Sotto i crolli, appalti miracolosi
7 Agosto 2009di Gabriele Mastellarini per “Il Mondo” del 31 luglio
DOPO TERREMOTO NASCE UN CASO SUL DEPOSITO DELLE MACERIE A L’AQUILA
Sei presenti, quattro assenti: la Giunta approva. Così il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente e altri cinque assessori (Roberto Riga, Antonio Lattanzi, Alfredo Moroni, Luca D’Innocenzo e Marco Fanfani) hanno dato il via libera alle operazioni «di primo deposito temporaneo dei rifiuti derivanti da crolli e demolizioni, relativi al sisma del 6 aprile». Per farlo è servita la delibera numero 154 votata alle 19 e 15 di un caldo 12 giugno, esecutiva dal 29 giugno e rimasta affissa all’albo pretorio fino al 4 luglio. Un documento finito nell’occhio del ciclone, che Il Mondo è riuscito ad acquisire.
MARCIA AVANTI E PASSO INDIETRO
La principale accusa mossa alla giunta Cialente è di aver affidato l’importante servizio, senza passare per una gara d’appalto, ma avallando pedissequamente (prezzi compresi) la proposta di una azienda locale, la T&P. Si sono già accesi i fari della magistratura e si è mossa anche la commissione di controllo del Comune che, in una relazione, parla di decisione «presa in palese contrasto» con le disposizioni di legge. Lamministrazione ha poi fatto marcia indietro, approvando un mese e mezzo dopo un’altra deliberazione di giunta (la n. 165) che revoca quella approvata in precedenza, perché da un controllo degli uffici tecnici sarebbe emerso che la società incaricata «non ha i requisiti di legge», anche se inizialmente era stato acquisito un parete favorevole di regolarità tecnica. Intanto lo stoccaggio delle macerie prosegue e l’impresa incaricata si è rivolta a un legale (l’avvocato Stefano Rossi del Foro de L’Aquila, sfollato a Pescara) il quale ha più volte ribadito la legittimità della procedura adottata da Cialente e dai suoi assessori. «Abbiamo tutti i requisiti», precisa l’avvocato Rossi, «e il Comune è stato informato con nota del 14 luglio scorso. L’inizio delle operazioni è avvenuto in ossequio e nel rispetto delle attività di soccorso tecnico urgente, anche in previsione del G8». «Inoltre», conclude, «l’approvazione di Giunta è ampiamente sufficiente e non serviva nessun passaggio in consiglio comunale».
LA DITTA SCELTA ANCHE SE È INATTIVA
La storia riporta indietro al 29 maggio, a una lettera (anch’essa inedita) che il sindaco Cialente e l’assessore all’ambiente Moroni scrivono alla Protezione Civile e al prefetto dell’Aquila, Franco Gabrielli. Per lo stoccaggio dei rifiuti era stato già individuato (il 19 maggio con delibera n. 144) il sito ex Teges a Pontignone, una vecchia cava di inerti vicino all’area del nucleo industriale di Bazzano dove possono finire tra gli 1,5 e i 2 milioni di metri cubi di materiale. «Stante l’urgenza di provvedere», scrivono Cialente e Moroni, «saremmo propensi a un affidamento diretto a favore della stessa ditta proprietaria del sito, tale T&P srl con sede in L’Aquila». Anche se la T&P srl risulta «inattiva» alla Camera di commercio. Ma il primo giugno eccola resuscitare con «una dichiarazione di inizio attività», mentre il successivo 4 giugno il socio proprietario Walter Tirimacco cede l’azienda a Claudio Pangrazi per 1.250 euro.
L8 giugno il Comune dell’Aquila scrive alla T&P (nota protocollo 463) e il 9 giugno la T&P risponde presentando «una proposta tecnico-economica per lo stoccaggio dei rifiuti provenienti dai crolli e dalle demolizioni provenienti dal sisma». In pochi giorni l’azienda si era già dotata di un lotto notevole di attrezzature: carrelli elevatori, escavatori, mezzi cingolati, pale gommate, quattro press-container per riduzione volumetrica, 60 cassoni scarrabili, un’unità mobile di decontaminazione, due cisterne da 13 mila litri per i rifiuti liquidi, un impianto mobile di frantumazione.
Il 10 giugno in Comune arriva la risposta di Bernardo De Bernardinis, il vice del sottosegretario Guido Bertolaso. De Bernardinis mette in guardia l’ente precisando che «la procedura senza previa pubblicazione di un bando di gara può essere perseguita espressamente per i casi di estrema urgenza» e pertanto «l’amministrazione, negli atti della procedura, dovrà dare conto delle ragioni che hanno giustificato l’adozione della procedura».
PREZZARIO À LA CARTE
Passano neanche due giorni e le Otto pagine di delibera sono già approvate all’unanimità dai sei presenti su dieci componenti della giunta municipale. T&P si occupetà di allestimento del sito, controllo della radioattività, classificazione del rifiuto, pesatura, deposito delle macerie in funzione del livello di contaminazione, segregazione in caso di dubbio per presenza di amianto, predisposizione di contenitori a norma per lo stoccaggio di sostanze liquide, cernita e selezione, smaltimento percolato, stoccaggio rifiuti pericolosi e non pericolosi compresi manufatti di valore storico e artistico, predisposizione di un’apposita area per la conservazione e l’esposizione dei beni di valore economico o affettivo, gestione della documentazione di accompagnamento (registro di carico e scarico).
Cialente e gli assessori accettano tutti i punti della proposta formulata dall’impresa privata, rilevando solo «una possibile criticità circa la cospicua differenza dei costi, derivante dalla diversa percentuale di frazione estranea agli inerti, rinvenibile tra le macerie (da 17 a 52 euro la tonnellata)».
Sono previsti, infatti, prezzi differenziati per lo stoccaggio delle macerie (esclusi gli oneri di smaltimento) che partono da 17 euro la tonnellata se «la frazione estranea agli inerti» (ferro, vetro ecc.) è del 5%, a 29 euro a tonnellata se l’extra-cemento arriva al 10%, a 52 euro la tonnellata qualora la parte «estranea» tocchi il 15% di peso. Su questa distinzione, bisognerà controllare accuratamente in fase di trattamento delle macerie.
Il Comune «utilizzando l’apposito fondo della Protezione civile» pagherà anche: 4,6 euro la tonnellata per la frantumazione, movimentazione e deposito temporaneo delle macerie, 90 euro la tonnellata per la gestione dei rifiuti solidi, liquidi e pericolosi, 35 euro la tonnellata per la gestione e lo smaltimento del percolato, altri 35 euro a tonnellata per i rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Cifre diverse se tra i resti dei crolli c’è l’amianto: per manufatti integri (canne fumarie, serbatoi) si va dai 2.400 euro (fino a 2 tonnellate) ai 3.800 euro (fino a 4 tonnellate), nel caso di lastre si passa da 1.950 euro (fino a 2 tonnellate) a 3.500 euro, mentre in caso di «macerie contenenti amianto» gli importi oscillano da 1.950 euro fino a 5.500 euro.
Per il trattamento dei materiali contenenti amianto la T&P si avvale (con il nulla-osta del Comune) di un’altra società, la Pavind srl, in possesso dell’iscrizione all’Albo rifiuti. Va detto, inoltre, che in Abruzzo non c’è un prezzario regionale di riferimento per le attività di ttattamento e stoccaggio dei rifiuti, quindi le cifre presentate dalla T&P non potevano essere raffrontate con altre pi «oggettive».
PAGA IL GOVERNO, AL COMUNE I RICAVI
L’intera operazione, oltre a rimpinguate il fatturato della ex cessata T&P, avrà anche un aspetto positivo per la collettività aquilana. Tutti i ricavi derivanti dalla vendita dei materiali recuperati (inerti, pietra, laterizi) e dei rifiuti (metalli, carta e vetro), verranno versati nelle (attualmente povere) casse dell’amministrazione comunale e saranno investiti in opere di valorizzazione dell’ambiente e servizi per l’infanzia e la terza età. In sostanza: T&P presenta la fattura al Comune, i fondi li mette la Protezione civile, mentre i guadagni vanno al Comune de L’Aquila.
A occuparsi del «coordinamento e del controllo» dei lavori effettuati dall’impresa locale sarà la società Asm spa, di proprietà dello stesso Comune «con relative spese e oneri a carico della stessa T&P» che dovrà farsi carico di un numero da sei a 13 unità lavorative dell’Asm, in base alla quantità di macerie trattate. Nell’enorme business delle macerie post terremoto in Abruzzo, c’è anche un piccolo risvolto occupazionale.
2 commenti presenti
Bello, peccato che sia stato tutto già pubblicato su http://www.primadanoi.it compresi i documenti che l’autore vanta di essere riuscito ad “acquisire”.
Un ottimo lavoro di inchiesta quello de Il Mondo possibile stando comodamente seduti dentro casa a chilometri di distanza da L’Aquila.
E’ ignobile sfruttare in questo modo il lavoro di giornalisti che sudano davvero e le notizie le cercano.
Vergognatevi
Le argomentazioni ed i toni di questo commento meritano una risposta articolata. La trovate in questo articolo pubblicato il 13 agosto
Sergio Fornasini
Scritto da Alessandro Biancardi il 12 Ago 2009