti giorni di Natale piacevoli, tutti ricordi abbastanza remoti.
Le prime atmosfere natalizie che posso ricordare sono quelle della mia infanzia. Parlo almeno del 1961-62 in poi, o giù di lì. Il Natale visto attraverso gli occhi di un bambino è quello felice, fatto di regali e lucine colorate, giorni felici in famiglia. Anche il mangiare era diverso, migliore. C’erano i tortellini in brodo che aiutavo a preparare: con le dita piccole vengono meglio. C’era il cappone, castrato quando era poco più di un pulcino. Io lo reggevo a pancia all’aria e mia nonna zac! Poi lo richiudeva con il normale filo da cucito. C’era l’abete, quello vero. Sempre lo stesso tutti gli anni, si trapiantava dal giardino dentro un vaso e si trasferiva all’interno, ricco di addobbi e luci. Ogni anno più alto, finché divenne troppo grande e non entrava più in casa. Infine c’erano gli attesissimi doni sotto l’albero. Allora i bambini non avevano le tonnellate di giocattoli che normalmente sono in dotazione agli attuali pargoli. Ora tutti i giorni sono buoni per ricevere un regalo, alla fine si ammucchiano tutti in enormi scatoloni dai quali andare a pescare secondo l’estro del momento. Insomma Natale era davvero un giorno semplicemente speciale, almeno agli occhi di un bambino. Succedevano cose belle e tutte in un colpo solo. Non dico che ora Natale sia peggiore o migliore. Sicuramente diverso, a parte gli addobbi e le lucine colorate è diventato una festicciola qualsiasi per certi aspetti.
Crescendo ho iniziato gradualmente a cambiare opinione su questa festa, come d’altronde è normale che accada. Ho iniziato a fare regali, oltre che riceverne. Fino a trasformare il periodo che precede le festività: un vagare forsennato fra negozi e centri commerciali, cercando di anticipare il flusso migratorio degli assatanati dediti allo shopping. Senza grande successo, mancava sempre qualcosa e alla fine soccombevo in mezzo alla calca degli acquisti all’ultimo momento. Natale era ormai divenuto un periodo nel quale si correva a comprare ogni genere di ciarpame, la maggior parte del tutto inutile e ridondante. Finché ho iniziato a provare un malessere anche fisico per lo shopping natalizio. Ho pensato allora di illustrare il mio punto di vista a parenti e amici, chiedendo con fermezza di astenersi dal regalarmi qualsiasi cosa per Natale, anche perché io non lo avrei più fatto.
Così è stato, vi assicuro che non è accaduto assolutamente nulla di sconvolgente, non ho perso un solo amico per questo motivo. Non ci sono neppure parenti che mi guardano di traverso per questo rifiuto di continuare a regalare cose inutili. Abbiamo semplicemente scoperto che si possono avere ottimi rapporti anche evitando di soggiacere alla ritualità. Provate anche voi, vi sentirete meglio.
Ora faccio regali solo ai nipoti, almeno fino a quando non saranno abbastanza grandi da capire che il Natale non è la festa dei commercianti.
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)
4 commenti presenti
Dal Natale del muschio nel presepe al Natale della plastica degli addobbi. Rimane, in chi ha la mezza età, la nostalgia della calza di Babbo Natale, colma di dolcetti, e in un angoletto vicino al letto il desiderato trenino con le pile. Che vuol fare, Fornasini, tempus fugit, e i nostri ricordi inseguono la vita. Raccontiamola però, sempre, la storia del Bambino, la “nostra” storia e il nostro Credo, con o senza regalini. Buon Natale e Buon Anno Nuovo. F
Scritto da Fabrizio Spinella il 28 Dic 2011
Io non ti faccio gi auguri, ma come si dice in questi casi “colgo l’occasione” per ringraziarti del tuo blog, che offre spesso interessanti spunti di riflessione, informazione, approfondimento. Tengo a precisare di essere politicamente un militante della Lega che, pertanto, apprezza il tuo lavoro pur non condividendone, talvolta, la linea editoriale.
Scritto da Il Pelle il 28 Dic 2011
A casa mia arrivava solo la Befana, sto babbo Natale non ho mai avuto la ventura di conoscerlo.
Scritto da carlino altoviti il 28 Dic 2011
Ciao Gianluigidemarchisciò …amarcord … tanti anni fa, ciao. Condivido la tua avversione per il Natal-commercial-stressante, anche se, una volta superate le barriere della carta da regalo, evitato lo strafogamento alimentare e limitata la parentite acuta, qualche cosa è rimasto. I canti di Natale in Chiesa (qui li cantiamo anche in tedesco), per chi crede. Per tutti, un pensiero di più per chi amiamo, per chi soffre, una riflessione di più anche su noi stessi, che non fa mai male.
Con l’occasione posso invitarti a visitare il mio primo, unico e recente blog http://www.trentoblog.it/riccardolucatti?
Sai, non è finanziario come il tuo ma “ofelè fa el to mestè!”
Ciao, e buon Natale, Caposanno ed Epifania a te e famiglia …. ne monsù?
Riccardo
Scritto da Riccardo il 3 Gen 2012