PAC, ATTENTI AI LUOGHI COMUNI!
30 Novembre 2014di Gianluigi De Marchi
Su tutti i dépliant pubblicitari dei fondi comuni d’investimento sta scritto che il piano di accumulo (affettuosamente chiamato PAC) è uno strumento ottimo perché consente di effettuare un accumulo di capitali mediando i prezzi di acquisto e, soprattutto, ottimizzando i risultati e riducendo i rischi.
Se la prima affermazione è vera (e non potrebbe essere altrimenti: comprando a rate si ottiene un prezzo medio tra più prezzi), le altre sono discutibili e rappresentano un luogo comune se non addirittura una manipolazione della realtà.
Ricordiamo che i PAC consistono nell’apertura di una posizione in un fondo comune attraverso un primo versamento d’importo anche modesto ed in successivi versamenti periodici (in genere mensili) che accrescono gradualmente la posizione. Un modo per mettere a frutto risparmi anche modesti (o per programmare nel tempo l’investimento).
Che i risultati siano positivi è però assolutamente incerto. Nei dépliant si mostrano andamenti oscillanti delle Borse, magnificando il fatto che l’acquisto a rate consente di avere un prezzo medio di carico migliore di quello che si avrebbe con un investimento immediato ed un risultato finale migliore.
Vero? Come sempre la risposta giusta è: dipende.
Dipende da quando s’inizia il PAC e da quando lo si finisce. Sulla base di uno studio pubblicato dalla rivista INVESTIMENTI FINANZIARI, chi avesse investito all’inizio del 2002 sulla borsa americana vendendo alla fine del 2006 (durata 5 anni) avrebbe ottenuto un utile del 25,2%; se avesse sottoscritto un PAC con versamenti annuali, avrebbe invece ricavato un utile del 28%. Ma se la stessa operazione fosse stata fatta dall’inizio del 2004 fino alla fine del 2008 i risultati sarebbero stati ben diversi: una perdita del 25% per chi avesse investito tutto subito, e del 35% se avesse seguito la strada della “formichina” con il PAC!
Consiglio per i lettori: leggete pure i dépliant, sognate pure di diventare ricchi, ma non illudetevi che un PAC sia la formula magica per accumulare tanti soldi mettendone da parte pochi…
2 commenti presenti
IL PROBLEMA E’ CHE IN CERTI LUOGHI DOVE VENGONO TRATTATI PRODOTTI FINANZIARI è che non lasciano il tempo al povero risparmiatore, di capire cosa sta firmando.
Scritto da vittorio il 12 Gen 2015
DARE A UN PIANO DI ACCUMULO PLURIENNALE IL NOME
P A C
DA L’IMPRESSIONE CHE SIA L’ABBREVIATIVO DI :
PACCO, che quasi fa ridere.
ERGO, chi si prende nelle sue tasche questo abbreviativo, non abbia certo la voglia di ridere
Scritto da vittorio il 17 Gen 2015