Travaglio ormai è diventato il furbetto del Tonino
3 Gennaio 2009di Paolo Granzotto per Il Giornale
Bisogna riconoscere che quando decise – ormai fanno più di dieci anni – di vestire i panni di Saint-Just, Marco Travaglio diede prova di grande coraggio. Nella comunità politica del «Franza o Spagna», dell’inciucio latente, del tengo famiglia, delle convergenze parallele, del dialogo e del compromesso (più o meno storico), dello «scagli la prima pietra» cattolico e del «compagno che sbaglia» comunista, un Angelo della morte – come lo storico Jules Michelet amabilmente definì Saint-Just – ha vita difficile. Ma Travaglio seppe tener botta: non si fece intimorire e riuscì anche a non farsi zittire del tutto (ora per leggerlo toccherebbe acquistare l’Unità, glorioso quotidiano con fascinosa direttrice, ma di nicchia se non proprio di loculo). E mai deviò dal suo principio guida – il «credo» di Saint-Just: nessuno può regnare, nessuno governare, nessuno far politica senza colpe. Quindi, botte da orbi a destra e a manca. Forse più a destra che a manca, ma non saremo noi a pesare in grammi le quintalate di denunce, addebiti e invettive che il buon Travaglio ha rovesciato sulla classe politica. Non tutte pertinenti, non tutte confortate da inattaccabili pezze d’appoggio, ma si sa che nel furore giacobino capita di farla fuori dal vaso. Poco male: l’importante è che la virtù trionfi, anche a costo di lasciarsi alle spalle una scia di cadaveri.
Sfidando non solo l’ostilità, ma anche l’antipatia (i Saint-Just sono, come lo era l’originale, inesorabilmente antipatici) Marco Travaglio è andato avanti per la sua strada, implacabile nel denunciare chi avesse sgarrato, chi s’era reso colpevole di delitti ma anche chi fosse solo sfiorato dal sospetto. Non costituisce reato l’aver stretto la mano a uno che dieci, quindici anni dopo è sospettato di colludere con la mafia. Per Travaglio, però, è «un fatto». E «un fatto», per Travaglio, è una condanna. Poi, nella sua limpida coscienza di moralizzatore qualcosa s’è incrinato. Piccoli cedimenti che lasciano intendere che a Travaglio è venuta meno la forza morale e civile necessaria per continuare a essere un Saint-Just fino in fondo. Chiamiamolo pure il piano B, ma s’è fatto meno intransigente o, per meglio dire, più furbetto, fino a scegliersi, nella figura di Antonio Di Pietro, un gran protettore. Anzi, un ammortizzatore sociale. E coscienzioso com’è, tutto d’un pezzo com’è, ha per prima cosa cavato l’uomo di Montenero di Bisaccia (e i suoi cari) dal tritacarne della questione morale, un attrezzo che quando vuole Travaglio sa far girare a mulinello e grazie al quale ha messo insieme qualcosa di più che due paghe per il lesso.
E così, ciò che per altri è causa di dannazione, di gogna perenne, di impedimento alla politica, per Di Pietro è «sciocchezza», è «pettegolezzo». Il colpo gobbo dipietrino – intascarsi l’affitto pagato dal partito (dell’Italia dei Valori, e mi raccomando i valori) per la sede situata in un edificio di proprietà del Di Pietro medesimo – è giudicato dall’ex spietato moralizzatore una semplice, veniale «caduta di stile». La bugia dipietrina su come venne a sapere che Mautone era indagato e che il telefono del figlio era sotto controllo, roba da fucilazione sul posto, per il Travaglio double face è faccenda di nessun interesse. E bubbole il grazioso omaggio d’una Mercedes, bubbole i 200 milioni nella scatola da scarpe. Peccato. Che brutto, che penoso ultimo atto. I Saint-Just non finiscono a tarallucci e vino, non passano al nemico scodinzolandogli attorno. I Saint-Just affrontano a testa alta il loro Termidoro. I Travaglio no. Lui ha preferito piegare la schiena. Una umanissima debolezza, certo, ma che assomiglia tanto alla pusillanimità.
80 commenti presenti
Io sono ancora di in attesa di sapere che cosa significa
questa frase di robtor: ” di pietro jr si occupava di percentuali. è chiaro?.. percentuali.”
C’è qualcuno in grado aiutarmi?
Scritto da tequilero il 5 Gen 2009
Supermario, hai scelto il luogo giusto per questa marchetta pubblicitaria.
Scritto da Tommaso Farina il 5 Gen 2009
Tommà oggi troppi caffè huaahuahuhuahua
Scritto da Tyler il 5 Gen 2009
Non te gusta? Ma dai tommasino,Travaglio dice un sacco di cazzate vero? Pura disinformazione,azz.. non è un comunista,non è una toga rossa,vuoi vedere che forse e un giornalista? Ma stà categoria esiste ancora? Mah..in giro ormai si vedono solo zerbini.
Scritto da supermario il 5 Gen 2009
Dico solo che il buon gmast sui dvd e gli interventi grilleschi del Travaglio ci ha fatto parecchia ironia, e riproporli proprio ora nel blog è una mossa che mi diverte molto…
Scritto da Tommaso Farina il 6 Gen 2009
molto semplice… in una delle note telefonate mautone dice al buon cristiano “a quello gli diamo il 10 anzichè l’8..” (evidentemente percentuali sui lavori o le forniture).
sempre il buon cristiano, nelle note telefonate, richiede informazioni circa chi sia che si occupi degli impianti elettrici. certo, come dice il papà, gli premeva che le caserme fossero realizzate in tempi rapidi. un interesse a tal punto indefesso da entrare nel merito anche della tipologia di interventi e dei relativi commissionari.. un amministratore estremamente attento alla cosa pubblica. altro che “leggero” ed ingenuo.
Scritto da robtor il 6 Gen 2009
sì ma Mastellarini non se conta su Travaglio su…
Scritto da Tyler il 6 Gen 2009
Robtor,
mi linki la telefonata con quelle parole testuali di Mautone che tu hai messo tra virgolette.
Grazie
Scritto da tequilero il 6 Gen 2009
Per caso Beppe s’è andato a studiare la relazione prodotta dalla Commissione Mitrokhin? Io non l’ho più sentito.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 6 Gen 2009
Io attendo ancora la pubblicazione del link con l’intercettazione di Mautone che, parlando con Di Pietro jr dice testuale: “a quello gli diamo il 10 anzichè l’8”.
Scritto da tequilero il 6 Gen 2009
Comunque, secondo Clemente Mastella che dice in un intervista al Corriere di aver letto la trascrizione dell’intercettazione, la frase era “gli diamo il 10% invece del 7”
http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/27/Mastella_posto_Pietro_Non_oso_co_9_081227059.shtml
Scritto da Sergio Fornasini il 6 Gen 2009
Questa è l’ultima volta che abbocco a un post e a dei commenti pro o contro Travaglio
Scritto da pellescura il 6 Gen 2009
Sergio nelle intercettazioni pubblicate dal giornale quella frase non è tra virgolette.
Ecco il pezzo pubblicato dal Giornale:
E informazioni sugli appalti magari quelli delle caserme
Conversazione tra Cristiano Di Pietro e Mario Mautone. Cristiano chiede informazioni sulle forniture per le caserme. In particolare Cristiano si informa sull’impresa che fa l’impianto elettrico alla caserma di Termoli e dove si va a rifornire del materiale elettrico. Prima di salutarsi Mautone (che dovrà fornirgli le informazioni richieste) rappresenta che è arrivata la domanda di quel signore che ha fatto il ribasso al 7% e lui ha ritenuto di alzarlo al 10%.
Cristiano Di Pietro: ottimo… ottimo, al 10 va bene, ci penso io. (verosimilmente si tratta di una gara d’appalto)
CDP: io ti volevo parlare un attimino di un paio di questioni qua delle caserme per quanto riguarda le forniture e così via per capire un attimo come funziona, capito?
Mautone: va bene, mahh.
CDP: ma in particolare quale caserma?
M: pure su quella di Termoli, volevo sapere un attimino… Chi è che fa l’impianto elettrico e dove si va a rifornire del materiale, questo volevo capire un attimino.
M: va bene… va bene.
CDP: perfetto.”
Come vedi una parte fondamentale della telefonata non viene trascritta ma solo riportata ed oltretutto la stessa telefonata parte da metà, con la risposta di Di Pietro jr.
Quello che robtor ha dato per accertato, oltretutto affibiando a le persone cose mai dette, allo stato sono sole delle ipotesi formulate dalla P.G.
Faccio notare anche il “verosimilmente” accanto alle parole di Di Pietro jr.
Aggiungiamo pure che leggendo questa telefonate è Mautone che chiede informzioni a Di Pietro jr
Riporto di nuovo:
CDP: ma in particolare quale caserma?
M: pure su quella di Termoli, volevo sapere un attimino… Chi è che fa l’impianto elettrico e dove si va a rifornire del materiale, questo volevo capire un attimino.
E’ bello fare i garantisti a corrente alternata.
Con Di Pietro anche le ipotesi della P.G. diventano fatti accertati e provati, anche quelli inventati.
Scritto da tequilero il 6 Gen 2009
Dimenticato il link:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=316685&PRINT=S
Scritto da tequilero il 6 Gen 2009
Ci sono varie versioni in rete, la trascrizione integrale l’ho cercata ma senza esito. Comunque Di Pietro junior non ci fa una splendida figura comunque la si giri. Diventa invece ovvio l’accanimento di parte della stampa online e dei blog, che per semplificare si può così condensare: ci state sempre addosso per le centinaia di presunte porcate che facciamo, attenti che anche voi qualche peccatuccio lo commettete.
Scritto da Sergio Fornasini il 6 Gen 2009
Mai detto che ci faccia una bella figura il Di Pietro jr.
E’ solo che visto che gli elementi per attaccarlo ci sono, basta riportare le cose in maniera corretta.
Sulle varie versioni mi permetto di avere dei dubbi.
Quelle riportate da il Giornale dovrebbero essere le parole dell’informativa della P.G.
Se così non è, e della stessa telefonata ne esistono varie versioni, inziano a venirmi dei dubbi.
Ciao
Scritto da tequilero il 6 Gen 2009
con una telefonata come quella tra mautone e cdp travaglio, con interlocutori diversi (si intende), ci scriveva almeno un capitolo… forse due. pronunciando l’inappellabile sentenza di condanna. e poi si parla di garantisti a corrente alternata.
Scritto da robtor il 6 Gen 2009
Quale telefonata robtor?
Quella che hai riportato tra virgolette te?
Io ancora non l’ho trovata.
Scritto da tequilero il 7 Gen 2009
Che pena
Scritto da Beppe il 7 Gen 2009
Segnalo a proposito di giornali un po’ cazzari l’articolo “Le Cazzandre dell’effetto serra” sul Riformista..
Contro ogni dato scientifico inoppugnabile ti tirano fuori st’articolone..
Poi dice uno va a lavorà all’estero..
Scritto da Beppe il 7 Gen 2009
A seguito degli elementi acquisiti, la procura di Roma, iscrive nel registro degli indagati Romano Prodi e Massimo D’Alema e altre 19 persone. Successivamente alle indagini il 7 agosto 2004 il procedimento viene archiviato dalla stessa Procura di Roma per tutti i 19 indagati ancora in vita (due sono nel frattempo deceduti).
Nel febbraio 2006 i pubblici ministeri della procura di Roma titolari del fascicolo inviano al Tribunale dei Ministri la richiesta di archiviazione, in quanto “le scelte e le determinazioni assunte in relazione al dossier Mitrokhin non rilevano sotto il profilo penale”.
Nell’ottobre 2006 il Tribunale dei Ministri accoglie la richiesta di archiviazione del procedimento.
Scritto da Beppe il 7 Gen 2009
Beppe, lo sai che quanto hai scritto non ha nulla di nulla a che vedere con il contenuto della relazione finale della commissione Mitrokhin, presieduta dall’allora Senatore Paolo GUZZANTI?
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 7 Gen 2009
va bene tequilero (ma forse sarebbe meglio che con gli alcolici ci dessi un taglio..) ammetttiamolo: é tutto un complotto della polizia giudiziaria di napoli contro di pietro.
la telefonata riportata nell’informativa se la sono inventata. ecco com’è andata!
e travaglio non ci è cascato. strano, però, che non abbia denunciato la tremenda congiura, i corpi deviati dello stato (sicuramente ci deve essere lo zampino di gelli, tra l’altro).
ma forse sta indagando e, presto, ci regalerà un nuovo indimenticabile articolo a base di “fatti”.
nel frattempo ancora un minuto di raccoglimento in celebrazione della “nobiltà” d’animo dell’integerrimo cristiano, figlio di cotanto padre.
Scritto da robtor il 7 Gen 2009
E’ falso quanto scritto qua sotto?
No vero.
Silenzio va…
“Mario Scaramella, chi era costui?
Risposta facile: un impostore napoletano, ballista seriale, millantatore di credito professionale, che si spacciava per accademico e investigatore antimafia, che spillava denari per consulenze senza avere né arte né parte. In un paese normale uno come Scaramella farebbe il treccartista alla stazione Centrale. In Italia per un paio d’anni è stato il consulente chiave della Commissione Mitrokhin, la gemella della Commissione Telekom Serbia: istituita, con non lieve esborso di denaro pubblico, per far luce sulle attività del kgb in Italia (lavoro che sarebbe opportuno lasciare agli storici) e dimostrare che Prodi era un agente al soldo di Mosca. Perché non basta magnificare il Capo; occorre anche dire che il Nemico è un mostro. Analogo a quello della Telekom Serbia, lo schema della Mitrokhin applica, con un tocco farsesco adeguato ai tempi, le regole auree dei ministeri della propaganda: montare una balla, costituire una commissione per verificarla, accreditare come supertestimoni i più disperati farabutti di cui si dispone, propalare le menzogne a mezzo stampa e tv padronali, in modo da suggestionare i gonzi e tenere il guinzaglio lungo al collo degli oppositori, costretti a smentire e a difendersi. Risultato? La Commissione ha chiuso i battenti con un nulla di fatto. Scaramella ha patteggiato la settimana scorsa 4 anni di galera per calunnia e altri reati”….
Scritto da Beppe il 7 Gen 2009
Robtor, guarda che con gli alcolici ci devi andare leggero tu.
Hai detto che Di Pietro jr si occupava di percentuali.
Hai postato il documento da cui si evince quello che hai detto?
No!
Hai postato tra virgolette delle parole di Mautone:
“a quello gli diamo il 10 anzichè l’8..”
io ti ho chiesto di mettere anche il link da dove si poteva leggere quanto da te riportato.
Lo hai fatto?
No!
Perchè?
Ti sembrerà strano ma quelli che hanno postato dei link siamo stati io e Sergio.
Sei tu quello garantista, quindi dovresti coerentemente documentare quello che dici, altrimenti io potrei pensare che ti inventi le cose per giustificare le tue tesi.
Puoi anche fare tutte le battute che vuoi suoi gomblotti contro Di Pietro e su Travaglio, resta il fatto che TU, hai emesso una sentenza su Cristiano Di Pietro in base ad un’informativa della DIA, che si limita ad ipotizzare determinate cose.
Questo è il tuo modo di pensare e giudicare le persone?
Ve benissimo, basta saperlo, ma almeno riporta le cose per bene.
Ciao
Scritto da tequilero il 7 Gen 2009
Beppe, se credi ci si vede nell’altro muro, quello sul libro di Gabriele PARADISI sulla Mitrokhin, ma non ora. Domani ti scrivo qualcosa su Scaramella.
A domani.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 7 Gen 2009
il fatto di chi abbia postato, o meno, un qualcosa che esiste mi sembra piuttosto secondario risptto, per l’appunto, all’esistenza di
prendo atto che quando ci sono di mezzo gli amici le informative della dia diventano mere ipotesi su cui è disdicevole trarre conseguenze (se non di percentuali di cosa mai stavano parlando?).
salvo poi, però, idolatrare uno che sulle informative, i verbali, le intercettazioni tira conclusioni ogni santo giorno. e quella era la questione.
ma si sa: omnia immunda immundis…
Scritto da robtor il 8 Gen 2009
Beppe, rifletti dopo aver letto un buon trattatello sulle tecniche di depistaggio. Scaramella è stato usato scientemente per “depotenziare” la Commissione d’indagine. Guzzanti è caduto in una delle più geometriche operazioni di disinformazione, concertata da russi, italiani e inglesi. Dico anche inglesi (i quali avevano sganciato la bomba dello schedario del KGB), perché l’effetto Mitrokhin aveva già prodotto il risultato che essi volevano: mettere sotto scacco i post-comunisti italiani e dare un avvertimento a Putin. La trattativa segreta per “depotenziare” l’indagine, anche col concorso di una parte dell’intelligence italiana, ha raggiunto il risultato. Scaramella è una pedina fessa utilizzata da quel fesso di Guzzanti, convinto di passare alla storia come colui che avrebbe messo con le spalle al muro Putin e il gruppo di post comunisti italiani che, insieme anche con traditori dc (il caso Orfeo, ricordi?), si posero al servizio dei sovietici. Invece, la sua Commissione si è risolta in una pochade all’italiana (mentre altrove i russi facevano le cose seriamente con il plutonio).
Guzzanti & Scaramella: Totò e Peppino a Berlino… Situazioni “brillanti”, effetti comici.
Rimane il materiale documentaristico raccolto, già abbondantemente divulgato in libri.
Scritto da Fabrizio Spinella il 8 Gen 2009
Prima di dare del fesso all’on. GUZZANTI bisognerebbe conoscere l’argomento nei suoi dettagli. Chissà se i fans della tricoteuse dell’Unità, quella che – in assenza di contraddittorio – lancia accuse ed anatemi, per fuggire a gambe levate quando viene invitata ad un pubblico dibattito, conoscevano il curriculum di Scaramella, consulente non del presidente GUZZANTI, come sembrerebbe a leggere Fabrizio SPinella, ma della commissione. Ebbene il dott. Scaramella, presentato alla commisione dal magistrato Lorenzo MATASSA, vantava questo invidiabile cv, da cui si evince che aveva ricoperto incarichi nei governi di centrosinistra (faccio un copia/incolla di un articolo trovato su internet, credo sul sito cielilimpidi):
“Nel controverso curriculum di Mario Scaramella c’è una parte finora inedita, quella che lo vede, nel periodo che va dall’aprile 1997 al novembre 2000, come l’uomo che rappresentava il ministero dell’Ambiente alle riunioni dei gruppi di lavoro sulla repressione dei reati ambientali dell’IMPEL (European Union Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law), un network informale tra le autorità ambientali degli stati membri dell’UE.
Durante questo periodo, l’ex consulente della Commissione Mitrokhin ha ottenuto almeno sei incarichi di missione da parte del nostro ministero dell’Ambiente, dei quali cui cinque sono stati conferiti durante il primo governo presieduto da Romano Prodi (in carica dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 – ministro dell’Ambiente Edo Ronchi) e uno durante il secondo governo presieduto da Giuliano Amato (in carica dal 25 aprile 2000 all’11 giugno 2001 – ministro dell’Ambiente Willer Bordon).
Vediamoli.
In data 17 aprile 1997, Scaramella ha ricevuto, con lettera firmata dal sottosegretario all’ambiente, il diessino Valerio Calzolaio un incarico di missione a Copenhagen dal 29 aprile al primo maggio 1997 per partecipare “ad hoc Working Group of Prosecution (WGP)”, con autorizzazione (che si ripeterà in tutte le successive) a servirsi dell’aereo come mezzo di trasporto, a spese del dicastero.
In data 16 settembre 1997, Mario Scaramella ha ricevuto, sempre con lettera firmata dal sottosegretario Calzolaio, un incarico di missione a Zutphen (Olanda), dal 22 settembre 1997, con rientro in sede il 24, per partecipare, in funzione di rappresentante del ministero dell’Ambiente, al “Gruppo di Lavoro sulla repressione dei reati ambientali”. Le spese di questa missione erano a carico dell’Istituto di Diritto internazionale e comunitario dell’Università Federico II di Napoli.
In data 20 ottobre 1997, Scaramella ha ricevuto dal Sottosegretario Calzolaio un terzo incarico di missione, per partecipare “in funzione di esperto, Direttore dell’Unità di criminologia ambientale, che rappresenta il Ministero dell’ambiente in quella sede intergovernativa, al 1° e 2° Comitato permanente dell’IMPEL ” Anche in questo caso le spese della missione erano a carico dell’Istituto di Diritto internazionale e comunitario dell’Università Federico II di Napoli.
In data 16 gennaio 1998, Scaramella ha ricevuto, sempre dal Ministero dell’Ambiente, attraverso il sottosegretario Valerio Calzolaio, un quarto incarico di missione, interamente a carico del Ministero, “per partecipare alla conferenza sull’applicazione del Regolamento del Consiglio 259/93).
In data 17 aprile 1998, il Direttore Generale del “Servizio valutazione impatto ambientale, informazione ai cittadini e per la relazione sullo stato dell’ambiente” del ministero dell’Ambiente, professoressa Maria Rosa Vittadini, invia a Scaramella un incarico di missione, per recarsi ad Helsinki al 18 al 21 aprile, per «partecipare al meeting dell’ “ad hoc Working Group of Prosecution (WGP)”». Anche in questo caso le spese sono a carico del ministero.
Infine, il 6 novembre 2000 (è possibile che sulle date ci sia un errore materiale sul documento e su questo è in corso una verifica) il direttore generale del “Servizio sviluppo sostenibile” del ministero dell’Ambiente, dottor Francesco La Camera, invia Mario Scaramella un ulteriore incarico di missione relativo alla presenza di Scaramella a Darmstadt (Germania) «per partecipare alla riunione dell’IMPEL/TFS by train», svoltasi dal 19 al 20 ottobre di quell’anno.
Questi incarichi affidati a Mario Scaramella ad oggi non risultano essere stati oggetto di nessuna contestazione, e questo porta a numerosi interrogativi, primo tra tutti quello di un’Università che avrebbe rimborsato missioni svolte in qualità di direttore di una Unità che oggi afferma non essere mai esistita, a una persona con la quale oggi afferma di non aver mai avuto nessun rapporto.”.
Scritto da Marco Ninotti il 8 Gen 2009
“il fatto di chi abbia postato, o meno, un qualcosa che esiste mi sembra piuttosto secondario risptto, per l’appunto, all’esistenza di”
a me no, visto che ti sei completamente inventato cose dette da una persona mettendole tra virgolette.
“prendo atto che quando ci sono di mezzo gli amici le informative della dia diventano mere ipotesi su cui è disdicevole trarre conseguenze (se non di percentuali di cosa mai stavano parlando?).”
Mentre quando ci sono di mezzo i nemici, tu butti il garantismo nel cesso. Bene buono a sapersi
“salvo poi, però, idolatrare uno che sulle informative, i verbali, le intercettazioni tira conclusioni ogni santo giorno. e quella era la questione.”
A chi ti riferisci? Ai lettori del giornale per gli articoli di Chiocci su Di Pietro jr?
“ma si sa: omnia immunda immundis…”
Bravo hai ragione, ma perchè sei cosi duro con te stesso?
Scritto da tequilero il 8 Gen 2009