Strage di Bologna: la risposta del governo all’interpellanza n. 2-00238
23 Gennaio 2009da cielilimpidi.com – Una risposta documentata, dettagliata e finalmente non più inconsistente e vuota come quella data alla stessa interpellanza nella precedente legislatura. Resta solo lo stupore che Kram sia ancora interrogato come persona informata invece che come sospettato.
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Nel 2005 la procura di Bologna ha riaperto le indagini sulla strage alla stazione, prendendo in considerazione la pista internazionale, e, in particolar modo, quella palestinese, non solo sulla base di quanto già a suo tempo fornito dalle autorità tedesche, ma anche sulla scorta di atti presenti nell’archivio della Direzione centrale della polizia di prevenzione.
L’ipotesi avanzata (sottolineo il termine «ipotesi») parte dall’arresto di Abu Anzeh Saleh, nato ad Amman il 15 agosto 1949, cittadino giordano e rappresentante italiano a Bologna del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina, segnalato da più fonti come elemento del gruppo Carlos.
Il Saleh, il 13 novembre 1979, viene arrestato a Bologna dall’Arma dei carabinieri, a seguito delle indagini susseguenti gli arresti ad Ortona degli estremisti di sinistra aderenti all’area dell’autonomia Pifano, Baumgartner e Nieri, per una vicenda riguardante il rinvenimento di alcuni lanciamissili.
Successivamente, il 15 gennaio 1980, l’UCIGOS trasmette alle questure di Roma e di Bologna un appunto, pervenuto da fonte qualificata, nel quale si fa riferimento a contatti informali di George Habbash con ambienti diplomatici arabi per far pressione sul Governo italiano al fine di ottenere la liberazione di Saleh.
Nell’appunto viene rappresentato che il leader del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina non escluderebbe il ricatto terroristico nei confronti dell’Italia pur di far liberare Saleh. Il 25 gennaio 1980, Saleh viene condannato dal tribunale di Chieti a 7 anni di reclusione per detenzione e trasporto illegittimo di armi da guerra.
La condanna aveva dato luogo a notevoli reazioni negative negli ambienti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, a tal punto che erano trapelate notizie circa presunte ritorsioni da parte della stessa organizzazione palestinese nel nostro Paese, dirette anche alla liberazione di Abu Saleh.
Di tali preoccupazioni esiste in atti un appunto datato «Bologna, 8 marzo 1980», ed una nota riservata dell’11 luglio 1980 trasmessa dall’allora UCIGOS alla questura di Bari e al Sisde.
In sintesi l’ipotesi investigativa – e sottolineo sempre il termine «ipotesi» – si fonda sulla seguente scansione: Abu Anzeh Saleh viene arrestato dalle autorità italiane; il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina minaccia rappresaglie, prima per l’arresto e poi per la condanna di Saleh; il Fronte potrebbe aver deciso di colpire l’Italia, e per questo di utilizzare la rete terroristica di Carlos alla quale è direttamente collegato e con la quale ha già operato; Carlos, sempre in base a tale ipotesi, incaricherebbe Thomas Kram che conosce l’Italia per avervi vissuto; Thomas Kram, stando a quanto riferiscono le autorità tedesche (basandosi sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia) ha conoscenze solide nel campo delle armi e degli esplosivi, in particolare è esperto di circuiti elettronici; Thomas Kram il 2 agosto 1980 era effettivamente a Bologna; il 2 agosto 1980 è un mese esatto dall’inizio del processo di appello ad Abu Anzeh Saleh e Bologna era la sua città di residenza.
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3 commenti presenti
fai bene a sottolineare “ipotesi”, ad ogni modo, in stragi di questa portata, per una questione di “coraggio”, dire che ci sia una sola mano dietro mi pare azzardato. Scagionerebbe “ipoteticamente”, troppe persone interessate al clima di terrore.
Allora Kennedy lo ha ammazzato Osvald. Ah già è veroooooooooooo.
Scritto da Tyler il 23 Gen 2009
@Tyler.
Osvald?
Ed infatti se Kram è coinvolto nell’attentato, nessuno ha mai detto che sia stata una sua decisione autonoma quella di compierlo.
Certo chè è un attentato che coinvolge più organizzazioni e più persone.
Soltanto che queste sono palestinesi e terroristi del gruppo Carlos, e non ragazzini italiani “neofascisti” neppure ventenni, che quel giorno non erano neppure a Bologna.
Scritto da enrix il 24 Gen 2009