Proibire l’Auditel
12 Marzo 2009di Filippo Facci per ilgionale.it
Medici senza frontiere ha presentato un rapporto sulla presenza di certe notizie sui nostri media. Un mese di colera nello Zimbabwe, con la fuga di centinaia di migliaia di persone sottoposte a ogni violenza, ha meritato 12 citazioni nei telegiornali Rai e Mediaset, mentre l’estate di Briatore ne ha ottenute 33: poi ci sono le altre stagioni. Un anno di guerra e siccità in Etiopia ha meritato 6 citazioni, Carla Bruni ne ha ottenute 208. Eccetera.
Si potrebbe obiettare che lo sport e le previsioni del tempo hanno ancora più citazioni, ma sarebbe poco serio. Il problema non solo esiste, ma è il più importante che ormai riguardi l’informazione: i nostri telegiornali, che dovrebbero attenersi a fatti di pubblico interesse, stanno lasciando che a stabilire i confini di questo interesse sia solo il pubblico. I notiziari in senso stretto cedono perciò il passo a infotainment, entertainment e tell-stories, sicché al netto delle idiozie gossipare e degli omicidi seriali (un omicidio in teoria dovrebbe valere l’altro) a giustificare una notizia è sempre più la presenza di un’immagine, di un video, di un particolare che suggestioni anziché informare. Mi chiedo se non sarebbe un bene vietare per legge, durante i telegiornali tra loro in concorrenza, le rilevazioni degli ascolti: dagli spot immediatamente precedenti ai successivi, così da non rilevare neanche il «traino» che un tg possa rivelarsi. È un’ottima idea. Non si farà mai.
3 commenti presenti
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Nei giornali vengono utilizzati simboli, codici, e messaggi, che sono chiari solo a chi è a conoscenza della Cabala e del linguaggio segreto usato dai mass media.
Non è un caso che Guzzanti, in una puntata del “Caso Scafroglia” dicesse “al decimo minuto collegatevi al programma di Bruno Vespa Porta a Porta; mi raccomando portatevi il decriptatore, se non l’avete rotto, altrimenti poi non ci capite niente”.
Pareva una battuta ma non la era affatto. Era la verità. E’ grazie alla conoscenza di questo linguaggio che persone come la Carlizzi sono riuscite ad anticipare delitti come quello di Cogne e altri ancora.
Io ancora non sono riuscito a decriptare i messaggi per intero, perché per arrivare a capire il linguaggio occorrono anni di studi, e la conoscenza della Cabala, dell’astrologia e di altri testi fondamentali (credo che tra essi figurino il Sogno di Polifilo, di Francesco Colonna e la Steganografia di Tritemio, ma senz’altro ce ne sono altri che non ho individuato).
Chi ha seguito il nostro blog ha potuto spesso vedere come viene costruita una notizia. Per la morte di De Andrè ad esempio hanno confezionato un TG il cui messaggio era chiaro “lo abbiamo ammazzato noi”; a parte le rose rosse sulla bara che compaiono insistenti, abbiamo l’apparire del numero 8, e poi la sapiente scelta delle canzoni (guarda caso anche la canzone di Battisti scelta per l’occasione parla di una rosa rossa).
Di 2000 omicidi l’anno circa, i mass media riportano quindi solo quelli della Rosa Rossa.
Cogne, Erba Meredith, Garlasco, Mostro di Firenze, ora il recente delitto di Canino, sono tutti delitti di questa organizzazione e quindi la notizia serve non ad informare ma a veicolare un messaggio a chi si deve occupare del caso, a indirizzare l’opinione pubblica verso determinati interessi, ecc.
Uno dei misteri della mia vita, ad esempio, era il quotidiano “Il Foglio” di Ferrara. Ottima l’idea di fare un quotidiano di 4 pagine. Ma mi ero sempre domandato perchè almeno due di quelle pagine fossero composte da frasi smozzicate e incomprensibili, testi senza senso, e un collage di concetti senza apparente ordine logico. E soprattutto, in certi numeri, uno non trova neanche una notizia degna di questo nome. Il mistero era soprattutto come facesse quel quotidiano a fare 20.000 lettori.
Se uno vede la cosa nel senso dei messaggi veicolati attraverso il quotidiano, allora tutto ha un senso.
Se uno poi ha presente che le vere notizie, non devono essere pubblicate, il cerchio si chiude.
Nessuna notizia. Ma solo messaggi.
Ora ho capito che Sofri se ne frega di far sapere la verità per il semplice fatto che la verità la conoscono tutti, nell’ambiente dei cosiddetti poteri occulti. Lui sa che non ha fatto nulla ma lo sanno anche tutti gli altri nell’ambiente. La lotta, e il dialogo, si svolge tra poteri occulti, all’insaputa del cittadino. Sofri cioè gioca con la logica dei poteri occulti, non con quella dei cittadini normali. E non ha bisogno di far sapere qualcosa al cittadino.
Ho capito che Andreotti sa che il suo processo non è stato un vero processo. E’ stato un avvertimento che il sistema gli ha mandato per qualche motivo, per bruciarlo. Ma siccome a livello politico i parlamentari sono tutti nella stessa identica situazione e non sono meno colpevoli di Andreotti, tutto procede come se niente fosse. Ecco perché non succede quello che la logica di una qualunque persona normale si aspetterebbe (cioè le sue dimissioni dal parlamento richieste a gran voce da tutti i parlamentari). Perché nella logica dei poteri occulti un processo è solo un evento voluto dal sistema, per avvertire la persona o screditarla, ma non per fare giustizia.
I giornali e la TV sono mezzi di disinformazione, per controllare le masse e asservirle al potere. E’ una realtà che a venti anni mi pareva fantascientifica.
Se un giornale riporta una denuncia fatta a qualcuno, o un processo, non è per dare la notizia; è per avvertire, minacciare o intimidire la persona coinvolta.
Ma oggi mi rendo conto, invece, che non è un paradosso. E’ la verità.
Ovviamente non tutti i giornalisti si rendono conto di questo stato di cose. Spesso un giornalista come Remo Croci non sa che è grazie all’acronimo del suo nome che si occupa del delitto Meredith a Perugia. Non so se Rossana Rossanda sappia il suo ruolo, quando firma un articolo dal titolo “La rosa rossa il futuro della sinistra” pubblicato sul Manifesto. Oppure per fare un altro esempio, dopo la strage sull’autostrada dell’8/8/08, in cui morirono sette persone, i Tg intervistarono un camionista di nome Carlo Massone, probabilmente né il camionista né (forse) l’intervistatore erano consapevoli del loro ruolo.
Molti giornalisti per anni non si accorgono di nulla. Intuiscono la verità il giorno che portano al direttore un articolo più scottante di altri; un articolo che – pensano in cuor loro – farà la loro fortuna. Ma che invece fa la loro rovina o, nel migliore dei casi, non verrà mai pubblicato.
Quando i giornalisti cominciano a capire come funzionano le cose a quel punto si profilano due strade. Essere estromessi dal sistema, oppure adeguarsi.
Dal momento che oggi viviamo nell’era di Internet, e quindi l’informazione circola libera anche contro la volontà dei giornali e delle TV, dovranno approvare al più presto, nei prossimi mesi, delle leggi che chiudano i blog e i siti di informazione alternativa.
Molte persone hanno capito che la vera informazione arriva da Internet, dove le notizie ancora circolano senza censura. E nonostante i giornali si affannino a dire che su Internet si trova di tutto, noi sappiamo che la stessa cosa avviene per la carta stampata, dove ciascun giornalista può inventarsi quello che vuole.
La tecnica per distruggere la libertà di informazione sarà la solita. Creeranno loro il problema, e loro daranno la soluzione.
Faranno scoppiare scandali riguardanti la pedofilia, o la mafia, o altro, sui siti come you tube, face book, sui blog, e poi con la scusa di proteggere il cittadino chiuderanno tutto. Si chiama tecnica del problema-reazione-soluzione.
Adesso, per esempio, solo di recente ho capito il segreto del film Quarto potere. La parola segreta che nessuno riusciva a capire che celava il segreto del potere dei mass media. Rosa bella, in inglese rosebud, Bocciolo di rosa.
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/02/i-mass-media-la-mia-esperienza-in-venti.html
Un’interpretazione sul perchè un omicidio non vale l’altro…
Scritto da Francesco B il 12 Mar 2009
E la colpa sarebbe dell’auditel???
Prima di tutto mi piacerebbe avere un parere: come possono bastare solamente 9500 meter in tutta Italia per stabilire gli ascolti medi?
Sarei anche curiosa di sapere in quanti sanno effettivamente come funziona il sistema di assegnazione di MDU e handset, in base a quali dati vengono scelte le famiglie campione e come avviene l’elaborazione dei dati.
Che ci diano in pasto semplicemente ciò che vogliamo è una realtà. Oramai si segue la moda anche per dare le notizie: fino a poco tempo fa ubriachi rumeni alla guida uccidevano ripetutamente poveri innocenti, poi tutti addosso al caso Englaro (caso privato, scelte private, strumentalizzazione pubblica), ora siamo alle violenze sulle donne.
I giornali e la TV sono mezzi di disinformazione? Dare determinate “notizie” per coprirne altre? Mhà, a me sembra che queste siano grandi scuse. Se veramente volessimo vera informazione sapremmo dove andarla a cercare. Il problema è che non si vuole sapere! Come si dice? Beata ignoranza, giusto? E l’ignoranza è diventata un valore. Ma anche coprirsi gli occhi per non vedere è un gioco che sta facendo molta strada, anzi direi che il pensare solo ed esclusivamente alle proprie saccoccette (come si dice a Roma) è sempre stata prerogativa dei volponi italiani.
On line si trovano notizie. Bene. In quanti ne fruiscono? Pochissimi. Primo per l’annoso problema del digital divide; secondo perchè anche on line i siti più clikkati sono quelli del grande fratello et similia; terzo perchè non si vanno effettivamente a cercare le notizie, ma sì va a leggere quello che si vuole veder scritto (guai a dare buca al proprio guru di riferimento, ad ognuno il suo ovviamente).
Dell’auditel non frega niente a nessuno. Non credo che chi va a guardare una determinata trasmissione lo faccia esclusivamente perchè l’auditel dice che è effettivamente la più vista. Si guarda perchè lo si vuol fare. Senza i dati auditel resi pubblici cambierebbe qualcosa?
Scritto da Sunny il 13 Mar 2009
Quando i tg torneranno a fare “vera informazione” sara’ sempre troppo tardi… Se non hanno ancora capito che lo squalo che attacca il sub e’ roba da “realTV” e il gossip sulla modella di turno sta bene in “Verissimo”…
Scritto da emanuele il 16 Mar 2009