SPAZIO LIBRI – “VITA E DESTINO” di Vasilij Grossman
17 Marzo 2009di Maurizio Paradiso
“La nebbia copriva la terra. Il bagliore dei fanali delle automobili rimbalzava sui fili dell’alta tensione che correvano lungo la strada.
Non aveva piovuto, ma all’alba il terreno era umido e, quando si accendeva il semaforo, sull’asfalto bagnato si spandeva un alone rossastro. Il respiro del lager si percepiva a chilometri di distanza — lì convergevano i fili della luce, sempre più fitti, la strada e la ferrovia. Era uno spazio riempito di linee rette, uno spazio di rettangoli e parallelogrammi che fendevano la terra, il cielo d’autunno, la nebbia. ”
Questo è l’incipit di un romanzo che ho letto circa un mese fa e col quale voglio aprire uno spazio dedicato ai libri che maggiormente mi sono piaciuti. Quindi inizio con ” Vita e destino” un grande romanzo di Vasijli Grossman, (nato a Berdicev – Ucraina – e morto nel 1964) completato nel 1960 ma solo ora pubblicato per la prima volta in Italia, ed in altri paesi, nella sua interezza.
“Vita e destino” mi è sembrato un romanzo immenso e , pur nella sua complessità, coinvolgente e particolarmente interessante.
Da più parti è stato definito un “guerra e pace” del ventesimo secolo ma io non saprei che dire a questo proposito, visto che guerra e pace non l’ho mai letto ( lo farò in seguito).
“Vita e destino” è un’opera che scorre su uno sfondo storico ben definito: la battaglia di Stalingrado e tutte le vicende ad essa collegate. E’ un romanzo in grado di raccontare, trasmettere e far toccare le angosce, le sofferenze terribili, i dubbi e le paure legate alla guerra e alle aberrazioni dei regimi totalitari che si contrapponevano in quella vicenda.
In questo raccontare, l’aspetto storico lascia ampio spazio alle intense vicende umane dei numerosi personaggi che compongono la coralità della storia, sempre delineati in modo molto efficace.
Sono interessanti le traversie che hanno accompagnato il romanzo, sequestrato all’autore dal kgb poco dopo la sua ultimazione e occultato quindi da una censura tanto forte da non essere stata scalfita neanche dalla perestroika di Gorbaciov.
Un classico che richiama ancora una volta a delle interessanti riflessioni su vicende storiche ed umane che hanno segnato lo scorso secolo. Secondo me è un romanzo da non perdere, e che a ragione può essre annoverato tra i classici del novecento.