Proposta di Legge per la Riforma della Professione di Giornalista, ulteriore riduzione della libertà d’informazione
19 Febbraio 2010La nuova Proposta di Legge in discussione alla Camera dei Deputati di fatto sottometterebbe l’Ordine dei Giornalisti alle disposizioni del Governo. Ad un Ordine Professionale così sottomesso verrebbe attribuito il controllo assoluto sull’accesso alla professione giornalistica. Inoltre, i pochi giornalisti indipendenti che rimarrebbero, se non facessero “Corretta Informazione”, potrebbero essere puniti sia da una nuova “Commissione Deontologica Nazionale”, che da un nuovo “Giurì per la Correttezza dell’Informazione”. Naturalmente, sia la Commissione che il Giurì sarebbero espressione del Governo. Non riusciamo ancora a comprendere per quali ragioni questo provvedimento legislativo possa esser stato presentato da Deputati aderenti a quasi tutti i gruppi parlamentari.
Il sindacato SINFO FELSA CISL esprime un giudizio fortemente negativo sui contenuti di questo provvedimento legislativo. Se approvato come viene proposto, limiterebbe ulteriormente la Libertà d’Informazione e peggiorerebbe una situazione professionale già pessima. Con spirito costruttivo, proponiamo alcuni sostanziali cambiamenti migliorativi che favorirebbero maggiore libertà d’informazione in Italia e nuove opportunità professionali per gli operatori dell’informazione.
Dopo aver analizzato attentamente la Proposta di Legge N. 2393 in materia d’Ordinamento della Professione di Giornalista che modificherebbe la Legge N. 69/1963 e dopo aver seguito il suo Iter Parlamentare in Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il SINFO (Sindacato Informazione aderente alla FELSA CISL) concorda con gli obiettivi che la hanno ispirata :
– Tutelare la libertà e la correttezza dell’informazione in Italia alla luce dei mutamenti sociali, economici e tecnologici sopraggiunti negli ultimi cinquanta anni;
– Valorizzare la Figura Professionale del Giornalista favorendo la sua indipendenza e promuovendo nuove opportunità occupazionali.
Proprio perché il SINFO è d’accordo con i motivi ispiratori di tale proposta legislativa, è molto preoccupato sulle conseguenze negative che potrebbe provocare se venisse approvata.
La Libertà d’Informazione verrebbe fortemente limitata per :
– Eccessivo Potere del Governo sull’Ordine dei Giornalisti
Il Ministero della Giustizia definirebbe di propria iniziativa un regolamento che regolerebbe : La composizione e le modalità d’elezione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti; Le modalità disciplinari e sanzionatorie per giornalisti ed editori considerati non corretti.
– Eccessivo Controllo dell’Ordine dei Giornalisti sulle modalità d’accesso alla professione
La nuova Proposta di Legge non prevede alcuna possibilità d’accedere all’esame d’idoneità professionale attraverso percorsi formativi indipendenti “Non Controllati” dall’Ordine. Attualmente, è possibile accedere all’esame d’idoneità professionale attraverso un praticantato in redazioni indipendenti. Inoltre, l’introduzione d’un esame anche per fare il “Giornalista Pubblicista” costituirebbe un limite enorme alla libertà d’informazione che sicuramente non mancherebbe di sollevare dubbi di costituzionalità.
Per le ragioni sopra esposte, il giudizio del SINFO su questa proposta di legge è negativo.
Per valorizzare la professione del giornalista, il SINFO propone un diverso modello che supera l’immobilismo corporativo d’un sistema organizzato su monolitici ordini professionali. In linea con le Direttive dell’Unione Europea, proponiamo il modello d’organizzazione delle professioni basato su libere associazioni professionali che si confrontano tra loro e con le istituzioni per creare nuove opportunità lavorative e garantire il pluralismo dell’informazione.
Pur mantenendo un giudizio fortemente negativo, sia sulla legislazione vigente che sulla nuova proposta di legge, ci permettiamo, con spirito costruttivo, di dare qualche consiglio al legislatore solo per evitare che la libertà d’informazione in Italia subisca ulteriori gravi limitazioni.
Per migliorare la Proposta di Legge sarebbero necessari dei sostanziali cambiamenti. Proponiamo alcune modifiche migliorative analizzandola articolo per articolo.
ARTICOLO 1
Introduzione dei punti :
d) Nell’ambito di corsi biennali promossi da enti associativi di rilevanza nazionale ai quali siano iscritti almeno cento giornalisti;
e) Presso redazioni di giornali con le quali collaborino almeno cinque giornalisti.
In questo modo si lascia libertà di scelta all’aspirante giornalista. Egli potrà seguire il percorso di pratica giornalistica più consono alle sue personali esigenze professionali. Sarà il mercato a premiare le esperienze più qualificanti.
ARTICOLO 2 Da Eliminare
Limitare l’accesso alla pratica giornalistica introducendo un “Esame d’Idoneità” per potersi iscrivere nell’Elenco dei Pubblicisti costituisce un fortissimo limite alle libertà d’espressione e d’informazione. Questi sono diritti chiaramente tutelati dalla Costituzione Italiana. Non siamo neanche d’accordo sull’introduzione d’un corso formativo che sostituisca l’esame d’idoneità. Se il problema è la formazione o l’aggiornamento professionale dei pubblicisti, sarebbe più utile introdurre una Formazione Continua Gratuita finanziata con fondi pubblici ed erogata liberamente attraverso il circuito delle agenzie di formazione professionale accreditate nelle diverse Regioni italiane.
ARTICOLO 3
Introduzione al comma 1 dei punti :
c) Coloro che alla data dell’entrata in vigore del presente articolo sono iscritti nell’Elenco dei Pubblicisti ed hanno versato contributi previdenziali esclusivamente all’INPGI per almeno cinque anni;
d) Coloro che sono in possesso di laurea in qualsiasi disciplina con iscrizione nell’Elenco dei Pubblicisti ed hanno versato contributi previdenziali esclusivamente all’INPGI per almeno cinque anni.
Un “Giornalista Pubblicista” che svolge professionalmente per diversi anni esclusivamente l’attività giornalistica deve avere la possibilità di diventare “Giornalista Professionista” perché lo è già. Non deve diventare un lavoratore destinato ad essere sfruttato per tutta la vita.
ARTICOLO 4
Sostituire il comma 1 con il seguente testo :
1. La composizione del consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti e le modalità per la sua elezione sono stabilite con delibera dello stesso consiglio nazionale. Ogni iscritto dovrà avere lo stesso peso elettorale e potrà essere eletto a qualsiasi carica all’interno degli organismi nazionali e regionali dell’ordine dei giornalisti.
Se si vuole tutelare la libertà d’informazione in Italia, questo articolo deve essere assolutamente cambiato. Non può essere un regolamento emanato da un Ministro a regolare le modalità d’elezione degli organi direttivi dell’Ordine dei Giornalisti. Ogni nuovo governo potrebbe avere la tentazione di creare modalità elettive più convenienti per la sua parte politica. L’informazione è un bene comune che deve essere il più possibile svincolato dai pur legittimi interessi di parte.
ARTICOLO 5 Da Eliminare
Non serve creare una “Commissione Deontologica Nazionale”. La legge vigente dispone già di tutti gli strumenti per sanzionare comportamenti scorretti da parte dei giornalisti. Attualmente, moltissimi giornalisti non osano neppure più fare una sana informazione d’inchiesta perché hanno paura d’essere denunciati dal potente di turno (Politico, imprenditore o altro). Le denunce ricevute fanno perdere tempo lavorativo e danaro in spese legali anche se nella maggior parte dei casi risultano del tutto pretestuose ed infondate.
ARTICOLO 6 Da Eliminare
L’istituzione d’un “Giurì per la Correttezza dell’Informazione” come strumento di conciliazione potrebbe sembrare un’ottima idea per risolvere più velocemente eventuali conflitti tra due parti in causa. Però, è molto pericoloso demandare ad un semplice regolamento ministeriale “L’organizzazione e il funzionamento del giurì nonché le procedure e i termini per l’espletamento del tentativo di conciliazione”. Inoltre, il Giurì è composto per i quattro quinti da membri che, in un modo o nell’altro, sono di nomina governativa. Chi garantisce che non possa diventare un organo di lotta politica utilizzato per cercare di punire giornalisti o editori che la pensino diversamente dal governo in quel momento in carica. Per queste motivazioni è preferibile che sia la magistratura a sanzionare, applicando le leggi vigenti, coloro che utilizzano l’informazione in maniera non corretta arrecando danni a terzi.
ARTICOLI 7-8-9 OK
Per contribuire al dibattito parlamentare in corso, il SINFO propone un’iniziativa pubblica a livello nazionale sul tema
Libertà d’Informazione e Ruolo del Giornalista
Con questa iniziativa si vuole lanciare un accorato appello rivolto a tutti.
L’Informazione è un Bene Comune. Difendiamola.
(da padowanews.it)