Safilo: un’altra azienda leader che porta la produzione all’estero. E lo chiamano ancora “Made in Italy”
20 Marzo 2009dal nostro amico Wil, nonleggerlo.blogspot.com
Estremo Nord-Est. La Crisi arriva fin qui. Provincia di Udine, tasso di Occupazione tra i più alti in Europa. Un’isola apparentemente felice. Ma l’assenza dello Stato si sente eccome, uno Stato incapace di esaltare le nostre eccellenze, incapace di tutelare il “Made in Italy”, marchio che d’ora in poi verrà completato da un Punto di Domanda.
Oggi vi mostrerò in anteprima un documento che alcuni Dipendenti Friulani della Safilo hanno inviato alla redazione di Report e a molti altri, tra cui Beppe Grillo. E’ arrivato anche qui, non posso dire di più: l’anonimato dei mittenti per ora deve rimanere tale. Molte società, “con la scusa della Crisi”, per coprire errori indipendenti dall’attuale dissesto economico/finanziario o solamente per tagliare i costi di manodopera, sceglieranno di delocalizzare in qualche “Paradiso Impreditoriale”. Ecco la Lettera:
“Vi scriviamo questo messaggio trasportati da un senso di impotenza di fronte alla certezza, non più minaccia, della perdita del posto di lavoro.
Siamo dipendenti della Safilo SpA, un’ azienda leader mondiale nella produzione di occhiali di alta gamma; a seguito del CdA del 16 marzo, la nostra Azienda ha dichiarato che lo stabilimento di Precenicco, 331 dipendenti, verrà chiuso a breve e quello di Martignacco (entrambi in provincia di Udine) ha 450 esuberi. Le scelte aziendali porteranno al licenziamento di 781 persone! Qui non stiamo parlando degli effetti della Crisi Mondiale sui consumi e le imprese, ma bensì sull’occasione che molti imprenditori stavano aspettando per Delocalizzare le proprie produzioni.
Il Gruppo Safilo, presente da oltre 70 anni nel mercato dell’occhialeria, è il 2° operatore mondiale, in termini di ricavi, nello sviluppo, produzione e distribuzione all’ingrosso di prodotti del mercato dell’occhialeria. Grazie alla qualità della manodopera di operai qualificati, alla vasta gamma di griff, ma soprattutto alla possibilità di marchiare i prodotti con il Made in Italy, il fatturato ha segnato una costante crescita (solo nel ’08 lieve flessione del 3,7%). Purtroppo il margine operativo lordo è fortemente appesantito dagli interessi passivi che il gruppo paga sul forte indebitamento verso le banche (principalmente gruppo Intesa e Unicredit).
La discesa economica, per non parlare di tracollo, a nostro avviso non è dovuta alla crisi in atto, ma a scelte aziendali sbagliate. Ora, per riparare a tali errori la maggior parte della produzione verrà spostata nel sud est asiatico. Nonostante ciò, grazie a legislazioni sbagliate o incomplete, la Safilo continuerà a forgiarsi del marchio Made in Italy. Questa regolamentazione ha portato al fallimento o ad enormi difficoltà molte imprese tessili, nonché tanti altri comparti, tra cui il nostro. La Safilo ha già costruito in Cina uno stabilimento che occupa 400 dipendenti ed a regime ne avrà 3.000 (link)! Nel 2005 aveva già cominciato tale strategia, chiudendo tre sedi operative, Calalzo, Ronchis e Coseano. Ed acquistando da terzisti cinesi (a loro volta importanti azionisti Safilo) semilavorati ai quali in Italia, presso i nostri stabilimenti, viene fatta solo la finitura ed il controllo, per poi apporre il tanto rinomato Made in Italy.
A grandi linee la legge in materia afferma che affinché un prodotto sia marchiato Made in Italy è sufficiente che sia fatto in Italia solo il 40% del costo della lavorazione (ma in Cina il costo del lavoro è 1/10 rispetto al nostro!). Tale legge sembra fatta appositamente per garantire un grande margine di guadagno ai potenti industriali a scapito dei piccoli artigiani e ancor più di noi lavoratori. Non solo, così come vengono prodotti gli articoli oggi, la truffa colpisce pure i consumatori, che acquistano occhiali, abbigliamento o altro convinti di salvaguardare l’economia italiana o di acquistare un prodotto di una certa elite (alcune firme prestigiose richiedono per contratto il marchio Made in Italy), ignari del fatto che lo stesso sia in realtà prodotto in Cina. Un consumatore ha diritto di poter scegliere, deve esigere di poter valutare, Made in Italy o meno, cosa sia più opportuno acquistare relazionando in maniera trasparente prezzo, qualità, provenienza. I produttori avrebbero il dovere di dare alcuni forti garanzie: se una montatura ha serigrafato la dicitura Made in Italy essa deve rappresentare in maniera realistica il frutto artistico, intellettuale e manuale dei cittadini italiani!
Non si tratta ovviamente di questioni ideologiche nazionaliste, ma di salvaguardare il nostro lavoro, il nostro patrimonio sociale e culturale. Sappiamo inoltre che queste grandi potenze industriali sfruttano i paesi dell’est proprio perché poveri e privi di legislazioni a tutela dei lavoratori. Ecco che quindi che ad appesantire la situazione socio-economica si mischiano pure importantissime ragioni Etiche. Vi ricordate Gomorra di Roberto Saviano? L’autore denuncia la libera impresa e la concorrenza selvaggia, imprenditori che operano in una “legalità” malata, che spesso sfocia nell’illegalità. Controlli assenti, deboli o consenzienti permettono ai grandi gruppi di trarre il massimo dal marchio Made in Italy, spesso con uno sforzo minimo per quel che riguarda la dignità dei lavoratori. Fuori e dentro il Bel Paese.
Siamo affranti, delusi e molto arrabbiati: a Gennaio ci sono stati chiesti straordinari obbligatori; a Febbraio ci hanno messo in cassa integrazione; a Marzo ci comunicano che chiudono! Ci sentiamo feriti nel nostro orgoglio anche perché CONTRIBUENTI FRIULANI, perché la Safilo ha beneficiato di contributi ed agevolazioni che la nostra Regione, in quanto autonoma, ha potuto offrirle, oltre che averne beneficiato anche in Veneto, a Longarone, sfruttando la tragedia del Vajont!
Da parte nostra sono stati allertati gli organi politici a livello locale, ma ci sentiamo soli ed indifesi in questa lotta di poveri verso i potenti dell’economia.
Certi che questa nostro grido d’aiuto non resterà indifferente, rimaniamo in attesa di un vostro gradito riscontro.
Alcuni Dipendenti Safilo”
Potete leggere i post dei dipendenti Safilo su questo forum dedicato. Qui la LETTERA INTEGRALE (con maggiori dettagli sugli errori societari e molto altro: questa versione è stata sintetizzata). Interessante in materia anche la puntata di Anno Zero del 19 marzo, nonchè la storica puntata di Report sul “nero” delle grandi griffe nazionali.