Referendum Fiat: con il coltello puntato alla gola
14 Gennaio 2011Non è per nulla simpatico quello che accade in Fiat di questi tempi. Il mercato non tira, la nostra unica casa automobilistica offre una gamma di modelli di fattezze non entusiasmanti per i potenziali acquirenti e manco costano poco. In questo scenario va recuperata produttività, secondo Marchionne è questa la ricetta giusta per rendere competitiva la Fiat.
A questa panzana probabilmente non riesce a credere neppure lui, le persone ragionevoli non possono pensare che la “Bravo” oppure la “Croma” diventino improvvisamente attraenti con un ritocco insignificante al listino di acquisto. Lo ha detto tempo fa lo stesso manager supremo della Fiat quanto il costo del lavoro incida in misura minima sul prezzo finale delle vetture. Esistono ovviamente persone meno razionali che pensano esattamente il contrario, alcune molto potenti arrivano addirittura a dichiarare che la Fiat farà bene a portare la produzione all’estero nel caso non passi il referendum. Mi domando se questa sua posizione derivi da uno stress momentaneo oppure se siamo davvero impazziti del tutto.
Non ho mai lavorato in catena di montaggio, come del resto gran parte dei commentatori di questa vicenda. Per questo non posso esprimere un giudizio personale pro o contro il c.d. “accordo di Mirafiori”, in queste ore sottoposto al voto dei lavoratori Fiat. Cerco però di informarmi, al contrario di quanto sembra stiano facendo molti politici e giornalisti. In particolare fra questi ultimi sembrano pochissimi quelli che hanno davvero letto il contenuto del protocollo di accordo separato, reso pubblico dalla sola FIOM-CGIL e non dai sindacati sottoscrittori dello stesso. Chissà come mai!
La stampa per giorni ha insistito su pochi particolari, tipo le pause lavorative ridotte di “soli” dieci minuti per turno. Tralasciando allegramente tutti gli aspetti più penalizzanti, basta leggere il documento per rendersi conto di cosa cambia realmente: tutto, dal meccanismo delle relazioni industriali alle condizioni di lavoro. Non sono stati invece così disattenti altri imprenditori privati, all’interno di aziende grandi e piccole sta montando una sorta disinvolta di reinterpretazione delle normative contrattuali. Non sto qui a fare tanti esempi, però se siete lavoratori dipendenti siete invitati a guardarvi intorno: osservate quali situazioni in precedenza normali stanno iniziando a cambiare. Tipo la documentazione fiscalmente valida a tutti gli effetti di legge con la quale avete sempre giustificato le vostre spese di trasferta, improvvisamente diventa non conforme anzi vi potrebbero dire che non vi spetta il rimborso e vi dovete pagare le spese di tasca propria. Negazioni arbitrarie e vessatorie di situazioni che in passato non creavano problemi e così via. Vi potrebbe forse accadere di notare mutazioni genetiche dei normali rapporti di lavoro, regolati in passato da accordi sindacali e normative scritte e ben note, divenute improvvisamente difficoltose da attuare.
La politica, come ormai di consueto, sta a guardare senza aver capito una mazza di quanto sta accadendo. Sono tutti davvero troppo occupati a pensare se si andrà o no alle elezioni. Hanno cose più importanti a cui pensare, cosa volete che siano i problemi della gente comune di fronte al mantenimento dei loro privilegi.
Gli operai di Mirafiori alla fine saranno probabilmente costretti a dire sì all’accordo separato, pur di non andare a finire in mezzo alla strada. Almeno non subito, se la Fiat continua a sfornare prodotti poco appetibili sul mercato prima o poi dovrà accadere. Che si produca in Italia o altrove, a quel marpione perennemente con il maglione interessano le ricchissime stock option. La finanza garantisce il profitto, e quando si mandano a casa gli operai il titolo vola.
Fiat: Fabbrica Italiana Altiprofitti Torino, con tanti saluti a chi ci rimetterà le penne.
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)
3 commenti presenti
A proposito della FIAT negli USA, segnalo questa intervista del quotidiano online “ilsussidiario.net” del 15 dicembre, al cui testo integrale rimando [link].
«La vera sfida di Sergio Marchionne negli Usa? Superare una persistente opinione negativa sull’affidabilità delle auto Fiat, che per gli americani sono sinonimo di veicoli che si guastano in continuazione». A sostenerlo è l’economista statunitense Dorman Wood, uno dei maggiori esperti finanziari Usa e presidente dell’agenzia Dorman Wood associates. Ilsussidiario.net lo ha intervistato sulla decisione della rivista “Time” di dedicare la copertina all’amministratore delegato della società torinese, definito in termini molto elogiativi “il salvatore dell’industria automobilistica”. Per Wood, «anche se Marchionne non ha ovviamente salvato l’intero settore automobilistico americano, è comunque innegabile che grazie a lui le migliaia di dipendenti Chrysler hanno mantenuto il loro posto di lavoro. E lo stesso vale anche per le numerose altre imprese che fanno parte dell’indotto della società di Detroit».
Scritto da Fabrizio il 15 Dic 2011
Personalmente sono lieto di leggere la conferma che da qualche parte del globo il bravo Marchionne mantiene posti di lavoro. Continuo comunque a domandarmi come mai non riesca a fare la stessa cosa anche nel nostro paese
Scritto da Sergio Fornasini il 15 Dic 2011
Come mai, chiede Fornasini, Marchionne non incrementa o garantisce i posti di lavoro in Italia, come fa a Detroit? Ma perché gli Elkann (buona borghesia ebraica francese) hanno i loro maggiori interessi e capitali all’estero (alcuni ereditati dall’Avvocato); l’Italia è un resort di famiglia, dove ci sono i loro parenti (derivati Agnelli e consimili) che sin dai tempi dell’Avvocato vogliono incassare dividendi, non fare esercizi filantropici (e specie i superstiti della vecchia guardia non capiscono la funzione patriottica dell’industria italiana in una fase di capitalismo avanzato). La Fiat non scommette più da tempo sull’Italia, hanno scelto un italo-canadese con residenza svizzera per farcelo sapere. Business is business. E intanto il Governo ha diminuito il bollo su un modello Fiat…
Scritto da Fabrizio il 15 Dic 2011