“Tg1 come Report, fa giornalismo d’inchiesta” (Gasparri dixit)
7 Marzo 2011Il titolo del post induce al sorriso, qualcuno invece arriva a fare pesanti considerazioni sull’autore del concetto: Maurizio Gasparri.
Messa lì così non ci si può esimere da qualche legittima ironia. Approfondendo il contesto il risultato non cambia di molto ma si capisce meglio cosa volesse intendere il presidente dei senatori del PdL. Vediamolo insieme grazie all’articolo pubblicato su blitzquotidiano.it.
Gasparri non sa trattenere il suo grande apprezzamento per le notizie pubblicate nel telegiornale diretto da Minzolini, che in questi giorni ha parlato estesamente dell’affittopoli romana e delle firme taroccate raccolte dal PD di Bersani. Un classico esempio di come il Tg Nebbia operi con una sorta di filtro: dare risalto alle notizie scomode per gli oppositori ed essere molto ma molto benevoli con l’area governativa.
“Il Tg1 si è limitato a documentare in maniera ineccepibile e puntuale come fra le firme anti Berlusconi, vantate da Bersani, vi siano migliaia di autentiche patacche. I fatti sono tali e nessuno li può contestare”. Verissimo senatore Gasparri, visto che lei apprezza la pubblicazione di fatti veri si dovrebbe un pochino indignare quando ciò non avviene per cose riguardanti la sua sponda politica. O no?
“Allo stesso modo – prosegue Gasparri – l’affittopoli veltroniana è una pagina vergognosa del potere rosso a Roma. Non si comprende perché il giornalismo d’inchiesta debba essere solo quello di Report e non quello del Tg1, soprattutto quando i fatti sono veri”. Di nuovo i fatti, bravo Gasparri. Se lo ricordi anche le prossime volte che altri “fatti veri” saranno occultati dal servizio pubblico radio-televisivo.
Per una volta ho scoperto di poter essere concorde con Maurizio Gasparri, limitatamente a quando definisce una trasmissione di informazione televisiva «strutturalmente dedicata alla deformazione dei fatti».
Quella sua frase è del maggio 2009, indirizzata a Report ed alla sua conduttrice. La trovo consona al Tg1 di oggi, da lei decantato con tanto e tale apprezzamento. Concordo sulla definizione, non sul destinatario della stessa.
Sergio Fornasini per dituttounblog.com