Il bavaglio alla libertà di stampa – Si torna alla legislazione del 1930!
13 Gennaio 2009dal blog diPietro Orsatti – www.orsatti.info – Informazioni e commento di Franco Abruzzo
Ci siamo, è arrivato il bavaglio. Con sincronia perfetta il disegno di legge del ministro Alfano sulla stretta alle intercettazioni approda in commissione e trova un consenso ben più ampio di quello di Pdl e Lega. Le ultime vicende di Napoli e Pescara avrebbero accesso l’interesse e il consenso anche di parti consistenti del Pd. È il colpo di grazia alla libertà di stampa nel nostro Paese?
Ricevo le ultime informazioni dal giornalista Franco Abruzzo e ve le ripropongo.
La commissione Giustizia della Camera adotta il disegno di legge del governo sulle intercettazioni come testo base e fissa al 21 gennaio il termine per la presentazione degli emendamenti. La decisione viene presa con i soli voti della maggioranza e con il no del Pd. Assenti, infatti, i deputati di Udc e Idv. L’intenzione del centrodestra, spiega il capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa, è quello di licenziare il testo entro la fine di gennaio per farlo poi arrivare in Aula entro i primi di febbraio. “Il clima politico – aggiunge – è favorevole per arrivare ad una proposta che non passi con i soli voti della maggioranza”.
Ma se il voto per adottare il ddl del governo come testo base viene preso all’unanimità da Pdl e Lega, le divisioni restano sulle modifiche che si intendono apportare. A cominciare da quella suggerita dal premier Silvio Berlusconi di limitare l’uso delle intercettazioni ai soli reati di mafia e terrorismo. Su questo punto, infatti, An e Lega non la pensano come Forza Italia. E sarebbe questo uno dei motivi per cui si è deciso di fissare al 21 gennaio e non prima il termine per la presentazione degli emendamenti. Il presidente della commissione Giulia Bongiorno esprime soddisfazione per l’andamento dei lavori e avverte che anche lei, relatore del provvedimento, presenterà delle proposte di modifica. Alcune delle quali terranno conto dei suggerimenti avanzati dal Procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso nella sua audizione soprattutto sul fronte della lotta alla crim inalità. Il ddl del governo prevede in sostanza limiti più severi sui reati per i quali si possono chiedere le intercettazioni e un freno per i giornalisti che le pubblicano (fino a tre anni di carcere).
VIA IL MAGISTRATO CHE PARLA TROPPO – La toga che rilascia “pubblicamente dichiarazioni” sul procedimento che gli viene affidato ha l’obbligo di astenersi. E dovrà essere sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d’ufficio.
DIVIETO PUBBLICAZIONE – Non si possono più pubblicare gli atti dell’indagine preliminare, o quanto acquisito al fascicolo del Pm o del difensore, fino alla conclusione delle indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare.
REATI INTERCETTABILI – Possono essere ‘spiati’ solo quelli con pene dai 10 anni in su, ma anche i delitti per i quali indaga la Direzione distrettuale antimafia; quelli contro la Pubblica Amministrazione per i quali è prevista la reclusione non inferiore a 5 anni (ci rientrano concussione e corruzione); i reati di ingiuria, minaccia, usura, molestia.
LIMITI DI TEMPO – Non si potrà intercettare per più di tre mesi. Per reati di criminalità organizzata, terrorismo o di minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.
AUTORIZZA UN COLLEGIO – Non sarà più il gip, ma un tribunale a dare il via libera alle intercettazioni chieste dal Pm, e serve un “decreto motivato, contestuale e non successivamente modificabile o sostituibile, quando vi siano gravi indizi”.
ARCHIVIO RISERVATO E DIVIETO DI ALLEGARE VERBALI A FASCICOLO – Le telefonate saranno custodite in un archivio presso il Pm.
DIVIETO UTILIZZO IN PROCEDIMENTI DIVERSI – Le intercettazioni non potranno essere utilizzate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte. Ad eccezione dei reati di mafia e terrorismo.
CARCERE PER I GIORNALISTI – Chi pubblica le intercettazioni é punito con l’arresto da uno a tre anni e con un’ammenda da 500 a 1.032 euro.
CARCERE PER CHI DIVULGA – Chiunque “rivela indebitamente notizie inerenti ad atti del procedimento penale coperti dal segreto” o ne agevola la conoscenza è punito con al reclusione da uno a cinque anni. (in: http://www.ansa.it/opencms/export/s…).
In: http://www.francoabruzzo.it/docs/ab…
“Guida al diritto” n. 40/2008 settimanale di “Il Sole 24 Ore”
Analisi del disegno di legge “Alfano”
Con il ddl intercettazioni tramutato in legge, cronaca giudiziaria destinata a scomparire.
I cronisti e i direttori rischiano non solo il carcere “fino a 3 anni”, ma anche la sospensione cautelare dalla professione fino a 3 mesi non solo per la pubblicazione di intercettazioni, ma anche se “mediante modalità o attività illecita, prendono – dice il nuovo articolo 617/septies del Cp – diretta cognizione di atti del procedimento penale coperti dal segreto”. L’articolo 58 della legge 69/1963 sull’ordinamento della professione di giornalista impedisce, però, al Consiglio dell’Ordine l’adozione di qualsiasi provvedimento prima della conclusione del processo penale. La nuova norma, pertanto, potrebbe essere inapplicabile, perché non è coordinata con l’articolo 58 citato.
Anche i pubblici ufficiali, -che rivelano illecitamente il contenuto di intercettazioni, conversazioni o interrogatori di testimoni e imputati -, rischiano il carcere non più fino a un anno come accade oggi, ma fino a cinque.
DI FRANCO ABRUZZO
In: http://www.francoabruzzo.it/documen…
NAPOLI. Iacopino (Odg):
ANIMOSITÀ della IERVOLINO
CONTRO i GIORNALISTI.
Divieto di accesso ai cronisti in Comune. La protesta dell’Unci
20 commenti presenti
(Quirinale)
Toc toc, c’è qualcuno?
Scritto da Candidus il 13 Gen 2009
Caro Sergio, entro il 21 gennaio tutti gli emendamenti al ddl Alfano dovranno essere presentati, e per quella data capiremo la reale gravità dei fatti.
L’altro giorno ho elencato i reati per i quali probabilmente chiederne l’intercettazione diventerà assai arduo, ispirato da un articolo de L’Unità e di un dossier presentato da Francesco Cirillo, vicecapo della Polizia.
(”Giù la cornetta: è una rapina”: http://nonleggerlo.blogspot.com/2009/01/gi-la-cornetta-una-rapina.html – già contestato da Deankeaton)
Siccome l’articolo de L’Unità in questione recava qualche contraddizione, ho chiesto alla giornalista che l’ha scritto, Claudia Fusani, di precisare.
Nella sua mail sottolinea in particolare un punto:
“Il problema è che “prima” con il 416, associazione a delinquere semplice, potevi poi intercettare praticamente tutto aggirando anche i reati (sotto i tre anni, se non sbaglio) per cui non potevi intercettare.
Il “futuro” esclude il 416. E questo è il punto che fa la rivoluzione”.
Questo potrebbe insomma essere la chiave di volta per bloccare l’utilissimo strumento di indagine.
Sappiamo benissimo che questa classe dirigente non ha nessun interesse ad ottimizzare il funzionamento della giustizia, perchè ne pagherebbe per prima le conseguenze.
Ci sono altri punti che fanno male, come le pene per giornalisti ed editori, la durata massima di 3 mesi per le intercettazioni, la non intercettabilità di reati meno gravi.
Caro Sergio, dobbiamo parlarne ora, perchè il Premier ha molta fretta di chiudere la questione.
E sappiamo che quando ci sono gli interessi particolari, e non quelli generali in gioco, l’efficenza esecutiva raggiunge apici inumani.
Possiamo passare dalla potenza e dalla perfezione del Lodo Alfano, alla vergogna del Decreto Anticrisi, con Social Card pacco e poco altro.
Ah si dimenticavo, c’è pure la tassa extra per il rinnovo del permesso di soggiorno.
Wil
Scritto da Wil Nonleggerlo il 13 Gen 2009
Carcere per i giornalisti, che cazzo di paese
Scritto da Francesco B il 13 Gen 2009
ma se sparisce la cronaca giudiziaria, altri giornalisti a culo per terra, ottimo. Giornalisti fannulloni!!! Ma quando imparerete a parlare di gnocca?
Scritto da Tyler il 13 Gen 2009
Pensate che c’è anche chi, come il sottoscritto, pensa che le intercettazione debbano essere del tutto abolite per qualunque reato.
Scritto da Tommaso Farina il 13 Gen 2009
Caro Tommaso,
questa affermazione mi sembra alquanto azzardata. Noto tra i tuoi commenti, ma forse mi sbaglio, una continua ricerca della posizione contraria. Sempre e comunque: mai un “Ok, questo può andare”, od un “Si sono d’accordo, magari …”. Mai.
Sono certo che tu sia coerente con le tue idee, ma spesso molte persone che si sono costruite un’immagine “alternativa” (mio cugino è uno di questi), poi la devono mantenere a discapito di tutto.
Ora, tu sei un giornalista (giusto?): dire che le intercettazioni debbano essere abolite, è alquanto discutibile.
Sarebbe bello avere in mano una statistica: quante le condanne, i casi chiusi in anticipo, i processi arrivati a sentenza, giunti grazie all’uso delle intercettazioni?
Stabilito il principio che ciò che ancora non è pubblico, tale debba rimanere, oggi senza l’intercettazione telefonica saremmo, scusami l’inglesismo, “FOTTUTI”.
Inoltre è abbastanza irrispettoso sostenere la tua tesi, anche e soprattutto nei confronti delle vittime di mafia, delle persone truffate o raggirate, etc, etc. Per non parlare delle vittime potenziali e future …
Insomma, cerchiamo di capire come utilizzare al meglio questo fondamentale strumento.
Wil
Scritto da Wil Nonleggerlo il 13 Gen 2009
Che strano, mi sono fato un giro sui blog di Travaglio, Grillo e Di Pietro e non ho trovato nulla di recente sulla proposta di legge riguardante le intercettazioni. Forse si tratta di un cavallo spompato che hanno già cavalcato e che non è più competitivo
Scritto da Sergio Fornasini il 13 Gen 2009
Ampiamente annunciato, scandalosa e strapopolare. Qualsiasi parte politica ha contribuito alla sua costruzione. Nessuno si è mai opposto veramente (anche Di Pietro nonostante le parole la votò quando a proporla era Mastella). Dal primo disegno di legge in proposito (quello di Castelli alla fine della scorsa legislatura del governo Berlusconi) è stato via via peggiorato sempre più.
La Corte Europea ha già scagionato due giornalisti Francesi che pubblicarono intercettazioni telefoniche adirittura ottenute illegalmente.
Ben più grave del bavaglio è quindi la limitazione dei reati intercettabili.
Le intercettazioni violano la privacy? Chi non commette reati ha poco o nulla temere.
Scusate la poca precisione. Domani spero di poter essere più esaustiva riportando anche parte di un’intervista ad un ragazzo che in mezzo alle intercettazioni telefoniche ci è finito non dispiacendosene affatto.
Scritto da Sunny il 13 Gen 2009
Indovinello: come mai Farina non vuole le intercettazioni (legali)?
1. bastano e avanzano quelle illegali;
2. le cose dette al telefono non contano;
3. un ipotetico giornalista al servizio dei servizi continuerebbe ad essere al servizio dei servizi (oltrechè un giornalista).
Scritto da Charly il 14 Gen 2009
Sarebbe interessante sapere come mai Farina non vuole le intercettazioni. Chi “come te” non le vuole di solito è perché ha molto da nascondere. Come ho detto altrove penso sia corretto vigilare sull’uso corretto delle stesse e sulla non divulgazione a “fini scandalistici”.
Limitarle ad alcuni reati rende palese che chi fa la proposta commette alcuni dei reati che vuole escludere dalle stesse… mah.
Scritto da Orlando il 14 Gen 2009
Pensate che c’è anche chi, come il sottoscritto, pensa che le intercettazione debbano essere del tutto abolite per qualunque reato.
Scritto da Tommaso Farina il 13 Gen 2009
Scusa, ma posso chiedere la motivazione?
Scritto da Francesco B il 14 Gen 2009
Perché sono un garantista, e non a senso unico.
A Orlando che si preoccupava: a tutt’oggi in ogni caso non ho mai commesso nulla di penalmente rilevante, e non è che ne abbia tutta ‘sta voglia.
Scritto da Tommaso Farina il 14 Gen 2009
@Farina: buon per te per entrambe le posizioni (soprattutto la seconda). Ma un discorso è garantire un diritto del cittadino alla privacy, un altro è consentire a chi delinque di farlo indisturbato. Devi ammettere che i tempi cambiano e al giorno d’oggi è molto più facile organizzare qualcosa di illegale a distanza piuttosto che dal vivo.
Scritto da Orlando il 15 Gen 2009
Garantismo???? non è quello il garantismo e solo una presa di posizione inutile…..le intercettazioni servono e come servono….
Scritto da sandro il 15 Gen 2009
Chi delinque deve essere fermato. Il problema è che non si trovino pretesti per mettere in croce chi non ha fatto niente. Sempre lì si va a parare: è legittima la posizione di chi, in nome della giustizia, rompe le scatole a un innocente per beccare un colpevole. Legittima, comprensibile, ma non è la mia. Io penso che sia meglio un innocente fuori che un colpevole dentro. So bene che la mia è una visione idealizzata che ha poco a che fare con la realtà, e magari con la furbizia di certi criminali. Ma a me piace crederci.
Scritto da Tommaso Farina il 15 Gen 2009
@Farina: se fossimo in uno stato dove chi fa del male paga sarei anch’io del tuo avviso. Ma pensa a questo: senza intercettazioni alcuni medici senza scrupoli continuerebbero a mutilare solo per avere rimborsi in denaro. Io non mi sento di essere garantista ma mi sento di auspicare una giustizia più giusta, dove chi nuoce agli altri venga fermato (anche se ha una divisa) e chi è innocente non debba subire un carcere ingiusto o una inutile gogna mediatica.
Scritto da Orlando il 16 Gen 2009
Qui si parla di garantismo, di privacy et similia. Ma da quando viene rispetta la privacy dei cittadini? Siamo spiati da telecamere ovunque, i nostri cellulari rilevano costantemente la nostra posizione, i ragazzi che lavorano inbound nei call center possono con un semplice click leggere sms e ascoltare telefonate altrui, etc, etc.
Non raccontiamoci favole, la privacy non esiste. Se poi si è personaggi pubblici ancora meno. È giusto sapere, è giusto conoscere. Si parla di questione morale, io voglio sapere se cotali personaggi siano all’altezza almeno della parola; si proibisce l’uso di droghe leggere e in parlamento la cocaina si trova più facilmente che da uno spacciatore professionista; si parla di famiglia, DICO e diritti civili e chi risiede nelle alte sfere gode di diritti che nega agli altri; si sbandierano i valori cristiani e poi si scopre che chi lo fa è divorziato, risposato, razzista etc.
Ma quale garantismo? Quale privacy?
Io sono per l’abolizione della legge sulla privacy (una buffonata inaudita, se riprendo un omicidio l’assassino può denunciarmi e anche vincere la causa viste le ultime sentenze), per la banca del DNA (tutti dal primo all’ultimo cittadino), per la banca delle impronte digitali (dal primo all’ultimo cittadino), per la libertà di intercettare da parte della magistratura, per la pubblicazione delle intercettazioni.
Mi intercettassero pure, non ho nulla da nascondere.
In nome della legge sulla privacy sono stati condannati giornalisti che riprendevano con la telecamera nascosta gentiluomini presi in flagranza di reato: i suddetti gentiluomini sono liberi ed impuniti, chi ha rivelato il reato è costretto a pagar fior fior di quattrini.
Il disegno di legge è palesemente una porcata, non sto a ripetere le motivazioni, cito solamente un episodio che ne dimostra l’illegalità.
La Francia è stata condannata per violazione della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo da parte della Corte Europea, causa l’aver condannato a una sanzione pecuniaria due giornalisti (Jérôme Dupuis e Jean-Marie Pontaut) che avevano pubblicato intercettazioni telefoniche illegali contenute in fascicoli istruttori (quindi perfino sottoposti a segreto e in violazione di tale segreto!!!).
La Corte Europea ha riconosciuto l’interesse pubblico di quelle intercettazioni, ha riconosciuto il diritto e il dovere dei due giornalisti alla pubblicazione (la violazione del segreto istruttorio va in secondo piano rispetto al dovere del giornalista di informare), ha riconosciuto il diritto del pubblico a ricevere informazione, ha riconosciuto la condanna dei due come “un’ingerenza spropositata del diritto alla libertà di espressione e di informazione” in contrasto con i valori di una società democratica. Se entrano in conflitto il diritto alla privacy e il diritto di informare e di essere informati, prevale il secondo.
Figurarsi quando sono coinvolti personaggi pubblici e politici! I limiti in questo caso sono più ampi. Devono essere più ampi. La stampa deve svolgere la sua funzione di controllo e chi ricopre compiti istituzionali o più semplicemente ottiene popolarità, si espone volontariamente a questo controllo e alla conseguente limitazione della propria privacy. “Ciò che conta è che i giornalisti agiscano in buona fede, fornendo dati esatti e informazioni precise e autentiche nel rispetto delle regole deontologiche della professione” (se un giornalista ha una notizia ha il dovere di pubblicarla, DOVERE!).
Questa sentenza è vincolante anche per l’Italia, quindi i giornalisti che verranno condannati potranno appellarsi ed essere assolti dalla Corte Europea.
Detto questo il bavaglio all’informazione passa in secondo piano rispetto alle indecenti limitazioni che questo disegno di legge (come i precedenti) impone al potere giudiziario. Una vera e propria ingerenza della politica. Ricordo che per la nostra Costituzione potere giudiziario, esecutivo e legislativo dovrebbero essere nettamente indipendenti.
Qual è il problema? Cosa si perde finendo all’interno di intercettazioni telefoniche se si è innocenti e se il proprio comportamento è lungi dal poter essere considerato amorale? Vi lascio con le parole di un ragazzo che in questa situazione ci si è ritrovato. Un ragazzo che partecipando ad un concorso aveva ottenuto il miglior risultato ed è stato scartato per far posto a dei raccomandati. Una bella mattina ha ricevuto la telefonata di un giornalista che lo informava di aver trovato il suo nome all’interno di alcune intercettazioni telefoniche.
“Quello è stato il primo e unico concorso a cui ho partecipato, e non volevo nemmeno andarci perché si sa che i concorsi li vincono i raccomandati. Non ho studiato nemmeno. Mi sono buttato: per titoli ero tra i primi. Due giorni dopo la prova scritta vado all’università e uno dei miei professori, che faceva parte di quella commissione e che io ho evitato durante tutto l’arco del compito, mi ha fatto i complimenti per non aver cercato una raccomandazione. Mi dice che il mio è stato il miglior compito e che l’orale sarebbe stato sicuramente una formalità. L’orale infatti va benissimo. Ma non sono stato più richiamato. Quel giorno vengo a sapere di essere rientrato in delle intercettazioni telefoniche : mi citavano come migliore della prova, ma mi sbeffeggiavano come un cretino perché tanto sarebbero passati altri. Nei giorni successivi vengo contattato dalla trasmissione ‘AnnoZero’. Non ci volevo andare. Sai quando ho deciso di partecipare? Quando uno dei professori con cui avevo collaborato fin dalla tesi, mi dice di non andare perché mi si sarebbero chiuse tutte le porte e uno dei vincitori di quel concorso mi ha chiesto cosa ci andavo a fare. Proprio per questo ci sono andato. Delle intercettazioni non me ne frega nulla. Sono assolutamente favorevole alle intercettazioni telefoniche e alla loro pubblicazione. Non ho nulla da nascondere. Sai che mi frega se dico ‘amoruccio’ alla mia ragazza e poi mi pubblicano? Proprio nulla! Le intercettazioni servono per scoprire le magagne, se ci finisco dentro sto tranquillo, io sono a posto, vado avanti a testa alta. E sai una cosa? Ora lavoro dalla mattina alla sera e guadagno in due giorni quello che all’università mi hanno dato in sei mesi”.
Scritto da Sunny il 17 Gen 2009
Non condivido neanche mezza parola, e sono contento di pensarla in modo totalmente opposto, specialmente rispetto al tizio che citi sul finale.
Scritto da Tommaso Farina il 17 Gen 2009