PENSIONATI “MEDI” PENALIZZATI
3 Giugno 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
Se c’è una categoria di persone che con la crisi economica sta peggio delle altre è quella dei pensionati. Non hanno potere, non hanno capacità di aggregazione, non hanno voce per difendersi. E così chi ha lavorato tutta la vita facendo a volte sacrifici enormi, si trova a combattere con i conti sempre più difficili da far quadrare.
La situazione è drammatica per chi sta ai minimi sociali, ma si sente anche fra coloro che, più fortunati, hanno pensioni medie avendo versato contributi maggiori nel corso della vita lavorativa. E’ quanto emerge da studi compiuti di recente sulle pensioni “medie” (oltre 2.000 euro il mese) che, a partire dal 2005, sono fortemente penalizzate nel meccanismo di indicizzazione (che dovrebbe coprire gli effetti negativi dell’incremento del costo della vita). Vediamone brevemente il meccanismo.
Le pensioni sono rivalutate annualmente per scaglioni: solo la fascia minima è coperta al 100%, oltre la percentuale si riduce al 90% (fino a circa 2.000 euro mensili) ed al 75% (oltre tale limite). E’ una forma di tassazione che colpisce chi sta meglio (principio tributario in sé giusto), ma che non tiene conto del fatto che anche le aliquote fiscali crescono al crescere del reddito, quindi la tassazione è doppia. Fatti due conti, emerge che dal 2000 al 2008 i prezzi sono aumentati del 20%(secondo l’indice ISTAT; e stendiamo un pietoso velo sulla loro reale concretezza…), mentre le pensioni “medie” (superiori ai 2.000 euro mensili) sono cresciute del 12%. Una penalizzazione evidente, che nel tempo è destinata ad aumentare inesorabilmente, poiché il costo della vita è sempre crescente nel tempo; e se l’inflazione dovesse schizzare (come molti temono) oltre il 5% annuo, i pensionati “medi” perderebbero ancora di più. Tutto ciò mentre i contributi a carico di chi lavora aumentano anche a causa dell’inflazione.
Morale: i contributi aumentano, ma le prestazioni (pensioni) restano invariate…Uno degli slogan ricorrenti nel corso degli ultimi anni è stato quello della riduzione del carico fiscale (“non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani”!). E’ vero, l’IRPEF non è aumentata, in molti casi è diminuita, ma non di solo IRPEF vive il Fisco, per parafrasare un detto evangelico. Esistono tante altre forme (e queste è una di quelle) per mettere le mani nella tasche degli italiani e prelevare soldi, al di là delle belle promesse…