CULTUR@. Jokerosa Batmania
3 Agosto 2008di Nicoletta Salata
Ci sono film in cui non c’è una sola storia. Il regista Christopher Nolan già in Prestige aveva raccontato (con metodo eccellente) l’intricata vicenda di due illusionisti che si contendono a colpi…di bacchetta il primato del gioco di prestigio più straordinario e sorprendente.
Una ossessiva rivalità che si trasporta dietro, nello svolgimento del film, anche tutti i particolari dei due personaggi relativamente alla loro vita e al loro pensiero, senza mai cedere definitivamente il primato a nessuno dei due. L’attore Christian Bale (uno di questi due “maghi”), è ora l’interprete, come già lo era stato in Batman Begins (sempre di Nolan), de Il Cavaliere Oscuro, l’ultimo film dedicato a Batman.
E qui Nolan sembra voler incrementare la già manifestata vocazione verso il protagonismo di più di un personaggio, aggiungendo un terzo binario a quello doppio già sperimentato. Che lo spettatore, ignaro e impreparato, si ritrova a dover percorrere in una narrazione serrata e multiforme.
Quando vado al cinema scelgo giorni ed orari in cui presumo che la sala non sia affollata (anzi la spero deserta), poiché non mi piace sentire commenti, sgranocchiare popcorn, né udire colpi di tosse o umani respiri. In sala dovrebbe esserci solo il film, le sue immagini, le parole, la musica, e l’emozione che suscita.
Oggi eravamo in sette, e trattandosi di multisala, lo spazio e il silenzio erano davvero al loro apice per il mio gradimento.
Ecco che sullo sfondo di una Chicago/Gotham City fosca e prettamente notturna, tra grattacieli bluastri di specchi metallici, acrobatiche piroette, inseguimenti su strada e volteggi nel cielo, musica soavemente assordante ma necessaria, si fanno luce nella tenebrosa scena un po’ tetra quasi dark i tre personaggi di Batman/Bruce Wayne, Joker e Dent (il nuovo procuratore distrettuale, l’unico a non avere maschera che poi però finirà per diventare “due facce”). I quali, ciascuno a proprio modo e per personali ragioni, così diverse e in alcuni casi decisamente opposte, si spartiscono il ruolo di leadership durante tutti i 152 minuti del film. In cui Batman pertanto condivide onori e gloria con i suoi nemici/amici.
Ma per qualche particolare, per qualche sfumatura sapiente, il Joker, sebbene sia il cattivo, il pazzo, l’esaltato seguace del Male ossessionato dal confronto con il Bene, distruttivo e vendicativo, consapevole e malvagio, risulta fin dall’inizio personaggio di spicco.
Certamente Joker, per il fatto di essere interpretato da Heath Ledger che è prematuramente scomparso nel mese di gennaio, può essersi ulteriormente impregnato di spessore e significato derivanti da questa sua triste sorte. Lo si guarderebbe cioè recitare rammentando che il giovane australiano (già osannato in Brokeback Mountain) non potrà più tornare sulla scena, e questo potrebbe conferire una maggiore drammaticità alla nostra (di lui) percezione.
Ma il fatto è che la sua parte diviene effettivamente via via sempre più intensa, pregnante ed insostituibile, perfino nei dialoghi, le frasi più emblematiche ed incisive sono proprio le sue.
“Tu non riesci proprio a lasciarmi eh? Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile, tu non mi uccidi per un mal riposto senso di superiorità e io non ti uccido perchè sei troppo divertente… credo che io e te siamo destinati a scontrarci in eterno”
“Ucciderti!? No io non voglio ucciderti! Che farei senza di te? Tu completi me”
Chissà se dopo questa versione in cui i due antagonisti si sono trovati così vicini e così alla pari, anzi talvolta quasi di fronte alla supremazia (quella cinematografica-recitativa di sicuro) dell’eroe negativo sul positivo, si potranno pensare delle future versioni dell’uomo pipistrello non contaminate da questa nuova “jokerosa batmania”, che vede il bene alla fine sempre trionfare ma sembra conferire assolutamente a Joker, le cui cicatrici profonde sono anche nell’anima, la più lucida e realistica visione della natura umana.
6 commenti presenti
T’invidio, cara Nicoletta, per la situazione idilliaca con cui hai assitito alla proiezione del film! Io ero seduto in quarta fila (quindi sala stracolma), con le vertebre cervicali sottoposte per 152 minuti ad uno stress non indifferente, con una schiera di divoratori di pop-corns alle mie spalle ed una loquace commentatrice seduta alla mia sinistra che non perdeva occasione di manifestare il suo disgusto per il volto deturpato di Dent! Insomma, peggio di così…
Attendevo queso ennesimo capitolo della saga di Batman con la stessa ansia infantile con cui ho visionato gli altri, da sempre sfegatato fan di Batman per le sue doti di super-eroe non soggetto a trasformazioni di sorta nè a super-poteri innati: un uomo “qualunque”, assetato di giustizia, che decide di indossare una tuta (oramai divenuta una vera e propria armatura) per ingaggiare la sua lotta contro il male. Ho amato le atmosfere circensi di Tim Burton, un po’ meno il volto inespressivo di Val Kilmer, improponibile l’aria gigionesca di George Clooney… ma sempre mi ero divertito, nonostante tutto. Perchè un film-fumetto, a mio avviso, serve a questo: a divertire, offrendo un’occasione alle famiglie per uscire di casa tutti insieme e andare a trascorrere 2 ore di sano divertimento. Questa volta non è andata così, almeno per quanto mi riguarda. E credo che il motivo sia che in questo sesto episodio il buon Nolan abbia preso troppo sul serio quello che è e che resta un personaggio dei fumetti. Quanta abissale differenza fra l’ironia di Nicholson (ricorderai il pistolone stile cartoon da cui esce la bandierina con la scritta BANG!…) e la paranoica violenza di Ledger (seppur magistrale nella sua interpretazione). E poi i dialoghi, quasi ridicolmente filosofeggianti, alcuni dei quali tu stessa li hai riportati. Insomma, apprezzabile l’idea di dare uno spessore psicologico alla trama, ma eccessivo per quel che riguarda il personaggio. Perdona la mia provocazione, ma è come se Paperino si chiedesse se la sua “sfiga” proverbiale è frutto di una congiuntura cosmica sfavorevole o non piuttosto di un atteggiamento sbagliato nei confronti dalla vita…
Per confessartela tutta: ho avuto dei momenti di “abbiocco” e mi son sentito come Mr. Bean che si addormenta sulle montagne russe…
Scritto da Mauri DP il 3 Ago 2008
Sono anch’io tra quelli che potendoselo permettere – i privilegi della precarietà – scelgono di andare al cinema nelle ore e nei giorni meno convenzionali. Batman l’ho visto anch’io, in una sala che a fine proiezione appariva inquietante per la distesa di posti liberi che evocavano l’assenza, il senso di vuoto, con un’ inevitabile condizionamento sul giudizio del film. Che dire? L’annoso conflitto tra il bene e il male assume nel film di Nolan – che è anche il produttore della pellicola – una attualizzazione in termini, come dire… socio filosofici, restituendoli al pubblico con un colpo al cerchio ed una alla botte, perché si sa, il fumettone deve comunque risultare un prodotto popolare. Nolan ci si è messo d’impegno e bene, giocando su corde che gli sono note. Tuttavia, la figura priva di etica e di morale del Joker, insomma disobbediente, ha sottoposto quella tutta regole regole e sani principi teconologicamente avanzati di Batman ad una pressione non indifferente, rischiando di farla implodere più volte nel corso del film. Ed ora che Joker / Ledger si è tolto di scena che ne sarà di Nolan/Batman, a quale conflitto esistenziale sarà sottoposto il nostro.Forse, un supplemento d’ingenuità ci sarà necessaria per sopravvivere.
Scritto da gaetano il 3 Ago 2008
Un film ben recitato da un ottimo cast di attori. Peccato per la ripetizione quasi ossessiva di un Batman motociclista con un delizioso optional mitragliante, e per le troppe lunghe pause filosofeggianti e riflessive che rompevano il ritmo dell’azione. Ultimamente i registi americani tendono ad auto-compiacersi in alcune scene di action movies, vedi anche alla voce Wanted – Vivi o muori
Scritto da giulio contini il 6 Ago 2008
Giulio, perdonami lo scupolo.
In realtà sia il regista di Batman che di Wanted non sono Americani.
Nolan è inglese e il regista d Wanted, di cui non ricordo il nome, è russo.
Batman è un gran film, Wanted una piccola delusione.
Anche perchè tratto da uno splendido e cattivissimo fumetto.
Lo spunto di base è che i Supereroi sono stati sconfitti dai cattivi, che ora governano il mondo, anche se in segreto.
E’ il protagonista, disegnato con le fattezze di Eminem, quando entra a far parte del gruppo, agisce senza alcuna moralità.
La trasposizione cinematografica ha eliminato la parte più interessante della storia, esaltando solo l’azione e gli effetti speciali.
Saluti.
Scritto da tequilero il 6 Ago 2008
tequila, come sempre hai ragione. Avrei dovuto riferirmi alle produzioni americane dell’ultimo periodo più che ai registi che per forza di cose e di budget lavorano ad Hollywood
Scritto da giulio contini il 6 Ago 2008
Troppo buono Giulio.
Tra le altre cose mi piace parlare di cinema ed anche di fumetti, se capita.
Anche se non ho mai lavorato per Sergio Bonelli o diretto qualche film.
Saludos
Scritto da tequilero il 6 Ago 2008