Un G8 da incubo per Silvio – Più che la questione morale possono il gossip e le gnocche
6 Luglio 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Scorrendo gli articoli della stampa estera sul nostro premier è tutto un misto di ironia e dileggio sul massimo esponente del nostro governo. Per quanti sforzi egli possa fare nel definire “spazzatura” le notizie che lo riguardano, prima o poi anche lui dovrà prendere atto che la sua immagine è fortemente degratata, insieme a quella di tutto il nostro Paese.
È un dato di fatto, ormai non serve definire gli attacchi alla sua dubbia moralità come il frutto della sinistra che sobilla le testate. Eminenti rappresentanti della Chiesa cattolica stanno condannando la sua moralità esattamente nello stesso modo, e ci vorrebbe una bella faccia tosta ed un grande coraggio a provare solo lontanamente a definirli come sobillati dai comunisti.
Il G8, appuntamento che Berlusconi ha curato personalmente nella preparazione e scegliendo il luogo probabilmente meno adatto al suo svolgimento, rischia di diventare una catastrofe mediatica per il premier. All’evento parteciperanno giornalisti provenienti da tutto il mondo, e dato che all’estero la stampa è leggermente più libera e disinvolta sarà normale attendersi che verranno formulate domande scomode. Come reagirà Berlusconi a chi gli chiederà conto delle cronache gossipare, di minorenni e di escort? Viste le sue consuete reazioni in situazioni simili, probabilmente risponderà in maniera sgarbata o non lo farà affatto. Contribuendo a sprofondare mediaticamente. Ci sarà forse da attendersi il black out dell’informazione nostrana su episodi di questo genere, se accadranno. Tanto per confermare che i direttori dei TG non è che vengono scelti a caso.
Berlusconi sembra non temere gli attacchi dei media stranieri, tanto da designare Mara Carfagna al ricevimento delle first ladies. Una autorevole testata anglosassone ha commentato la notizia definendo il Ministro per le pari opportunità una ex spogliarellista. Credo che per giungere a tale conclusione non sia intervenuto alcun sobillatore italico, si saranno probabilmente informati sul curriculum della Carfagna.
Gli occhi del mondo intero saranno puntati su di noi. Il colpo di grazia potrebbe provenire da nuove foto pubblicate su testate estere, Palazzo Chigi ha già messo le mani avanti definendole dei fotomontaggi, dei falsi. E per farlo sapere meglio in giro, ha fatto prontamente diffondere la stessa dichiarazione dai tiggì, TG1 in testa.
Tutti questi accadimenti mi inducono un senso di tristezza. L’immagine di Berlusconi non è stata scalfita più di tanto in lunghi anni di conflitto di interessi, di non eleggibilità in quanto titolare di licenze pubbliche, di un numero mostruoso di leggi ad personam, di stretta amicizia con personaggi in odore di mafia o addirittura condannati in primo grado, di stallieri mafiosi, di tangenti alla Finanza, di lettere mafiose che richiedono il controllo di una rete televisiva, di accuse di corruzione stoppate dai lodi, di svicolamenti dai procedimenti penali a suo carico, di prescrizioni piovute dal cielo, di dichiarazioni continuamente smentite subito dopo, di figuracce internazionali, di gaffes celebri, e si potrebbe continuare ancora per molto a ricordare le opacità nel percorso in politica del premier.
Quello che sarebbe costato a chiunque altro non una ma cento carriere non lo ha fatto sprofondare. L’attacco mediatico è vincente invece sul gossip, sul libertinaggio e gli scandali a sfondo sessuale. Niente ha potuto scuotere la fiducia dei sudditi, pardon, dei cittadini come le cronache pruriginose. Mi intristisce che la vera questione morale non abbia avuto alcuna influenza. Su argomenti delicati ed importanti per la vita del paese la maggior parte degli italiani sono stati indifferenti per anni, ora invece monta l’onda del bacchettonismo, l’arma suprema.
Probabilmente la sensibilità del cittadino comune è ormai drogata da una overdose di indifferenza alle questioni sociali, a favore del pettegolezzo e di temi più “leggeri”, argomenti propri della televisione di tipo commerciale che ha fatto la fortuna di Berlusconi. Chi di reality show ferisce…
Massimo D’Alema ricomincia a fare la cassandra, a preconizzare “scosse” ed a raccomandare di tenersi pronti ad un eventale declino di Berlusconi, nel qual caso “si aprono scenari imprevedibili”.
Imprevedibile è proprio il termine adatto al futuro politico in Italia, da sempre terra di grandi amori verso leaders che sanno utilizzare bene i mezzi di informazione, hanno la capacità di comunicare sicurezza e facilità nel raggiungimento del benessere comune. Alcuni ci sono riusciti discretamente, Silvio Berlusconi è senza pari in materia.
In questo scenario ancor più triste appare un possibile declino dell’attuale premier, al quale non si contrappone una parte politica solida e compatta.
E soprattutto all’orizzonte della politica italiana non c’è un vero leader in alternativa a Silvio.
Insomma, solo Silvio può distruggere Berlusconi.
24 commenti presenti
“solo Silvio può distruggere Berlusconi”
Era questo il titolo giusto del post ! 🙂
Mi viene in mente quel libro di Feltri direi, da qualche tempo reclamizzato anche nelle stazioni FS…Silvio, a prescindere da Berlusconi. Cronache patinate e farlocche quanto il photoshop di un adolescente, a mio vedere.
Bel pezzo, complimenti.
Alessandro
Scritto da Alessandro il 7 Lug 2009
Grazie Alessandro, come ho scritto in un post precedente sono una frana nel comporre i titoli 😀
Scritto da Sergio Fornasini il 7 Lug 2009
Secondo me c’e’ solo un errore di fondo nell’articolo. Pensare he nella politica italiana ci sia bisogno di un leader. E’ veramente la strada giusta? La nostra costituzione dice che siamo ancora una Repubblica parlamentare. Bisognerebbe votare le politiche e non le persone. Nel mio “paese ideale” non vorrei saperre neanche che faccia hanno i politici. L’unica cosa che voglio sapere è cosa intendono fare, e valutare dopo se le cose le hanno fatte e con quali risultati.
E’ da quando c’e’ Craxi che c’e’ stata questa personalizzazione della politica che ha portate alle attuali aberrazioni.
Scritto da ponzetti il 7 Lug 2009
La personalizzazione della politica esiste in Italia forse da Craxi in poi, ma mi sembra davvero utopistico sperare di liberarsene, anche perché esiste da tempo negli Usa, e il modello è stato esportato ormai in tutto il mondo, l’avvento della TV lo ha ormai imposto. Forse il web potrebbe pian piano riportare i fatti un po’ più in primo piano, ma analizzare i fatti richiede uno sforzo che fidarsi ciecamente di un leader invece non richiede. Quale pensi che sia il modello vincente?
Scritto da enrigo il 7 Lug 2009
Craxi era solo parte di quell’alleanza, il pentapartito, creata per tenere giustamente fuori dal governo il PCI che già incancreniva le amministrazioni locali ed i tessuti economici. Il PSI, dati alla mano, di voti non è che ne prendesse poi tanti e la parte del leone la faceva la DC.
Fu primo ministro per indubbie qualità, anche carismatiche, ma, al contrario di Berlusconi, non era maggioranza nel Paese.
Se vogliamo fare un paragone, quindi, l’attuale premier dovrebbe essere confrontato con la Democrazia Cristiana tutta per il consenso plebiscitario che raccoglie sul territorio.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 7 Lug 2009
Giusto Dean, o meglio: diciamo che Berlusconi racchiude in sè la potenza della Dc e la spudorata propensione al crimine di Bettino Craxi.
Un saluto a tutti, mi raccomando, da domani mantenete un profilo basso. Wn
[Ps: oggi il ritorno di Facci old school … mi sono fischiate un po’ le orecchie leggendolo]
Scritto da Wil Nonleggerlo il 8 Lug 2009
Scusa Dean ma a parte essere un leader carismatico Craxi cosa ha fatto di buono. Perchè io mi ricordo che il debito pubblico in Italia è schizzato proprio a livelli stellari durante il governo Craxi, che le tangenti sono diventate sistemiche proprio con Craxi, che il suddetto rubava per se stesso prima che per il partito, che quando lo hanno preso con le mani nella marmellata è scappato all’estero e morto da latitante ma soprattutto che grazie alla sua condotta vergognosa, e di tutti i suoi vari Ras tipo Demichelis e simili è riuscito ad annientare il più vecchio partito di Italia. Partito, ma più in generale una forza socialliberale, di cui tralatro l’Italia avrebbe proprio bisogno.
Una cosa forse salvo di Craxi, e spero che ritorni fortemente in Italia, la laicità.
Scritto da ponzetti il 8 Lug 2009
Vede Ponzetti.
Ridurre la carriera politica di Bettino Craxi come ha fatto lei è un insulto all’intelligenza oppure il parto di chi ha eletto a testi di storia i libri di Marco Travaglio o le arringhe di Antonio Di Pietro.
Il finanziamento illecito ai partiti, d’altronde, ha origini ancestrali e non è certo un’invenzione dell’ex segretario socialista. Già nella prima metà degli anni 50, infatti, sparì il tesoro del PCI e Togliatti non presentò denuncia perchè, altrimenti, avrebbe dovuto spiegare l’origine di quelle centinaia di milioni.
E nemmeno la vorticosa ascesa del debito pubblico è imputabile, unicamente, a Craxi, ma ad una gestione allegra della finanza pubblica da parte dei partiti che già negli anni 60 distribuivano prebende e favori in cambio di voti, specialmente nel sud del Paese. Non nascono certo con Craxi l’enormità di posti pubblici che ancora oggi ci portiamo sul groppone o le pensioni distribuite dopo vent’anni di lavoro. Con un occhio all’attualità, mi stupisco di come tanti giovani, figli o nipoti di dipendenti statali, si scaglino a testa bassa contro il governo e le riforme che propone, migliorabili per carità, senza chiedere conto ai propri genitori o nonni di cosa abbiano fatto nella loro vita.
Infine non credo che corrisponda a realtà dire che il vecchio e glorioso PSI sia stato spazzato via solo dalle allegre condotte dei suoi uomini di primo piano, poichè tali comportamenti erano comuni a tutti i partiti italiani e a molti politici che ancora oggi spadroneggiano e moralizzano. La DC ed il PSI furono le vittime sacrificali di indagini sacrosante che avrebbero dovuto coinvolgere, però, i partiti tutti.
Il PCI, in una delle sue trasformazioni recenti, rimasto sostanzialmente avulso dall’onda giustizialista che aveva colpito l’Italia nonostante gli si potessero imputare pratiche identiche a livello locale e nazionale, si sarebbe appropriato di quel potere da cui la DC e Craxi l’avevano stoicamente tenuto lontano.
Invece arrivò Berlusconi.
ps: Wil. Lei è il motivo per il quale, tra la tesi di Facci e quella di Gilioli, a proposito dei blogger, scelgo la prima.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 8 Lug 2009
Bella ricostruzione, Giuliano Ferrara sarà invidioso…
E poi Craxi andava a troie come un drago e non fregava niente a nessuno. Merita una strada
Scritto da Charly il 9 Lug 2009
Dean
Non avevo dubbi: la superficialità è scelta comoda. Wn
Scritto da Wil Nonleggerlo il 9 Lug 2009
No Wil.
La dialettica civile, di questi tempi, è scelta scomoda.
Nonostante lei voglia fare l’alternativo.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 9 Lug 2009
Evidentemente Dean Keaton non ha letto bene quello che ho scritto. Io ho detto che coin Craxi è diventata sistemica la corruzione.
Tant’e’ che a Milano dove scoppiò tangentopoli tutta la giunta fu rasata a zero (compreso il PCI).
Per quanto riguarda il debito pubblico c’e’ poco da fare. Fun negli anni del CAF che raddoppiò partiocolarmente durante i 4 anni di governo Craxi.
Per quanto riguarda le tangenti è vero tutti le prendevano ma qualcuno evidentemente le prendeva più degli altri.
Tant’e’ che furono valanghe le amministrazioni locali di sinistra dove il PCI e il PSI governavano insieme che furono messe sotto inchiesta ma dove non si arrivò a sentenza grazie alle cosidette riforme (altro termine che insulta l’intelligenza) di sinistra e di destra della giustizia. Una su tutto quella del giusto processo una legge giudicata incostituzionale e riproposta uguale dalla sinistra e inserita nella costituzione come articolo 111bis (sul numero potrei sbagliarmi). Le ricordo che alla Camera fu votata dal 98% dei deputati (sei astenuti).
Riguarda al giustizialismo lo considero un termine buono per politici che non vogliono rendere conto delle loro malefatte. In tutti i paesi al mondo chi incassa tangenti e corrompe viene sbattuto fuori dai propri stessi partiti prima ancora di essere processato. Si chiama LEGALITA’ ed un valore a cui si ispira qualsiasi forza liberaldimocratica (si sono di destra lo ammetto). Si chieda piuttosto lei come mai in Italia c’e’ l’unica destra al mondo che non si ispira ai valori di Legge e Ordine ma è 15 anni che insieme alla sinistra si adopera per spuntare le unghie alla magistratura facendo posizionare l’italia nelle classifiche internazionali di corruzione ai livelli di staterelli africani.
Secondo lei è normale un paese dove abbiamo come presidente del consiglio che dice di essere di destra che ha avuto come padrino politico uno di csx a cui pagava fior di miliardi esteri su esteri che l’altro si intascava e portava all’estero? Forse è lei che dovrebbe rinfrescarsi un po’ la memoria.
Scritto da ponzetti il 9 Lug 2009
ma ponzetti non era il moderatore/censore del forum di travaglio???
a volte ritornano
alessandro fornetti, detto sandro fornettini
Scritto da Sandro Fornettini il 9 Lug 2009
ponzetti, mettiamo la ciliegina sulla torta:
erano gli anni 80 ed il nostro silvio finanziava quei comunistacci dei Russi (Gorbaciov). Il nanetto era riuscito a prendere l’esclusiva per la pubblicità in tutta la Russia.
Devo trovare un poster gigante dell’originale dove si vede “PublItalia 80” insieme alla falce&martello + qualche scritta in cirillico.
Qualcosa di scioccante per gli elettori di centrodestra.
Vedere qui:
http://www.youtube.com/watch?v=CEpGnLYuLPs
Scritto da Candidus il 9 Lug 2009
La soglia del nostro stupore e della nostra reazione nei confronti di una catastrofe etica, istituzionale, umana, “culturale”, si è abbassata sempre di più, sempre di più… fino a scomparire sottoterra. Fino a considerare normale un orrendo spettacolo, che in un paese democratico tutto è tranne che normale. Con questo lavoro non voglio convincere nessuno, voglio semplicemente ricordare che questo schifo, di cui fa parte anche il conformismo e il servilismo di tanti giornalisti, è successo davvero. Da 15 anni 60 milioni di italiani sono ostaggio degli interessi di una sola persona. Un’umiliazione impensabile fino a poco tempo fa. Da parte della sinistra c’è stata un’incapacità totale di reagire e affermare la propria identità. Si è fatta aggredire e sbeffeggiare. È arretrata in continuazione, ha adottato luoghi comuni come quello che non bisogna demonizzare Berlusconi per non spaventare i moderati. Su certe spaventose posizioni e leggi volute dalla Lega da sempre hanno avuto parole più nette alcuni settori della Chiesa. Il pragmatismo della sinistra la porta addirittura a corteggiare e a ipotizzare alleanze con la Lega. E invece no, sono portatori di disvalori, punto e basta. In questi anni la sinistra ha avuto paura di tutto. È stata prigioniera di personalismi senza personalità. Senza dimenticare lo slogan penoso della destra e di molti giornalisti secondo il quale il conflitto di interessi non interessa agli italiani, dato che la maggioranza ha votato Berlusconi. C’è un piccolo dettaglio: interessa alla democrazia. (Nanni Moretti)
Scritto da Charly il 10 Lug 2009
L’esito del G suona come un pernacchio ai Repubblicones e ai seguaci dell’ex pm molisano.
Scritto da asdrubale il 10 Lug 2009
Ponzetti.
Non sarò certo io a smentire quello che, sostanzialmente, confessò Bettino Craxi nel memoriale spedito al cognato Pillitteri quattro giorni prima della sua dipartita.
I finanziamenti illeciti esistevano. Eccome.
Nè smentirò, come scrisse, che ne fossero a conoscenza tutti gli uomini politici che contavano, che conteranno negli anni 90 e che contano ancora oggi.
Se qualcuno ne prendesse più di altri, a causa dell’amnistia dell’89, quella sì un colpo di spugna, forse non lo sapremo mai.
Il problema è che poi spuntano i Candidus, con i loro spot di Publitalia in Russia, che, se solo offrissero un fiasco di vino a qualche attempato impresario che ha ottenuto commesse nell’est europeo quando l’URSS esisteva veramente, ne scoprirebbero delle belle e si vergognerebbero di possedere una tastiera ed usarla.
Lei, Ponzetti, si professa liberaldemocratico. I suoi sforzi, se mi permette un consiglio, dovrebbero essere quindi profusi nel tentativo di affermare finalmente un libero mercato e pari opportunità di impresa nel nostro Paese. Condizioni impossibili in passato ed improbabili oggi, e non certo per colpa di Silvio Berlusconi.
Le tangenti, dunque. Lei dice che in molti casi non si arrivò a sentenza a causa della riforma sul giusto processo.
Questa riforma costituzionale, lo ricordo, non dice, nè più nè meno, che la difesa deve essere posta sullo stesso piano dell’accusa e che non basta che un pm abbia raccolto dichiarazioni da un testimone sbattuto in cella senza un perchè per portare le sue parole in aula come una prova. Il testimone deve ripeterle in aula e può essere pure controinterrogato dagli avvocati dell’accusato. Pensi un po’ dove siamo arrivati, qualche decina d’anni dopo Paesi evidentemente più evoluti. Ma prima dell’Iran, s’intende.
C’è poi il fatto dell’obbligatorietà dell’azione penale, inapplicabile, e così è stato, tanto è vero che si sono privilegiati alcuni processi invece di altri finiti in prescrizione. D’altronde è impensabile che un uomo passi vent’anni nelle aule dei Tribunali in attesa di una sentenza definitiva per reati come quelli che si voleva avessero commesso molti degli imputati. L’istituto della prescrizione è quindi sacrosanto e se sono stati istruiti un numero enorme di processi, insostenibile per i pm e i giudici, se permette, sono affari loro. L’alternativa sarebbe quella di eliminare il diritto alla difesa, ma a questo, per fortuna, non ci siamo ancora arrivati ed esiste ancora la presunzione di innocenza.
Il giustizialismo, le ricordo, non fu un’invenzione di “politici che non vogliono rendere conto delle loro malefatte”.
Basti ricordare che, all’inizio del 2002, l’inchiesta di Tangentopoli, per quanto riguarda i dati della sola procura di Milano, annoverava poco più di 1200 condanne, a fronte di oltre 800 assoluzioni, di cui circa la metà perchè erano sopraggiunti i termini per la prescrizione che non equivale comunque, nonostante Travaglio, ad una condanna.
Faccia lei le proporzioni, ricordando anche che, di quelle 1200 condanne, oltre 800 sono state ottenute tramite patteggiamento e la maggior parte negli anni tra il 92 e il 94 quando, in un clima folle, si consideravano reati come il finanziamento illecito ai partiti e la concussione pari allo stupro e all’omicidio. Anni nei quali la carcerazione preventiva era la regola, anche per persone incensurate che in carcere, per sentenza, non ci sarebbero finite mai e poi mai. E pensi cosa avrebbero detto o fatto per uscirne.
Infine ci sono i suicidi, ma forse è meglio chiuderla qui.
Concludo con il suo riferimento al debito pubblico che raddoppiò nei quattro anni del governo Craxi.
Giusto. Esso passò dal 70% del 1983 all’88,6% del Pil nel 1987. Lei dimentica però di raccontarla tutta. Se la figura un’inflazione al 16%? Questa era la condizione che ereditava il governo nel 1983, complice quel meccanismo di svalutazione di cui si abusò negli anni 70.
Il decreto di San Valentino ed il successivo referendum fu un grandissimo successo politico di Craxi che sconfisse il PCI e la CGIL che, tanto per cambiare, adducevano le solite argomentazioni demagogiche in difesa dei salari.
Alla fine della sua esperienza il governo Craxi aveva fatto rientrare l’inflazione al 4%.
L’enorme aumento del debito pubblico resta, è chiaro. Ma, come ha scritto Sergio Romano sul Corriere, “è difficile attribuire la responsabilità del debito pubblico a un particolare governo o a un particolare uomo politico. Il vero colpevole è il sistema politico, una formula che esige continui patteggiamenti e compromessi, in cui ogni decisione comporta spossanti negoziati e viene raggiunta soltanto dopo una distribuzione di compensi a tutti coloro di cui è necessario ottenere il consenso”.
Gli unici progressi, d’altronde, li abbiamo compiuti quando ci sono stati imposti dall’Europa e non certo per volontà nostra.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 10 Lug 2009
Quale esito?
La pomiciata tra Bill Murray e la nanetta presidente della provincia?
Oppure il gelato delle figlie di Obama?
No,perchè in Iran continuano a sparare ai manifestanti,in Cina idem e insomma se ne strafottono del G8 a giro per il globo…
Scritto da stardust il 11 Lug 2009
Ma cosa dice stardust, non si è accorto che da quando c’è Obama i lupi dormono con gli agnelli e che nei fiumi scorre latte e miele?
Si sintonizzi, ohibò!
Scritto da asdrubale il 11 Lug 2009
Keaton. ti stai agitando come un pesce fuor d’acqua.
Per rinfrescare un po la memoria:
Bettino Craxi:
CONDANNE DEFINITIVE
Eni-Sai. Il 12 novembre 1996 la Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello che aveva inflitto all’ex segretario socialista cinque anni e sei mesi di carcere.
Metropolitana Milanese. La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e quasi dieci miliardi di risarcimento alla MM pronunciata contro Craxi il 24 luglio 1998 dalla quarta sezione penale della Corte d’Appello di Milano. Il reato è di corruzione e illecito finanziamento dei partiti.
CONDANNE NON DEFINITIVE
Tangenti Enimont. Il processo è arrivato al secondo grado di giudizio. Il primo ottobre 1999 la prima sezione della corte d’Appello di Milano ha condannato l’ex presidente del Consiglio a tre anni e a una multa di 60 milioni. Craxi è accusato di aver ricevuto per il Psi undici miliardi di finanziamenti illeciti provenienti dalla maxitangente Enimont.
Conto Protezione. Il processo d’Appello è da rifare. Il 15 giugno 1999 la Cassazione ha deciso infatti l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna a cinque anni e nove mesi, emessa il 7 giugno 1997 dai giudici della seconda corte d’appello di Milano. Le accuse erano di bancarotta fraudolenta e finaziamento illecito ai partiti per i sette milioni di dollari che nel 1981 finirono nelle casse del Psi, passando da quelle dell’Eni, attraverso il Banco Ambrosiano e il conto Protezione sulla banca svizzera Ubs.
Tangenti Enel. Anche questo processo è al primo grado di giudizio. L’ex segretario del Psi è stato condannato a cinque anni e 5 mesi il 22 gennaio 1999.
REATI PRESCRITTI
All Iberian. Craxi è stato condannato il 13 luglio 1998 dal tribunale di Milano a quattro anni di reclusione per finanziamento illecito ai partiti. Ma il 26 ottobre scorso la terza sezione della corte d’Appello di Milano ha dichiarato prescritto il reato. In questo processo la prescrizione ha riguardato anche Silvio Berlusconi, condannato in primo grado a due anni e quattro mesi e dieci miliardi di multa.
Scritto da Candidus il 11 Lug 2009
Perfetto Candidus, bignami del Travaglio, brutta copia di un giornalista.
Quando la storia vogliono scriverla i tribunali sono sempre più gli errori delle riparazioni. Che succeda a Norimberga o, molto più modestamente, presso la procura di Milano.
Provi a passare oltre, perchè quello che suppone le abbia fatto Bettino Craxi non è niente in confronto a quello che potrebbe farle Antonio Di Pietro.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 13 Lug 2009
Keaton…Travaglio lo sogni troppo di notte.
Fonte:
http://www.repubblica.it/online/politica/craxi/scheda/scheda.html
Scritto da Candidus il 13 Lug 2009
Candidus.
Che lei abbia scelto come fonte un libretto di Travaglio o Repubblica, in fin dei conti, cambia poco.
Se riuscisse a guardare al di là del casellario giudiziale come, purtroppo, non le hanno insegnato a fare scoprirebbe magari notevoli affinità con Craxi a proposito di Sigonella o del sostegno al referendum contro il nucleare come ha ricordato Rizzo oggi sul Corriere il quale, in mezzo alla solita manfrina anticasta, due righe corrispondenti alla realtà le ha pur scritte.
http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_13/centrale_montalto_35c5bb7c-6f6e-11de-bf72-00144f02aabc.shtml
In fin dei conti ricordare solo ciò che ci fa comodo non è un esercizio intellettualmente onesto. Ma forse io la sopravvaluto.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 14 Lug 2009
Keaton,
mi sta suggerendo di informarmi su “Il Giornale”, “Libero”, “La Padania”, “Panorama”?
“In fin dei conti ricordare solo ciò che ci fa comodo non è un esercizio intellettualmente onesto.”
Sto solo riportando i fatti. E una decisione giusta come quella riportata, non ne fanno (di Craxi) un uomo e politico onesto.
E’ morto latitante e ladro.
Scritto da Candidus il 14 Lug 2009