Qualche considerazione sul referendum/2
1 Dicembre 2016di Sergio Fornasini
Ultimi giorni prima del voto al referendum. I sondaggi sono stati sospesi come vuole la legge. Negli ultimi mesi hanno dato stabilmente il NO in vantaggio di 5-7 punti. A leggerli bene, non di tantissimo tenendo conto della ancora alta percentuale di indecisi nelle ultime rilevazioni. Comunque, dopo la splendida figura dei sondaggisti su Brexit ed elezioni presidenziali USA, come andrà a finire lo sapremo solo il 5 dicembre.
Nel frattempo, consiglio per gli indecisi: leggete i contenuti della riforma, evitate di farvi condizionare da chi strilla a squarciagola ragioni emotive o politiche, slogan e insulti in ricco assortimento. Se alla fine non maturerete alcun convincimento ponderato, in un senso o nell’altro, vi prego di starvene a casa. Meglio evitare di far danni, la Costituzione è troppo importante.
Non mancano fonti di informazione sull’argomento. Personalmente consiglierei di consultare il sito approfondendo.it sul quale potrete trovare considerazioni oggettive ed estese sui molti aspetti della proposta riforma. In particolare su come sarà il nuovo Senato, se dovesse passare.
Non sono mancate neppure molte falsità in questa lunghissima campagna referendaria. Ne voglio ricordare solo una delle iniziali e spero l’ultima.
La prima risale a mesi fa, all’inizio delle danze. Non saprei attribuirla ad un singolo personaggio, è talmente grossolana che nessuno ne ha rivendicato la paternità. Anche se qualcuno ha provato a prendersi il merito di aver promosso un referendum sulla materia. Bufalissima. Le modifiche alla Costituzione debbono essere approvate in via definitiva da almeno i due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Dato che così non è stato, il passaggio al referendum confermativo è un atto previsto dalla Costituzione stessa. Deve essere formalmente richiesto, però basta un quinto dei componenti di ciascuna Camera oppure solo cinque consigli regionali. Evidentemente, quando la maggioranza approvante è soltanto relativa, promuovere un referendum confermativo non è un’impresa impossibile. Particolarità: non è necessario il raggiungimento del quorum (50% + 1 elettore) come nel caso del referendum abrogativo. Pertanto, la consultazione sarà valida con qualsiasi numero di votanti. Ma questo per fortuna ce lo ha detto anche la TV, omettendo molti altri aspetti.
La seconda bufala è andata in onda ieri, in diretta streaming da Palazzo Chigi. Riguarda la sbandierata esistenza di una scheda fantomatica per le elezioni regionali, nella quale per l’elettore sarà possibile eleggere i rappresentanti del territorio nel nuovo Senato della Repubblica. Questo è totalmente falso, in Italia al momento non esiste alcuna legge che preveda questa possibilità. Manca solo, insomma, la televendita in streaming con la batteria di pentole. Il modello a pressione dotato di cambio Shimano, progettato espressamente per la versione italiana.
Buon voto