Punti di vista sulla crisi economica: per Obama non bastano le mezze misure, per Berlusconi è sufficiente un’aspirina
24 Marzo 2009di Sergio Fornasini
Che sia in atto una enorme crisi finanziaria lo sanno anche i sassi: solo in Italia migliaia di persone stanno perdendo il posto di lavoro, il PIL va giù come anche i consumi e non c’è un solo indicatore economico che lasci presagire una pronta ripresa.
A poco più di una settimana dal G20 di Londra, in questo scenario si colloca l’intervento odierno del Presidente Obama, che dalle pagine dell’Herald Tribune dichiara: “Attraversiamo un periodo di sfide economiche mondiali che non possono essere vinte con mezze-misure o gli sforzi isolati di una qualche nazione”. Lancia poi un appello ai leader dei Paesi del G20 ad adottare nel vertice del 2 aprile a Londra, “misure audaci, a largo spettro e coordinate” per frenare la crisi economica mondiale. Secondo Obama, è necessaria una azione coordinata e globale sul quadro normativo: servono regole per evitare il ripetersi delle bolle speculative (rainews24.it). Il Presidente americano andrà quindi a Londra con l’obiettivo ben preciso e dichiarato di coinvolgere tutti, anche i partner europei, nella sua auspicata revisione delle norme applicate alla finanza.
Silviuccio nostro, come sempre, sembra invece molto più ottimista. Niente toni gravi, per Berlusconi “abbiamo tutte le condizioni per guardare al futuro con fiducia e uscire da questa crisi per la quale non si capisce bene quali siano le cure e che tutti stiamo tentando di superare con un po’ di aspirina“, ha detto Berlusconi parlando della crisi globale. Per il premier bisogna reagire “a questa influenza americana, questo virus che viene dall’America e che ha colpito un corpo sano”. Ma soprattutto “esistono tutti i presupposti per fare bene. Il governo ha una solida maggioranza che garantisce la governabilità e questo è importante per uscire bene dalla crisi” (reuters). Qualche minuto dopo, la stessa agenzia pubblica un chiarimento ulteriore: “Quella americana è una malattia che è diventata una influenza per noi”. Poi ha proseguito con una frase che più che ad un raffreddore fa pensare a qualcosa di peggio: “Spero che tutto possa risolversi. Sono stato per due giorni a Bruxelles, nessuno sa quale sia la cura giusta, né quale sarà il futuro e nessuno ha azzardato previsioni”.
Auguri di pronta guarigione.