Il documentario “Doppio Gioco”, e qualcos’altro su Ciuro (che Travaglio non ha mai scritto)
5 Ottobre 2008Dal blog “Resistenza civile” (Tratto da http://blog.libero.it/rigitans/view.php?reset=1&id=rigitan)
Venerdi’ sera su Rai Tre è andato in onda il superbo documentario “Doppio Gioco” (che e’ stato visto da 2,1 milioni di persone con uno share dell’8,53 per cento, ndr) che ci regala uno spaccato di Sicilia inquietante. Ci parla della nuova Tangetopoli regionale, cioè la sanità, dove gli sperperi di denaro sono all’ordine del giorno. Ci sono personaggi di stampo “mafioso-borghese” come l’imprenditore Michele Aiello, primo contribuente della Sicilia, magnate della sanità privata.
Ci parla di infiltrati nelle froze dell’ordine che donano informazioni aggiornate sulle indagini e tutto ciò che può far utile a queste moderne organizzazioni crminali. Ma soprattutto mi lascia basito per il fatto che è stato un caso fortuito a far emergere la realtà, nonostante intercettazioni e pedinamenti a tutto spiano. Cosa è successo? Una cosa stupidissima, ma fondamentale per gli investigatori. L’ex maresciallo della procura antimafia Giuseppe Ciuro viene chiamato dalla moglie mentre è a fare la spesa al mercato. Ad un certo punto le chiede: “Ma da quale telefono stai chiamando?” E lei: “Da quello….” e Ciuro:”Ma porca miseria Franca!non devi chiamare da quello!!!”
Siccome che questo personaggio sa benissimo come funzionano le operazioni, aveva (insieme ai complici) un cellulare di emergenza che non era intercettabile dai carabinieri. Le tessere telefoniche erano intestate a dipendenti delle aziende di Michele Aiello, ovviamente A LORO INSAPUTA. Così (i doppiogiochisti, ndr) potevano comunicare indisturbati senza il tmore di essere intercettati. Quella leggerezza della moglie di Ciuro lo ha praticamente incriminato, perchè sono risaliti al numero con l’intercettazione del cellulare “ufficiale” di Ciuro e hanno trovato anche gli altri numeri.
In secondo luogo, il signor Toto’ Cuffaro è stato condannato (in primo grado) per favoreggiamento semplice invece che alla mafia. Quindi non si capisce perchè la magistratura abbia voluto declassare la condanna dell’ex presidente della Sicilia, rendendo incoerenti le condanne. Questo mi fa un po’ pensare, chessò all’indipendenza della magistratura rispetto alla politica, o alle mafie stesse.
Il punto è: che senso ha parlare di mafia? ormai è un fatto di cultura criminogena, non semplicemente mafiosa, perchè gli atteggiamenti tra i mafiosi che si sono borghesizzati, gli imprenditori malavitosi e la massoneria deviata sono assai difficili da differenziare(si tratta di sfumature). Quindi la mafia è solo un tratto della cultura “illegalista” e malavitosa che serpeggia squallidamente nella nostra povera Italia.
Altro particolare da non sottovalutare: Aiello era leader del settore privato della sanità, e faceva gonfiare le spese pubbliche per le convenzioni con le sue strutture. La sanità fa gola a tutti i malavitosi. Silvio Berlusconi si è sbrigato a proporre la privatizzazione, almeno parziale, della sanità pubblica, lasciando maggior spazio a quella privata. Come diceva Crozza “e io non capisco quale sia il nesso”…
LEGGI ANCHE SU QUESTO BLOG Una serata davanti alla TV con “Doppio Gioco” (non era però una fiction, era tutto reale purtroppo) di Sergio Fornasini.
(Nella fote in alto. A sinistra: Giuseppe Ciuro detto Pippo condannato per favoreggiamento a 4 anni e 8 mesi, pena confermata in Appello. A sinistra: Toto’ Cuffaro, ex Presidente della Regione Sicilia e oggi Senatore della Repubblica, anch’egli condannato in primo grado a cinque anni per favoreggiamento semplice e rivelazione dei segreti d’ufficio).
2 commenti presenti
Capisco tutto ma questa roba di tirare la giacchetta a Berlusconi, “a gratis” con un dire o non dire, non mi piace.
Puzza di mafiosità, oppure solo di stupidità.
Cosa ci sia da insinuare sul fatto che si voglia privatizzare “gli ospedali pubblici in difficoltà… progetto del governo, per ora, pare solo un abbozzo”, è cosa che squalifica l’estensore della nota.
Insomma, non vorrei avere a che fare con simili pressapochismi da antiberlusconiani a prescindere.
Basta, e avanza, Travaglio.
Scritto da Eugenio il 6 Ott 2008
Condivido completamente l’opinione di Eugenio. Bene o male, poi, sono le solite cose già viste e straviste, pernici già ampiamente assaporate grazie alla camarilla giornalistica giustizialista.
Scritto da Tommaso Farina il 6 Ott 2008