Scontro maddeche?
24 Marzo 2009di Filippo Facci da Facebook
Certi toni asseverativi della Chiesa, opinione di chi scrive, in passato erano più rari. Forse la la radicalizzazione del linguaggio è un adeguamento al «vero scontro di civiltà» che secondo il capo della Cei sarebbe in atto «fra credenti e non credenti».
Eppure, tra tutti gli scontri che ci dilaniano, quello tra credenti e non credenti è l’ultimo che vedo. Gli italiani, sappiamo, sono credenti a modo loro, cioè credenti o meno secondo circostanza. Sono divisi in se stessi, impossibile dividerli gli uni dagli altri.
Vana, poi, è la velleità di soppesarne la fede secondo le bandiere politiche.
Un sondaggio di Crespi Ricerche, la scorsa settimana, spiegava che su certi temi gli italiani si dividono per esempio così: l’80,4 per cento di essi ritiene di dover stabilire i trattamenti sanitari che gli siano o non gli siano praticati una volta che fossero in stato di incoscienza; applicata agli elettori del Pdl, la percentuale resta alta: 70,9 per cento. Il 55,6 per cento degli italiani, poi, pensa che un medico non abbia diritto di imporre una cura; tra gli elettori Pdl la percentuale è del 47,5 per cento. Riconoscimento delle coppie di fatto: italiani favorevoli 55,8 per cento, elettori Pdl favorevoli 50,9 per cento. Divorzio breve: italiani favorevoli 70,5 per cento, elettori Pdl 69 per cento.
Su certi temi, ergo, stare con la Chiesa e stare con la maggioranza degli italiani non è matematicamente possibile.