SCONFINAMENTO SUL CONTO: UN “REATO”?
4 Aprile 2014di Gianluigi De Marchi
Può capitare a tutti di andare scoperti sul conto corrente senza avere un fido ufficialmente concesso: magari fate affidamento sull’affitto dell’inquilino che però quel mese non ce la fa a pagare, oppure staccate un assegno il giorno dopo averne versato uno “fuori piazza”, scordandovi che la banca applica dieci-quindici giorni di valuta successiva… Ebbene, in questi casi siete considerati quasi un criminale, perché la banca applica sanzioni pesantissime che in molti casi sono assimilabili all’usura. In certi casi (come evidenziato da uno studio dell’Università Bocconi) per uno sconfinamento di un giorno di 1.000 euro si arriva ad una penale di 50 euro! Non bisogna essere professori della prestigiosa università milanese per calcolare che 50 euro su 1.000 per un giorno equivalgono ad un tasso effettivo delL’80% mensile! (in confronto gli strozzini sono dei benefattori dell’umanità!)
Parecchi lettori rimasti scottati dall’esperienza e stanno valutando l’opportunità di fare una causa collettiva contro la loro banca. Al momento gli istituti di credito si limitano a rispondere ai reclami con la classica frase “rispettiamo rigorosamente la normativa vigente e diamo la massima trasparenza alle condizioni applicate in caso di sconfinamento senza fido autorizzato”. Il che significa lavarsene bellamente le mani, invocando norme che, guarda caso, sono emanate da un organo (la Banca d’Italia) che fa capo alle banche stesse (un po’ come avvenuto con la famigerata “commissione di massimo scoperto”).
Consiglio per i lettori: state ben attenti al vostro conto, tenete conto delle valute per evitare di sconfinare e, se vi capitasse di andare “in rosso” prendete subito contatto con il direttore per evitare conseguenze spiacevoli. E se, nonostante tutto, trovaste addebitati importi spropositati, non esitate a prendere contatto con un esperto e con un’associazione di tutela per avviare subito una procedura di reclamo e di rimborso delle spese usurarie.