Annozero del 18 febbraio – I nervi scoperti di Marco Travaglio, volano insulti: “ma vergognati”, “deficente”, “sei un poveraccio”, “sei un arrogante cretino!”
19 Febbraio 2010Nonostante i consigli di Michele Santoro, quando viene pizzicato su quei particolari nervi non c’è nulla da fare: Travaglio s’incazza di brutto, anche in diretta televisiva.
Accade ad esempio quando i detrattori di turno gli ricordano le sue personali vicende giudiziarie, civili e penali, con la sua consueta reazione stizzita, accompagnata dall’esibizione della fedine penale immacolata del signor Travaglio Marco. Non ci sono dubbi che al casellario risulti pulito, ha subito una condanna penale ad otto mesi in primo grado **, sentenza riformata in appello con condanna a 1.000 euro per diffamazione aggravata a mezzo stampa. I problemi legali di Travaglio riguardano anche procedimenti civili, talvolta ne è uscito assolto e spesso lo hanno visto “soccombente” come ama definirsi. Anche se i giudici quando redigono la sentenza usano una parola per lui molto sgradita, scrivono “CONDANNA” e pure in maiuscolo per evitare fraintendimenti. Se non ci credete leggetevi questa sentenza del Tribunale di Torino, pagina 16, e guardate cosa c’è scritto.
Troppo imbararazzante ammettere di aver subito sentenze sfavorevoli? Può darsi, ma solo per alcuni. Fra i giornalisti se ne sono annoverati molti di grande statura morale e professionalità, alcuni dei quali – se non tutti – nel corso della loro carriera si son dovuti difendere da querele per diffamazione. Non per questo la loro professionalità ne è uscita sminuita, vedi ad esempio Indro Montanelli. Quando invece a Travaglio vengono ricordati peccuatucci veniali o meno, lui vira all’incazzato nero in meno di un millisecondo.
Ieri sera ad Annozero è andato in onda esattamente lo stesso copione. A provocare la reazione finita in battibecco con contorno di insulti assortiti è stato il semplice accenno del vicedirettore del Giornale, Nicola Porro, alle frequentazioni inopportune che possono capitare nella vita, nulla di più. Alla reazione semi-isterica di Travaglio anche il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, è sceso in campo a rincarare la dose ricordando un certo episodio. Insomma un bel pollaio. Credo che i telespettatori meno informati non abbiano nemmeno avuto modo di comprendere quale è stata la causa scatenante del litigio, vedrò di aiutarli a fare chiarezza.
L’accenno di Porro era con ogni probabilità riferito, vista la reazione, ad una faccenda che mette Travaglio di cattivo umore appena la si sfiora: le sue vacanze siciliane nelle estati del 2002 e 2003, negli stessi luoghi ove soggiornava Giuseppe Ciuro detto Pippo, un noto sottufficiale della Guardia di Finanza. Ciuro aveva collaborato a molte indagini, lavorando talvolta anche con Giovanni Falcone ed altri noti magistrati. Purtroppo però collaborava anche con altri personaggi meno raccomandabili, ad esempio con Michele Aiello, il «re delle cliniche» che si incontrava in segreto con Totò Cuffaro e condannato nello stesso processo d’appello a «Totò vasa vasa» a 15 anni e sei mesi di reclusione per associazione mafiosa, introduzione abusiva nei sistemi informatici, rivelazione di segreto istruttorio e corruzione aggravata. Subito dopo la sentenza, che ha visto Cuffaro condannato in secondo grado a 7 anni per favoreggiamento alla mafia, lo scorso 23 gennaio Aiello è stato arrestato e riportato in carcere.
Le indagini hanno rivelato che Pippo Ciuro era una delle «talpe» che facevano filtrare informazioni verso Aiello, e per questo venne arrestato insieme al maresciallo del Ros Giorgio Riolo, condannato a gennaio scorso a 8 anni di carcere per concorso esterno all’associazione mafiosa. Ciuro ha scelto di essere processato con il rito abbreviato ed ha avuto una condanna definitiva meno pesante, 4 anni e 8 mesi. Secondo Travaglio, Ciuro era un personaggio di secondo piano nella fuga di notizie verso la mafia, tanto che in un suo libro l’ha benevolmente definito «un talpino», sic!
Il legame fra Travaglio e Ciuro emerge a seguito delle allusioni del giornalista, ospite nella trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, sulle remote frequentazioni del Presidente del Senato Renato Schifani con personaggi che molti anni dopo si sono rivelati in stretti rapporti con la mafia. Giuseppe D’Avanzo, dalle pagine di Repubblica sulle quali scriveva allora anche MT, applica il «metodo Travaglio» allo stesso Travaglio ricordandogli che anche lui era incappato in una frequentazione disonorevole. Per i dettagli della vicenda vi rimando in fondo al post dove ho messo tutti i link all’abbondante materiale, in gran parte già presente nel nostro archivio.
Quello che attualmente colpisce è la reazione apparentemente smisurata di Travaglio, in rapporto alla presunta offesa di Porro. O forse no, se si considera che in passato il noto scrittore e giornalista ha sempre reagito con eccesso di stizza a chi gli faceva notare dettagli a lui sgraditi, imprecisioni ed omissioni. È arrivato anche a negare, sempre ad Annozero in diretta televisiva, di aver appena pronunciato alcune frasi. A nulla sono valse le raccomandazioni di Santoro, che ieri sera si è lasciato andare ad un: “ma ci caschi sempre nella trappola”. Non c’è niente da fare, l’ammissione dei propri errori non fa parte della natura di Travaglio, sia che si tratti di piccole imprecisioni che di condanne penali.
Propongo di seguito il filmato di parte della discussione. Documentazione parziale in quanto prima che tornasse la calma nello studio Maurizio Belpietro ha tentato di ricordare con maggiori dettagli quanto ho sopra esposto. La reazione di Travaglio è stata ancora più irritata, ha minacciato di lasciare lo studio. Lascio a voi i commenti sul suo comportamento.
Quello che mi lascia interdetto è l’acriticità di chi segue il lavoro di Travaglio. Ci sono tanti bravi giornalisti nel nostro Paese che meriterebbero maggior seguito ed interesse. Rimanendo nella stessa corrente di pensiero, penso ad esempio all’ottimo Peter Gomez, ieri anche lui ad Annozero. Le sue argomentazioni secondo me sono state molto più critiche e complete di quelle del suo coautore di tanti libri, ma nessuno se lo fila e ne fa un mito. Si vede che siamo in Italia, conta più l’immagine che la sostanza.
Links:
– La lezione del caso Schifani – articolo di Giuseppe D’Avanzo su repubblica.it
– Giuseppe “Pippo” Ciuro in liquida.it
– AMARCORD. Il metodo Travaglio, l’albergo di Trabia, un conto salato e “uno più puro che ti epura’
– La vera storia di Pippo Ciuro e quello che Marco Travaglio non dice
– Siamo finiti su Dagospia, presto o tardi poteva accadere
– Travaglio “bacchettato” dal sottosegretario Mantovano
– Il disinformato sui fatti (e sulle persone) – Il filmato presente in questo articolo è stato visualizzato 3337 volte dalla sua pubblicazione di un anno fa. A distanza di pochi giorni dalla sua messa in rete qualcuno ha pensato bene di segnalarlo a YouTube come in violazione alle regole del copyright, così da sospenderne la visione in alcune aree geografiche (credo sia visibile solo in Italia). Il giudizio di YouTube sul filmato è ancora pendente e potrebbe essere rimosso d’autorità in qualsiasi momento. La situazione è oggettivamente ridicola: esistono su YouTube centinaia di filmati tratti da Annozero con Travaglio protagonista, così come ne circolano a decine di migliaia tratti da trasmissioni televisive in genere. Temo che il video non sia piaciuto a qualche fan del Travaglio, e che la segnalazione sia un tentativo (non ancora riuscito) di farlo sparire. Ovviamente è solo una mia sensazione personale.
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)
** Sentenza riformata in appello, gennaio 2010: condannato a 1.000 euro di multa per il reato di diffamazione aggravato dall’uso del mezzo della stampa
62 commenti presenti
@ Luigi e Simone:
prima di tutto complimenti, nonostante l’estensione dei commenti la lettura dei vostri scritti scorre piacevolmente, sono onorato di ospitare la vostra singolar tenzone in questo blog. Siete come due facce della stessa medaglia, da punti di vista diversi avete ognuno mille ragioni. Che dire, siete così puntuali nei vostri contrappunti dialettici che meritereste maggior spazio. Gli organi di informazione e la televisione dovrebbero correre a reclutarvi, tanto sapete mantenere il punto con coerenza. E invece i media sono densamente popolati da personaggi mediocri, figli e cognati di, amici di, e così via: il regno della mediocrità con rari e sporadici sprazzi di vera professionalità.
Però c’è sempre la rete, ed in questo blog le porte saranno sempre aperte per quelli che hanno qualcosa da dire, come voi due. Tipo se volete scrivere articoli qui, oltre che commenti, benvenuti!
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Feb 2010
E sì, caro Fornasini, un tempo eravamo un popolo di allenatori e di direttori tecnici, adesso siamo diventati un popolo di inquirenti, requirenti e giudicanti… Uno legge un giornale e da una ipotesi giudiziaria di parte trae conclusioni, senza aspettare la verifica della fondatezza dell’accusa in Tribunale. Tanto, a che serve? Ormai ognuno è togato e impicca gli altri alle parole. Non tutti “gli altri”. Ad esempio, adesso che D’Alema polemizza sul significato “immorale” della prescrizione, asserendo che le “persone perbene” preferiscono l’assoluzione, nessuno che gli ricorda quella volta che accettò che il suo reato (finanziamento illecito, provato e dall’imputato stesso ammesso) fosse dichiarato prescritto, su richiesta del pm Maritati che poi divenne, con l’appoggio dello stesso D’Alema, parlamentare DS…
Scritto da Fabrizio Spinella il 27 Feb 2010
parole sante, caro Spinella
Scritto da Sergio Fornasini il 27 Feb 2010
@Sergio Fornasini
Le giuro che sono arrossito. Mi fa molto piacere il suo intervento e la ringrazio infinitamente.
Io sono però solo un lettore distratto che ha alcune idee di base e non faccio il mestiere di commentatore politico. Penso che se mi vedesse in faccia ci ripenserebbe perche’ sono un semplice impiegato che vive distante da palazzi e giornali. A mio avviso il mestiere del giornalista consiste nello scendere in campo e raccontare scoop. Io di scoop non ne ho, per questo visito questo sito che al contrario di informazioni ne fornisce in abbondanza. Sono felice di avere suscitato il vostro interesse, ma se lei segue con attenzione tutti i commenti del suo blog vedra’ che solo a sentire il nome Travaglio io mi accendo del sacro fuoco dell’indignazione.
Stia sicuro che quando parlera’ di quel cialtrone, se gli impegni lavorativi e familiari me lo permettono le faro’ sapere la mia modesta opinione. Per il momento mi limitero’ a vantarmi con i miei amici del bel complimento che lei ha fatto a me e simone.
@simone
Non ho il tempo per risponderle compiutamente come lei ha fatto, e spero mi perdonera’.
Sintetizzo più che posso la mia replica:
mi permetta di cogliere un’idea sottintesa a tutti i suoi ragionamenti. È un’idea che origina da Travaglio & C : la cricca di Anemone ha rubato, è culla di malaffare, ha gonfiato i prezzi, ha svolto male il suo lavoro.
Be’, ma mi dica, che prova c’è di questo? Che cosa dicono le intercettazioni? Ho provato in un altro blog a fare la stessa domanda ma a parte la intercettazione del sermone travaglino nessuno ha saputo dirmi quale e’ l’intercettazione dalla quale salta fuori una qualsiasi ruberia.
Si e’ obiettato che i costi erano altissimi, che la consulenza al cognato di Bertolaso era inopportuna e che per il centro dell’Aquila non è stato fatto niente. A parte che i costi erano commisurati alla velocità di intervento e che per rimettere in pristino il centro dell’Aquila si sarebbe probabilmente speso molto di piu’ che per costruire case nuove, “ladri” e “furto” sono parole con un loro preciso significato ed e’ vergognoso usarle a vanvera solo perche’ fa effetto. (Si’, sto parlando di “Bertoladri”) Lo spreco di denaro pubblico è ancora tutto da dimostrare.
E a me personalmente non basta che me lo dica Travaglio.
Le spiego in due parole la mia posizione su Bertolaso.
Da quello che so (testimonianze di amici) la protezione civile gestisce una quantità eccessiva di denaro, che usa con una prodigalità criticabile. Il suo ricorso è sproporzionato e dedicato anche ad eventi che con la PC avrebbero poco a che fare, e l’assegnazione degli appalti avviene in deroga a qualsiasi norma sui lavori pubblici, potendo assegnare appalti smisurati senza gara ma per incarichi fiduciari.
Però questo ha un motivo ben preciso: la legislazione degli appalti ordinari in Italia è macchinosa e lentissima. L’assegnazione di un appalto con il metodo attuale oscilla tra un terno al lotto e un massimo ribasso alla ditta si-salvi-chi-puo’. I contenziosi, a causa delle lentezze del nostro ordinamento, allungano i tempi in misura eterna. Le dicono niente i nomi TAV, Pedemontana, Mondiali di calcio, cui siamo arrivai quasi pronti per il rotto della cuffia?
L’unico strumento che ha il governo per fare le cose presto e bene è la protezione civile, che quindi è incaricata di occuparsi anche di cose di cui non c’entra, vedi festeggiamenti per il 150nario.
Berlusconi se vuole fare bella figura si rivolge alla PC perché è lo strumento più agile ed efficace, e la ricopre di denaro.
La colpa di tutto questo è della politica, che non risolve le vere magagne del sistema Italia, NON della protezione civile, e soprattutto MENO di tutti di Bertolaso, che gli obiettivi li raggiunge, bene anche se forse non bada al prezzo (lo vedra’ la magistratura).
Bertol. e’ stato usato da B in funzione propagandistico elettorale, e per questo lo vogliono abbattere per colpire Berl.
Per questo lo difendo, anche se fino a ieri stava sulle palle anche a me per la sua onnipresenza. Perche’ lui personalmente e’ secondo me il piu’ sano del gruppo, e vogliono fargli pagare il fatto che al governo c’e’ Berl.
Se gli si dà il potere di gestire gli appalti in maniera personalistica è probabile, possibile, ragionevole che lui si affidi sempre alle solite ditte, perche’ ne ha fiducia, perche’ gli hanno garantito risultati ben fatti, come si fa nel privato. Perche’ dovrebbe cambiare?. E’ ovvio quindi che si formi familiarità con le stesse persone. Lo vedo anche con amici che fanno lo stesso mestiere di Bertolaso, diventano amici degli appaltatori e poi gli danno incarichi fiduciari, per gli importi per cui la legge glielo consente. Ma poi le cose vengono fatte, e bene. Che sia di suo cognato o dei suoi amici, a me personalmente poco mi interessa, a patto che le cose vengano fatte bene. A mio parere dalle testimonianze che ho a l’Aquila hanno agito bene.
Non ho risposto a tutte le sue obiezioni ma le dico che sto lavorando anche nel fine settimana, e quindi non ho tutto l’agio per dilungarmi. Pero’ proprio per lavoro ho sott’occhio una stele del 1585 che dice “molti che varda e pochi se ne intende, da poi fato molti vol dar la menda”. Mi pare che si attagli molto a Travaglio e alla protezione civile.
Un paio di cosette voglio comunque rimarcarle per finire:
Secondo lei Bertolaso avrebbe dovuto cacciare dalla PC Balducci, la massima autorita’ in LL.PP. , perche’ l’Espresso (avessi detto…) ha detto che aveva fatto affari con gli Anemone? E perche’? Le ripeto, se Balducci era il top e Anemone aveva sempre lavorato bene, perche’ doveva cacciarli? Poteva cacciare Bald. o magari gli era stato imposto? Si immagina che scandalo sarebbe venuto fuori a cacciare Balducci senza che questo avesse commesso alcun reato, i ricorsi i lavori bloccati, magari il reintegro forzoso con tutto quello che cio’ avrebbe comportato? Anche oggi, Bald. che illeciti ha fatto? E li racconti perche’ potrei veramente essere all’oscuro. Ma fatti, fatti, perdio! Non i dico e non dico di Travaglio!
Quindi ribadisco: Porro ha detto giustamente che non puoi processare qualcuno perche’ e’ amico di un altro. Travaglio era amico di Ciuro e ora sta qui a fare la predica a Bertolaso perche’ il massimo esperto d’Italia sui lavori pubblici era amico degli appaltatori.
Riguardo alla notte al Salaria, ma si sta rendendo conto di che cosa stiamo discutendo? Se Bertolaso ha ciulato o no con una Brasiliana, e se per questo, che a farlo per conto suo avrebbe speso a sparare alto massimo massimo mille euro, ha dato appalti miliardari a Anemone. Rilegga questa frase e ci pensi su. E Travaglio stesso ci dice che non ha consumato. Lo dice lui, se lo risenta!
Avrei altro da dire ma chiudo con Travaglio:
Potrei parlarne per giorni, ma vedro’ di dire solo il nocciolo.
Il metodo Travaglio: Grillo gli ha insegnato di insultare la gente, fa vendere. E lui sta usando questa tecnica sempre piu’.
Poi ci sono le tare del suo modo di pensare giacobino: basta che tu venga indagato o addirittura intercettato, e sei automaticamente un delinquente da mettere a morte (sempre che tu non ti chiami DiPietro o De Magistris o Grillo, allora tutto ti è concesso) il che sta portando ad una barbarie nella pubblica opinione ed un potere smisurato nelle mani dei magistrati, su cui c’è da pregare che lo sappiano usare bene e con cautela. Che poi cio’ non sia cosi’ può essere materia di dibattito, ma è fuori di dubbio che questo potere ai magistrati Travaglio glielo stia mettendo in mano.
Poi c’è il lato caratteriale: dal punto di vista etico è un pezzo di merda: insulta tutti a destra e a manca, soprattutto gli ex amici (Facci, Giordano). Canzona per i difetti fisici (Berlusconi, Ferrara, Belpietro perche’ e’ un po’ calvo), si guardi quello che ha fatto a Mastellarini.
E infine c’e’ il lato di gran lunga peggiore:MT mistifica i fatti, manipola le notizie, è un disinformatore peggiore di Fede, gettando accuse e sospetti su tutti quelli che gli ordinano di diffamare, omettendo assoluzioni, prove a discarico, tagliando e incollando fatti ad arte per incastrare i malcapitati assenti senza diritto di replica, persino se sono eroi come DeCaprio, e questo venendo pagato anche con soldi pubblici ad Annozero. E pero’ è preso per oro colato dalla stragrande maggioranza di chi lo sente.
Per avere le prove di quello che dico, si scorra un po’ di post di questo blog a riguardo, oppure di quelli di Francesco Costa, Luca Sofri, Enrico Tagliaferro, Antonella Serafini, Gianluca Neri dove scrive Facci. Poi mi sapra’ dire.
Io la pena per Travaglio ce l’avrei: trasmettere al posto di Annozero un bel faccia a faccia tra lui e uno dei signori citati sopra, senza la claque che ride e applaude a comando alle sue uscite, senza un Santoro che zittisce chi lo contraddice come giovedi’ scorso, senza disparità di tempo tra i suoi interventi e quelli degli altri, in perfetta par condicio. Allora si’ ci sarebbe da ridere.
La lascio spero definitivamente, perche’ per scriverle ho speso il tempo che avrei dovuto passare al lavoro. Le auguro comunque un buon fine settimana e arrisentirci. È stato un piacere.
Scritto da Luigi il 28 Feb 2010
@sergio fornasini
Mi associo al sig. Luigi nel dire che il suo commento è troppo lusinghiero, almeno per quanti mi riguarda, ma ovviamente la ringrazio di cuore. Purtroppo anch’io non ho nè il tempo nè le competenze per scrivere articoli, ma sarò felice di intervenire quando qualche post mi ispirerà, come questo. Grazie ancora per la stima, ovviamente ricambiata.
Scritto da simone77 il 28 Feb 2010
@luigi
Il seguente articolo:
http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_11/telefonate_soldi_donne_f5b978fa-16d6-11df-a022-00144f02aabe.shtml riporta questo passaggio:
“Secondo l’accusa anche De Santis avrebbe ottenuto una contropartita: «Un
telefono cellulare, una fornitura di mobili, prestazioni sessuali a pagamento a
Venezia». Al fratello Marco, imprenditore che voleva coinvolgere nei subappalti
per il G8 de La Maddalena, assicurava: «C’abbiamo la patente per uccidere…
cioè possiamo piglià tutto quello che ci pare». Ma poi è lo stesso fratello a
scagliarsi contro di lui per la gestione dei lavori e per i criteri di
assegnazione: «Voi siete una banda di banditi e vi credete che gli altri sono
tutti scemi… c’ho davanti gente che ruba tutto il rubabile… ma fatela
finita che prima o poi uno scemo che vi crea qualche problema lo trovate. Ma
tanto io Diego … fosse l’ultima cosa che faccio, lo mando carcerato. Te lo
dico chiaro e tondo… Io a Diego e tutta la combriccola la mando carcerata».
E’ chiaramente questa l’intercettazione su cui Travaglio basa la definizione
di “Bertoladri”.
Alla magistratura l’arduo compito di giudicare come sono andate le cose. Le
intercettazioni rivelano comunque ambiguità e vicinanze eccessive tra persone
che dovrebbero avere un maggior distacco reciproco, e non è una scusante dire
che nelle amministrazioni pubbliche questo è considerato normale. Questa è
semmai un’aggravante.
Non discuto sul fatto che la legislazione italiana è farraginosa e senza l’intervento
della Protezione Civile spesso non si riuscirebbe a fare niente. Sono d’accordo
con lei, ma sorge il legittimo sospetto che non vi sia interesse a migliorare
la legislazione ordinaria perchè con quella d’urgenza, meno soggetta a
controlli, si mangia molto meglio.
Su Bertolaso, non so se aveva l’autorità per poter rimuovere Balducci, ma
sicuramente certi aspetti ambigui, come i rapporti societari tra Balducci e
Anemone, avrebbe potuto denunciarli, o avrebbe potuto chiedere chiarimenti o
fare inchieste interne che invece non risultano.
Lei vede Bertolaso come un pretesto per colpire invece Berlusconi. Sarà, ma è
vero che l’inchiesta non è incentrata su Bertolaso ma su altri. La posizione di
Bertolaso, come abbiamo detto, è leggera. Perdipiù, Bertolaso ha svolto il suo lavoro anche con i governi di centrosinistra . A me pare quindi che, da un lato, i giudici stiano semplicemente facendo il loro lavoro, e dall’altro che lo sdegno per ciò che emerge dalle intercettazioni sia più che giustificato.
Per quanto riguarda Travaglio, che dire? A me il suo giornalismo piace. Qualche volta sbaglia? Lo ammette lui stesso. Non è molto simpatico e qualche volta esagera nei toni? Sicuramente.
Comunque, io condivido il suo punto di vista sulla legalità e sull’integrità di chi ci amministra, e apprezzo il fatto che egli faccia implacabilmente notare quando questi sacrosanti principi vengono violati. Finora nessuno è mai riuscito a convincermi del fatto che il rispetto delle regole non è così importante e alla fine ciò che conta sono i risultati. Le regole sono (o dovrebbero essere) fatte per garantire l’interesse pubblico. Chi non le rispetta la fa in qualche modo pagare agli altri
La mia risposta è per sommi capi, in quanto ormai mi pare che abbiamo chiarito le nostre reciproche posizioni ed è quindi superfluo dilungarsi ancora. E’ chiaro che su certo malcostume abbiamo sensibilità diverse: io lo ritengo il terreno fertile da cui nascono i reati, lei è meno pessimista di me. Posizione che non condivido ma ovviamente rispetto.
Anche sul fatto della prudenza in politica mi pare che il discorso sia identico: per lei una persona è innocente fino a prova contraria, io ritengo che questo principio vada preso “cum grano salis”. E’ doveroso e sacrosanto in ambito giudiziario, perché non si può sbattere in galera una persona senza avere prove inoppugnabili della sua colpevolezza. Ma, in ambito politico, ripeto che non possiamo permetterci il lusso di aspettare che una persona sia condannata per chiedere le sue dimissioni, e’ un lusso troppo rischioso. Ma, anche qui, prendo atto che lei è più ottimista di me.
Solo su un punto, mi perdoni, ribatto in modo specifico:
@luigi “Quindi ribadisco: Porro ha detto giustamente che non puoi processare qualcuno perche’ e’ amico di un altro. Travaglio era amico di Ciuro e ora sta qui a fare la predica a Bertolaso perche’ il massimo esperto d’Italia sui lavori pubblici era amico degli appaltatori.”
Travaglio era amico di Ciuro ma non poteva sapere che faceva la talpa, per lo stesso motivo per cui non lo sapevano nemmeno magistrati e poliziotti che lavoravano con lui. Bertolaso poteva sapere che Balducci e Anemone erano legati da rapporti societari tramite le loro mogli, visto che l’Espresso lo aveva scritto da più di un anno.. Quindi, mi spiace, ma su questo punto non transigo: non corrisponde ai fatti e Porro ha fatto una vigliaccata di cui dovrebbe vergognarsi, come gli ha detto giustamente Travaglio.
nell’attesa di trovare altri argomenti interessanti su cui confrontarci,la saluto cordialmente, anche per me è stato un piacere discutere con lei.
Scritto da simone77 il 1 Mar 2010
Mentre leggo questo scambio di impressioni, penso a quanti aspiranti pm d’assalto confondono l’etica col diritto, come ha scritto bene Piero Ostellino nel suo editoriale sul Corriere della Sera del 1° marzo.
Cito un passaggio significativo:
“I giornali hanno riferito che il magistrato che tiene in carcerazione preventiva alcuni inquisiti avrebbe dichiarato l’intenzione di non scarcerarli perché non hanno manifestato segni di «pentimento». Con la carcerazione preventiva si scongiura il pericolo di reiterazione del reato, di inquinamento delle prove, di fuga da parte dell’inquisito. Il mancato pentimento non figura fra le sue motivazioni giuridiche. È evidente, allora, che la cultura del magistrato in questione è più simile a quella di un prete, o di un rivoluzionario — che perseguono la «salvezza» del peccatore (o del reazionario); l’uno con la confessione, l’altro con la ghigliottina — che a quella di uno Stato di diritto che si limita ad applicare la legge. È una cultura della redenzione. Che non si limita a governare gli uomini «come sono», con le leggi, ma li vuole «migliorare»; quella religiosa, grazie alla Fede, nella prospettiva metafisica dell’aldilà; quella rivoluzionaria, nell’aldiqua, grazie al surrogato materialistico della Provvidenza che è la rivoluzione.”
Scritto da Fabrizio Spinella il 1 Mar 2010
sig. Spinella
Lei ha il vizio delle parole sante.
Sono perfettamente d’accordo.
Scritto da Luigi il 2 Mar 2010
Mi ha detto un amico, che glielo ha riferito suo cugggino che lo ha letto sui giornali che ha ssbirciato all’edicola mentre stava chiudendo, che il Sig. Spinella ha un odio rancoroso per la magistratura. Non ne fa mai una per il verso giusto.
Chiaramente, Spinella, io rifuggo da questa ricostruzione.
Altrettanto chiaramente, penso che invece le voci riportate al Piero Ostellino, debbano essere prese per buone. Perché? Ma perché le ha lette Piero Ostellino sui giornali. Quindi sono vere.
E Spinella ha sempre ragione, ecco!
Scritto da Matteo da Pisa il 2 Mar 2010
Odio rancoroso? Non si fa, ci vuole più odio coccoloso.
Gran bella famiglia e amici.
Scritto da sameth il 2 Mar 2010
Se ci mettiamo a scherzare, caro Matteo da Pisa (o Fracazzo da Velletri, che suonerebbe lo stesso, tanto è un nick innocente), facciamolo pure, e casomai vediamo chi possiede più frecce nella faretra.
Ma lei, Matteo, non scherza. Dimostra di non aver mai avuto la fortuna di ascoltare o leggere Piero Ostellino, né tantomeno di conoscere la sua lunga storia personale e professionale che onora l’intellettualità italiana. Riesce a cogliere il senso liberale delle sue parole?
Quanto al rancore verso i magistrati, sarei stolto a portargliene perché odierei pure i miei parenti e i miei amici che fanno parte della categoria.
Non le dico di condividere, le suggerisco soltanto di capire. Ma forse sto chiedendo troppo.
Scritto da Fabrizio Spinella il 2 Mar 2010
@ spinella
Amo scherzare ed ascoltare. Invito accolto. Ma anche lei, ogni tanto, faccia uno sforzo….
Saluti
Scritto da Matteo da Pisa il 3 Mar 2010