Quell’effetto Sturmtruppen
3 Marzo 2010Il timbro mancante di Formigoni in Lombardia, la firma saltata sul listino Polverini nel Lazio, la candidatura del condannato Conte inserita di nascosto a Caldoro in Campania. Siamo al di là del commentabile, anche perché vorremmo sottrarci al gioco facile del “cacciateli tutti e subito” varato dal Giornale e da Libero, che in piena campagna elettorale ha poco senso.
Vediamo in questi giorni l’esito di una sorta di “partitocrazia senza partiti”, dove diventa impresa ardua persino gestire il più classico e burocratico degli adempimenti: la formazione e la corretta presentazione delle candidature. C’è un disagio insopprimibile nel nostro mondo. C’è sconcerto e fastidio per la fiera delle dichiarazioni sciocche, delle interviste ridicole, dei filmati in romanesco rubati e sparati su YouTube.
Questo modello sfilacciato è l’altra faccia del “partito-caserma”, dove i colonnelli indicano la linea e la truppa esegue: le Sturmtruppen più che “esercito del bene”. Se il dovere indica la necessità di continuare a sostenere i nostri candidati governatori, le nostre liste, le attese del nostro elettorato, il rispetto che abbiamo per tutto ciò impone di richiedere, ora e subito, comportamenti conseguenti a tutta la classe dirigente che si è messa sulla prima linea della campagna elettorale immaginandola come una passeggiata tra i boschi. Non lo è mai stata e comunque non lo è più.
Un minimo di lucidità e qualche fanfara in meno aiuterebbero ad affrontare la salita col fiato che richiede.
(dalla prima pagina de il Secolo d’Italia del 3 marzo 2010)