Quel 22 aprile di cento anni fa / 2 – Anche il grande Indro ha commesso un errore
22 Aprile 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Un altra grande persona veniva alla luce il 22 aprile del 1909: a Fucecchio nasceva un secolo fa il compianto ed indimenticabile Indro Montanelli, che ci ha purtroppo lasciato da ormai quasi otto anni. La sua vita ha una sola similitudine con quella della Montalcini: è stata lunga.
Volontario nella guerra d’Africa, alla quale partecipò con slancio giovanile. Poi inviato per “Il Messaggero” dal fronte della guerra civile spagnola, dal quale tornò manifestando i primi dissidi verso il fascismo. Iniziò nel 1938 a scrivere per il “Corriere della Sera” quale corrispondente da vari paesi europei.
Durante il conflitto mondiale divenne inviato di gerra da diversi fronti, scrivendo pezzi di rara bellezza, in particolare se rapportati a quanto pubblicava il resto della stampa. Alcuni suoi scritti dell’epoca li trovo ancora oggi davvero interessanti da leggere: aveva il dono della lucidità nel saper cogliere e descrivere mirabilmente aspetti sconosciuti al resto dei corrispondenti. A poco più di trent’anni era già un grande giornalista, non nei riconoscimenti bensì nei contenuti. Dopo l’8 settembre venne a contatto con ambienti partigiani, fino al carcere ed alla condanna a morte da parte dei nazisti. Riuscì a fuggire e riparò all’estero, riprendendo il suo lavoro al Corriere alla fine della guerra.
Per ragioni anagrafiche, i miei primi ricordi del vecchio Indro risalgono a quando fondò “Il Giornale Nuovo” nel 1974. Allora non avevo l’età per capire bene come stessero le cose: lo vedevo come un forte conservatore, nemico dei grandi cambiamenti che stavano avvenendo. Rimasi sorpreso e dispiaciuto dopo l’attentato che subì ad opera delle Brigate Rosse che lo “gambizzarono”, come si diceva allora. Mi domandai perché mai andassero a colpire proprio lui, certamente schierato su posizioni completamente opposte ma con il coraggio di mostrare la propria faccia e di manifestare apertamente ed onestamente il proprio pensiero.
Con lo scorrere degli anni imparai ad apprezzarlo molto anche come giornalista, oltre che come uomo. Mi domandavo dove trovasse la passione, il vigore, la fermezza con la quale scriveva senza fare sconti per nessuno. Ho ammirato la sua scelta di lasciare il quotidiano del quale è stato il fondatore, nel momento in cui la sua libertà di scrivere a tutto campo iniziò ad essere limitata dal nuovo editore, Silvio Berlusconi, che stava entrando in politica.
La sua redazione solo in parte lo aveva seguito alla nuova testata da lui fondata, “La Voce”, con costanti problemi finanziari. Alla fine quella della nuova testata fu una breve fiamma di luce nel mondo del giornalismo italiano. “La Voce” chiuse i battenti ma Montanelli non lasciava la professione, seppure in età molto avanzata. Continuò a scrivere con la solita grinta e lucidità come editorialista del Corriere, fino alla fine.
Insieme ad Enzo Biagi ed a pochi altri, Indro Montanelli ha segnato il giornalismo italiano in maniera indelebile e con la massima dignità possibile. In tanti oggi si richiamano al suo stile, ai suoi insegnamenti. Moltissimi solo per darsi un tono.
Nel ricordarlo e nel rendergli onore, dal mio modestissimo osservatorio vorrei sollevargli solo una piccola critica: nel filmato che segue, intervistato da Enzo Biagi, esprime molti concetti in seguito mai smentiti dai fatti. Tranne che per un particolare, nell’affermare “per guarire da Berlusconi ci vuole una bella iniezione di Berlusconi“, intendendo che gli italiani devono sviluppare gli anticorpi ad una sorta di virus, ha sbagliato.
Per me non si tratta di una infezione, quasi di un’influenza curabile con un vaccino. Berlusconi è una sorta di droga per gli italiani, ormai vittime di dipendenza dallo stupefacente politico. O politico stupefacente, fate voi.
13 commenti presenti
A noi disse che sarebbe stato sempre grato a Berlusconi per avergli consentito di fare il Giornale dopo la deriva di sinistra “ottoniana” del Corriere, ed anche quando cominciò a perdere copie (Montanelli era un bravo solista, ma un distratto direttore). E questo conta, nella storia del giornalismo italiano. Il resto, sono umori personali. Del resto, Longanesi, che s’incazzava spesso con lui fino a minacciare di prenderlo per la collottola, in una lettera a Gianna Preda scrisse che Montanelli va verso il socialismo portandosi dietro Colette in vestaglia. Ma Montanelli rimane tra le migliori vestigia della Destra italiana, non solo giornalistica. E’ stato sempre intrinseco con la strategia anticomunista. E questo conta, nella storia della politica italiana. Quanto alla frase tagliata sulla destra di Fini, Montanelli ne apprezzava l’evoluzione, conforme alla linea editoriale che impresse al Giornale anche secondo la volontà della proprietà
Scritto da Fabrizio Spinella il 22 Apr 2009
Montanelli ha sbagliato molte volte, come tutti gli esseri umani, ma è sempre stato coerente con se stesso, al contrario di quasi tutti gli altri.
L’accostamento a Enzo Biagi è ingeneroso per il grande toscano: è come paragonare un purosangue inglese con un cavallo da tiro.
La vita e le opere dei due parlano chiaro, basta volerlo vedere.
Scritto da asdrubale il 22 Apr 2009
Forse non sbagliava, ma magari la dose non e’ stata sufficiente o forse come dice Travaglio: il centro-sinistra e’ stato capace di produrre l’antidoto.
Scritto da Mastellaroni il 23 Apr 2009
Caro Mastellaroni ben ritrovato.
Personalmente penso che il centro sinistra invece di contrastare quel tipo di “droga” politica abbia fatto di tutto per favorirne la diffusione
Scritto da Sergio Fornasini il 23 Apr 2009
Non so quanto possa essere stato notato, ma ieri sera Michele Santoro ha detto la stessa cosa che ho scritto io mercoledì, ovvero che questa influenza da berlusconismo è diventata una tossicodipendenza con l’andar del tempo.
Giuro che non conosco Santoro e sono pronto a scommettere che non frequenta questo blog. Fa piacere però anticipare punti di vista di illustri personaggi televisivi
Scritto da Sergio Fornasini il 24 Apr 2009
Io con Santoro, e si capisce, non mi vanterei di condividere nemmeno il parrucchiere. Figurarsi un pensiero.
E sulla puntata a proposito di Montanelli ha ragione Brambilla affermando che, per una volta, ieri sera gli è uscita una puntata equilibrata, anche se non si sa quanto volontariamente. Poverino.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=346037
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 24 Apr 2009
Posso solo immaginare cosa ne avrebbe detto Brambilla se non l’avesse classificata come equilibrata la puntata di ieri sera. Io l’ho trovata scorrevole, una volta tanto, e centrata su un tema molto importante: l’informazione.
Scritto da Sergio Fornasini il 24 Apr 2009
Lettura proposta.
Gabriele Parenti: “Napoleone in sala stampa – Strategie d’immagine nella storia”, Mauro Pagliai editore (edizioni Polistampa, Firenze, 2009)
Scritto da Fabrizio Spinella il 24 Apr 2009
Annozero di ieri sera, per chi non se ne fosse accorto, non trattava nè di Montanelli, nè, tanto meno, di informazione.
Semplicemente, che novità, si parlava di Berlusconi. Il quale, con sommo dispiacere dell’onorevole Santoro, non ne è affatto uscito con le ossa rotte.
Ogni tanto anche Michele sbaglia i calcoli.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 24 Apr 2009
http://www.youtube.com/watch?v=GDFig1cFrSk
Avevo detto che non ero sicuro, ma adesso ho le prove.
Scritto da asdrubale il 25 Apr 2009
LE prove di che?
Scritto da zazo il 25 Apr 2009
Per me è la prova è che Indro, prossimo ad accomiatarsi, qualche bischerata la diceva pure lui.
Di Pietro come perfetto Ministro delle Infrastrutture? Voto zero.
Uomo del fare? Del far per sè sicuramente.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 25 Apr 2009