Spending Ajò: i conti del servo
25 Luglio 2012dal blog di Michela Murgia
È stata appena pubblicata sul sito della regione Sardegna la delibera con cui Ugo Cappellacci elargisce ogni anno i soldi pubblici a una serie di soggetti di sua esclusiva simpatia, i quali ricevono la prebenda del presidente della regione senza essere mai passati per alcun bando, concorso o procedura di verifica meritocratica. La delibera è del 26 giugno, ma è stata resa nota curiosamente solo ora che i bonifici sono stati già eseguiti e qualunque indignazione ne nasca non impedirà più la loro assegnazione. Sono stati prudenti, perché a leggere quell’elenco di indecenze il tanto di indignarsi c’è davvero e con abbondanza. Propongo solo quattro casi tra i più scandalosi. Il resto lo lascio alla rabbia di chi sta perdendo il posto per i tagli pubblici, lo lascio allo schifo di tutti gli operatori culturali che stanno dando le case in garanzia alle banche per continuare le attività e lo lascio allo sconforto delle molte associazioni di volontariato – tra cui l’Unione Ciechi – che si sono viste decurtare dalla regione i soldi con cui pagavano gli affitti e le bollette delle loro sedi. Non escludo comunque di tornarci su.
Cappellacci – l’uomo che è stato eletto con la promessa di smantellare il piano paesaggistico della Sardegna e che proprio in queste settimane è tornato a ribadire l’intenzione di togliere i vincoli di costruzione legati alla legge salva coste – regala 72.600 euro all’emittente Sardegna Uno per realizzare una trasmissione in dieci puntate sulle aree naturalistiche della Sardegna che avrebbe lo scopo di “guidare l’ascoltatore nella visita dei parchi nazionali, regionali, nelle riserve naturali e nelle oasi minori e promuovere la conoscenza dei numerosi monumenti naturali al fine di alimentare l’interesse verso l’ eccezionalità dei vari habitat presenti nel territorio regionale.” Posto che in Sardegna nessuno crede che a Cappellacci importi qualcosa della valorizzazione dell’ambiente, c’è da dire che invece concedere una prebenda a una rete televisiva è sempre molto utile, specialmente se conti di ricandidarti.
Cappellacci – l’uomo durante la cui presidenza sono state finanziate campagne di immagine dell’isola di grande efficacia comica come quella dove Caterina Murino travestita da Annamaria Puggioni consigliava di assumerci come antistaminico – regala 141.200 alla società di pubblicità di Daniela Santanché perché promuova l’immagine della Sardegna su quel prestigioso organo di stampa che è Il Giornale. “Il progetto prevede la pubblicazione di 6 inserti di 4 pagine interamente dedicati alla Sardegna nell’ambito dei quali saranno sviluppati i seguenti temi: turismo, ambiente, trasporti, economia, innovazione digitale e agricoltura.” Centoquarantunomila euro per ventiquattro pagine di pubblicità istituzionale su un quotidiano talmente in crisi di vendite che ce lo tirano con l’Unione Sarda? Poco utile a noi, molto utile al Giornale.
Vi ricordate la Venus Dea, l’agenzia di modelle a cui il comune di Cagliari diede dei soldi per organizzare corsi di total look per ragazze svantaggiate? In questa delibera Cappellacci regala alla medesima agenzia 7000 euro per – tenetevi forte – “coniugare le bellezze paesaggistiche e monumentali del territorio regionale con il fascino delle ragazze sarde” attraverso una iniziativa che “prevede di animare detti luoghi con dei set video fotografici che daranno vita a delle cartoline televisive che verranno mandate in onda sulla emittente Videolina sul canale 519 di SKY.” Cioè il presidente della regione Sardegna pensa che sia promozione d’immagine assegnare 7000 euro di soldi pubblici a una agenzia di modelle per mandare in onda filmati di belle ragazze sarde vicino a un nuraghe su un canale Sky che non guarda nessuno tranne i sardi. Un genio.
Dopo che la regione ha decurtato di 94.000 euro i fondi alla tutela dei beni librai della Sardegna e ha tagliato del 20% tutte le risorse per le manifestazioni culturali dell’isola, Cappellacci senza colpo ferire omaggia 120.000 euro a Carlo Delfino editore per acquisire per 10 anni i diritti editoriali del “Dizionario Storico – Geografico dei Comuni della Sardegna” che consta di 5 volumi arricchiti dagli stemmi dei paesi, da cartine dei territori comunali e delle regioni storiche nonché da immagini a colori ed in bianco e nero e foto d’epoca”. L’opera al passo coi tempi, realizzata nel 2010 dalla casa editrice, secondo Cappellacci dovrebbe concorrere a potenziare la diffusione della conoscenza del territorio sardo. Prevedibili le migliaia di contatti sull’efficiente sito della regione per consultare l’imprescindibile catalogo i cui diritti di visione – fatta la proporzione di rilevanza – ci sono costati poco meno di quelli del codice Leicester di Leonardo.
Come è possibile che cifre di questa importanza vengano elargite in maniera discrezionale laddove a iniziative di ben altro spessore e importanza sono richieste decine di moduli, documenti, attestazioni e garanzie?
Come è possibile che cifre così rilevanti in un periodo di crisi economica che sta toccando settori chiave della vita dell’isola vengano rese note alla spicciolata solo quando sono già state assegnate?