Beppilbullo e quei giornalisti da licenziare – La ricetta grillina per la riforma dell’editoria: licenziare i giornalisti e chiudere i giornali
18 Marzo 2009di Alessandro D’Amato per giornalettismo.com
Soltanto di due cose potremo essere sicuri a questo mondo: che il sole sorgerà domattina, e che Beppe Grillo nello stesso giorno perderà l’ennesima buona occasione per starsi zitto. A questo giro, il Beppone nazionale, non contento della clamorosa bella figura ottenuta in occasione dei referendum da lui promossi e finiti nel nulla, se la prende con i giornali e i giornalisti: “La crisi è piena di buone notizie. Una tra le migliori è la fine dei giornali. Il 30/40% della pubblicità li ha abbandonati da inizio anno. I lettori sono sempre più rari. I dati ufficiosi stimano tra il 10 e il 20% in meno le copie vendute nell’ultimo anno per molte testate. Rimane la carità del Governo e molti editori sono con il cappello in mano nelle sale d’aspetto a Palazzo Chigi. Per vivere grazie alle nostre tasse“. E fin qui, nulla da dire. Se non fosse che, visto che il ragazzone ci teneva tanto, poteva organizzare un’altra raccolta di firme contro le provvidenze all’editoria. Magari utilizzando gli incassi del Dvd registrato in occasione della penultima kermesse…ops, pardon: della penultima adunata democratica che ha visto il popolo dei grillini protagonista.