Forza Silvio!
17 Dicembre 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
L’immagine che apre questo post non lascia spazio ad immaginazioni e retro interpretazioni. È comparsa all’improvviso davanti agli occhi di milioni di italiani domenica sera, all’apertura dei TG delle 19:00, e credo sia sufficientemente esplicativa. Certamente più di tutte le parole che ne sono derivate e che continuano ad incrociarsi.
Confesso di aver più volte iniziato la stesura di questo articolo nei giorni scorsi, non arrivando mai a trovare il modo per comporlo in maniera appropriata e ricominciando tutto da capo. Ogni volta nelle mie parole ho trovato la stessa inadeguatezza che gran parte dei commentatori, giornalisti, bloggers e soprattutto politici hanno diffuso in grande quantità negli ultimi giorni. Spero che l’aver volutamente evitato il commento a caldo costituisca un seppur piccolo contributo alla razionalità. Ci sarebbe davvero molto da scrivere su questa vicenda, mi limiterò ad alcune delle numerose conseguenze.
Prima di tutto gli auguri di pronta guarigione al premier. Il gesto barbaro non lo voglio commentare più di tanto, lo considero il modo più sbagliato e ripugnante che si possa immaginare saltato in testa ad un tizio qualunque per colmare la distanza crescente fra la politica e la gente comune. Se così fosse, quel ragazzo ha davvero dei grossi problemi con la realtà.
1) La sicurezza
Al di là delle conseguenze che potevano essere ben più gravi, il primo aspetto che mi ha colpito è stata la facilità per uno qualunque di arrivare a colpire in faccia da breve distanza il presidente del Consiglio italiano. I molti filmati diffusi in seguito hanno ulteriormente peggiorato la mia opinione sul servizio di sicurezza attorno a Silvio Berlusconi. In particolare il video nel quale è evidente che quel tizio è rimasto per lunghi secondi con il braccio ondeggiante teso in alto, cercando il momento migliore ed aggiustando la mira per poi colpire. Possibile che gli uomini della scorta non si siano accorti di nulla? La risposta a posteriori è si, i fatti ed i filmati lo dimostrano.
Mentre negli U.S.A. gli uomini dei servizi segreti sono pronti a prendersi una pallottola per proteggere il Presidente, la scorta di Berlusconi non ha avuto nemmeno i riflessi sufficentemente pronti nell’intuire la minaccia. L’aggressore è stato individuato solo dopo il colpo sferrato, era l’unico che stava cercando di allontanarsi. E se fosse stato davvero un terrorista, non si sarebbe limitato a lanciare un souvenir. Il ministro Maroni ha dichiarato che non ci sono state falle nella sicurezza, anzi ha elogiato l’operato dell’apparato che durante la manifestazione ha impedito ad un gruppo di contestatori di aprire uno striscione davanti al palco. Doveva trattarsi di uno striscione particolarmente pericoloso, tanto da citare l’episodio in conferenza stampa contapponendolo all’evidenza dei fatti successivi.
Dopo questo tributo alla retorica, da parte di chi è preposto a farlo sarebbe opportuna una profonda riflessione affiché in futuro non vengano offerte occasioni così favorevoli ad emulatori e veri malintenzionati. Bisognerebbe assicurare agli uomini dei vertici istituzionali apparati ben più efficienti di sicurezza, organizzati non alla “volemose bene” e bravissimi a tenere lontani giornalisti sgraditi, contestatori armati solo di dialettica, talvolta di telecamera e molta faccia tosta. Minacce all’immagine del premier perfettamente allontanate, mentre un tizio qualunque gli spacca il muso sotto gli occhi di tutti.
2) I commenti a caldo
Se mai qualcuno avesse ancora dubbi al riguardo, le dichiarazioni che si sono succedute a commentare l’accaduto non possono che confermare il profilo notevolmente basso della nostra classe politica. Con la nota eleganza e raffinatezza che lo contraddistingue, l’Onorevole Antonio Di Pietro ha saputo infiammare gli animi in maniera impeccabile. La sintesi delle sue esternazioni a caldo potrebbe essere questa: esprimiamo solidarietà perché non possiamo esimerci dal farlo, però se l’è cercata. Un inutile incoraggiamento alla rissa, dall’altra parte della barricata ci sono già molti personaggi ai quali prudono le mani, in senso dialettico, e che avrebbero fatto comunque la loro parte senza bisogno di incoraggiamenti.
Molte altre perle sono state sfornate a caldo dalla classe politica, ne ricorderò solo un paio. Quella di Umberto Bossi ad esempio, pronto a parlare di atto terroristico: ma lo sa il senatur che i terrroristi di solito vanno in giro con equipaggiamenti un tantino più micidiali di una madunina?
Un preziosismo notevole viene elargito anche dal ministro Mara Carfagna, che prima ancora che venisse chiarito chi fosse davvero l’aggressore lei lo aveva già definito anarchico insurrezionalista sinistroide. Per avere un’idea di quanto ultimamente sia affidabile questo ministro della Repubblica, sarebbe stato sufficiente imbattersi nella trasmissione “Il fatto del giorno” in onda alle 14 su Rai 2 del 10 dicembre scorso. La Carfagna è stata ospite della trasmissione, con i suoi occhi perennemente sbarrati ed il suo grazioso volto non ha fatto altro che tessere le lodi delle opere realizzate dal Governo di cui fa parte, con particolare riferimento al “miracolo” compiuto da Berlusconi a favore dei terremotati abruzzesi. Secondo lei, gli ex sfollati sono tutti ormai sistemati nelle nuove ed accoglienti case che Silvio ha consegnato personalmente. Ascoltandola, ho avuto l’impressione di aver perso un bel po’ di notizie sulle migliaia di aquilani ancora sistemati in alberghi e residenze lontane dalle loro case. Poi ho girato su quei comunistacci del TG 3 e ci ho trovato Bertolaso che ammetteva problemi nella consegna degli alloggi, annunciando rescissione di contratti con le imprese ritardatarie. Bella prova, un ministro su una rete smentito da un sottosegretario sull’altra.
Basta farsi un giro su Internet, comprendendo anche il sito della Protezione Civile, e si potrà così scoprire che 14.000 persone sono ancora ospitati sulla costa abruzzese, circa 4.000 negli alberghi dell’Aquila e provincia, 1.300 nella caserma della Finanza di Coppito, 380 nella caserma Campomizzi. Per le case del miracolo, di Moduli Abitativi Provvisori (M.A.P.) è prevista la consegna entro dicembre di un 60-70% del totale a l’Aquila e circa un 50% nel cratere. Anche per gli alloggi antisismici delle new town (C.A.S.E.) si registrano ritardi, per 700 alloggi si prevede la consegna solo entro fine gennaio. Diteglielo per favore alla Carfagna, così quando passerà da quelle parti magari andrà a vedere di persona come stanno quelli che non hanno ancora bevuto lo spumante offerto da Berlusconi. E scusate tanto la divagazione dal tema principale.
3) Reazioni dalla rete
La rete Internet è abitata ed animata da tutti noi, milioni di esseri virtuali che in Italia si possono contare in 23,6 milioni di persone dietro ad una tastiera. È inevitabile che le opinioni di questa moltitudine siano variegate, talvolta contrapposte. Il Web è un fantastico mezzo di comunicazione e contiene luoghi di aggregazione, fra questi il social network Facebook al quale risulterebbero iscritti oltre 350 milioni di persone da tutto il mondo, un numero in continuo aumento. In Italia è un ormai un fenomeno dilagante, chi vende telefonia cellulare e smartphone è costretto ad offrire la possibilità di restare sempre connessi a FB per non perdere il contatto con i propri amici. Per esprimere il proprio compiacimento, è accaduto che subito dopo il ferimento del premier qualcuno ha fondato su FB un gruppo di fans dell’aggressore Massimo Tartaglia. Non ha importanza chi ha iniziato il gruppo, bensì che alle 20:05 si contavano già più di 1.300 iscritti, alle 23:23 si era già arrivati a 24.000. Il numero dei “Tartaglia inside” continuava a crescere, la mattina dopo gli iscritti avevano superato i 50.000 attirando l’attenzione dei media e di conseguenza del Governo. Il ministro Maroni preannunciava azioni di contenimento e di cancellazione di quel gruppo, bollato subito come istigatore di violenza. Su quest’ultimo punto non aveva torto, l’esaltazione di un violento per me rimane sempre e comunque da rifiutare. Il 15 dicembre si superavano gli 82.000 fans, poi è arrivata la chiusura del gruppo.
Su questa parte per me rimane difficile comprendere due cose fondamentalmente.
La prima: ammettendo che molta gente abbia le tasche piene della attuale situazione politica, quello che mi sfugge è come si possa arrivare a gioire per un’azione violenta. Possibile che non si riescano ad intravedere soluzioni diverse per abattere questo governo? Va tuttavia ammesso che il grave episodio è stato accolto fra la gente in maniera meno apocalittica di quanto hanno fatto i media ed i politici: girando per strade, bar, ristoranti, treni ed autobus ho potuto recepire anche battute ironiche sull’accaduto. Non ho certo assistito all’esaltazione pubblica del gesto, intendo però dire che la gente ha reagito in maniera più leggera di quanto l’ufficialità voglia far intendere. Se c’è qualcuno che aizza toni rissosi non sono certo i comuni cittadini a farlo, hanno già altri problemi per la testa. E visto che Facebook è composto da persone, i loro pensieri sono stati travasati anche sul social network.
La seconda riguarda la scarsa conoscenza tecnica della rete Internet dimostrata da molti personaggi in ambito governativo, con proclami di “filtraggio” della rete e chiusura di “siti” (??!?!?) in pieno spirito decisionista e propagandistico. Infatti si sono poi dovuti scontrare con la realtà delle cose e ridurre i toni, le ultime notizie parlano di un disegno di legge ad hoc (e non di un decreto come era stato inizialmente prospettato) per regolamentare, attraverso l’autorità giudiziaria, espressioni violente e dannose per mezzo di Internet. Prima o poi forse scopriranno che le norme esistono già, non servono solo per l’oscuramento di Piratebay che facilita lo scambio di materiale protetto da copyright o per i blog italiani che vengono chiusi su ordinanza del giudice. Basta applicarle anche negli altri casi. Certo che questo governo trova tanta solerzia per limitazioni da applicare ad Internet solo quando è in gioco il suo leader. Dov’erano quando comparivano su FB gruppi abominevoli come quelli che ho elencato nel post “Collezione di orrori da Facebook” oppure quando una rete di pedofili si stava sviluppando sullo stesso social network ed è stata smascherata con il contributo di un sacerdote?
Su Facebook accadono anche cose molto strane: sono improvvisamente comparsi dal nulla gruppi di sostenitori di Berlusconi contrapposto ai fans di Tartaglia. Uno di questi, “Sosteniamo SILVIO BERLUSCONI contro i FAN di Massimo Tartaglia” la mattina del 14 contrapponeva ai fans di Tartaglia più di 372.000 iscritti. Non credevo ai miei occhi, poi ho letto meglio. Nel gruppo pro Silvio compariva una bella foto ufficiale delle ministre Meloni, Gelmini Carfagna e Prestigiacomo ma anche i commenti lasciati dagli iscritti prima del 13. Analizzando meglio i contenuti più datati, si trattava in origine di un gruppo promosso da un sito di aste online al ribasso (www.bidplus.it) che aveva raccolto un numero incredibile di persone. Improvvisamente gli iscritti erano passati da cacciatori di affari online a ignari sostenitori del premier. A quanto ho letto, non è stato nemmeno l’unico caso: c’è chi ha riportato la stessa “stranezza” per il gruppo dei fans “Made in Italy” (400.000 sostenitori), “Solidarietà a Silvio Berlusconi”: due milioni di persone che avevano aderito ad una campagna per il terremoto in Abruzzo. Ha avuto un grande successo anche il “phishing“, milioni di iscritti hanno ricevuto un appello di solidarietà che diceva: «Esprimiamo la nostra più sentita solidarietà al nostro Presidente del Consiglio, l’on. Silvio Berlusconi, per la vile aggressione subita da parte di uno squilibrato e gli rivolgiamo calorosi auguri per una pronta guarigione. Sicuri di interpretare il desiderio di tutti gli italiani per bene, Le auguriamo inoltre Buone Feste!». Niente di più normale e condivisibile, è bastato un click per ritrovarsi iscritti, sembra abbiano inconsapevolmente aderito la bellezza di 1,9 milioni di persone.
Credo proprio di aver scritto troppo per oggi, scusate ma il dono della sintesi non mi è proprio. Avrei voluto includere altri punti, ovvero come parte della stampa schierata abbia preso spunto per inasprire ulteriormente il confronto di opinione e politico, non posso però abusare del vostro tempo. Forse scriverò un post dedicato agli altri argomenti.
Un grande capitolo si potrebbe aprire sui politici fuori di testa, nonostante l’appello alla moderazione dei toni del Presidente Napolitano. La statura morale dei grandi politici italiani del passato è purtroppo solo un ricordo, basta leggere un giornale o guardare la tv per rendersene conto, e credo che scrivendo questo non abbia affermato nulla di sconosciuto alla vostra percezione. Quello che mi preoccupa in modo particolare è la validità di coloro che ruotano attorno a Berlusconi: con lui momentaneamente fuori gioco, ce ne sono alcuni che sembrano davvero schegge impazzite. Il suo ruolo di leader è palesemente fondamentale a tenere insieme una compagine che se fosse lasciata a se stessa potrebbe essere preda di una perenne isteria.
A questo punto, visti i fatti concreti, non rimane che augurarsi che Silvio torni presto al suo posto. Il premier non è stato certo criticabile nelle comunicazioni che sono filtrate dal suo letto d’ospedale: nessun livore, apertura al dialogo. Tutto il contrario di alcuni suoi fedelissimi. Nel frattempo, confido nella grande saggezza ed equilibrio di Gianni Letta, che è stato fra i pochissimi ad esprimere toni di grande responsabilità in questo frangente. Come anche Gianfranco Fini, che ha denunciato il superamento del “livello di guardia” nel clima politico degli ultimi tempi, richiamando tutti alle parole di Giorgio Napolitano. Non credo sia chiedere troppo.
Un commento presente
NAPOLITANO ALLE ALTE MAGISTRATURE DELLA REPUBBLICA: «Guardiamo con ragionevolezza allo svolgimento di questa legislatura che e’ ancora nella fase iniziale. Non si paventino complotti che la Costituzione e le sue regole rendono impraticabili contro un Governo che goda della fiducia della maggioranza in Parlamento. Sono in gioco impegni e interessi nazionali di lungo periodo». (Radiocor)
PRIMO RISULTATO: il nuovo procuratore generale di Roma è Luigi Ciampoli, eletto stamattina dal Csm con 14 voti a favore, 7 contrari e 3 astenuti. L’altro candidato era il procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi, il magistrato registrato nel “fuorionda della discordia” con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. (Adnkronos)
Scritto da fabrizio spinella il 21 Dic 2009